Qui i consigli su come proteggere i propri dati dell’esperto di cybersecurity Sophos in occasione del 28 gennaio, Data Privacy Day.
Scegliere una password efficace
Può sembrare un argomento ormai trito e ritrito ma troppo spesso, ancora oggi, gli utenti cadono nella tentazione di usare password facili da ricordare…e di conseguenza purtroppo facili da hackerare! Complice il moltiplicarsi di account, servizi e piattaforme online che richiedono di impostare apposite credenziali di accesso, la tentazione di optare per password estremamente basiche, o peggio ancora, per un’unica password di accesso a tutti i servizi è fortissima ma può avere conseguenze molto gravi, dal furto di identità a conseguenze finanziarie. Per questo motivo, Sophos suggerisce l’utilizzo di un password manager che consente di impostare, modificare e variare le proprie password. Inoltre, l’utilizzo di un password manager protegge dall’eventuale accesso a siti pericolosi: qualora si venisse indirizzati a una finta pagina di accesso della vostra banca, il password manager, non riconoscendola, non consentirà di insieme alcuna password.
Aggiornare le impostazioni sulla privacy
La maggior parte delle app, dei siti e dei sistemi operativi consentono di impostare dei limiti alle informazioni che si vogliono condividere e il Data Privacy Day è l’occasione perfetta per dedicare un po’ di tempo a verificare lo status attuale ed eventualmente restringere l’accesso ai propri dati sensibili. Naturalmente non esistono regole che valgano per tutti i servizi e gli account online, in quanto ognuno di essi ha le proprie impostazioni, la propria configurazione, e le proprie opzioni quindi è necessario prendersi del tempo per documentarsi e adeguare ogni profilo a seconda delle proprie esigenze.
No alle condivisioni non autorizzate!
I social media sono divertenti ma ciò non significa che tutto vada condiviso, soprattutto senza il consenso di altri utenti eventualmente coinvolti. Ad esempio, prima di postare una foto di gruppo, accertatevi che anche i vostri amici o colleghi siano d’accordo.
Massima attenzione quando si è al lavoro
In ambito lavorativo, la condivisione senza limiti può avere conseguenze ancora più gravi. Se caricare la foto con un amico dopo qualche bicchiere di troppo potrà farlo arrabbiare, non avrà di certo le stesse conseguenze che potrebbe avere la condivisione avventata di dati aziendali sensibili (soprattutto quelli inerenti ai clienti). Proteggere accuratamente le informazioni aziendali non è necessario solo per tutelare il proprio datore di lavoro ma anche se stessi in prima persona, in quanto un utilizzo non consapevole del web potrebbe comportare la perdita del posto di lavoro.
Conoscere i propri limiti
E’ necessario soffermarsi a riflettere sul valore che si attribuisce ai propri dati personali e definire quanto si è disposti a condividere per ottenere qualcosa in cambio (un servizio, un abbonamento…) Se un’azienda o un sito sembrano chiedere più dati di quelli realmente necessari, forse è meglio rinunciare, a meno che non si tratti di un servizio assolutamente indispensabile. Per esempio: è ragionevole che un sito di noleggio auto chieda di confermare l’indirizzo di residenza e un recapito confermato prima di affidare al cliente le chiavi di un’auto ma se un sito di notizie o l’hotspot di un locale pubblico richiedono il codice postale o la data di nascita dell’utente, ci sarebbe da chiedersi “Perché hanno bisogno di questa informazione e perché dovrei fornirgliela?”
Copia & Incolla: perché questo titolo? Perché i contenuti di questa categoria sono stati pubblicati SENZA ALCUN INTERVENTO DELLA REDAZIONE. Sono comunicati stampa che abbiamo ritenuto in qualche modo interessanti, ma che NON SONO PASSATI PER ALCUNA ATTIVITÀ REDAZIONALE e per la pubblicazione dei quali Tech Economy 2030 NON RICEVE ALCUN COMPENSO. Qualche giornale li avrebbe pubblicati tra gli articoli senza dire nulla, ma noi riteniamo che non sia corretto, perché fare informazione è un’altra cosa, e li copiamo ed incolliamo (appunto) qui per voi.
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