La (in)sostenibilità della scienza su Tiktok

Per il bene della scienza si fa di tutto. Anche una cosa stupida come immergere i propri testicoli in salsa di soia in diretta su TikTok.

Non è uno scherzo, la video app più popolare del momento ci regala questa e altre chicche dovute a una poco accurata comunicazione scientifica.

Tutto nasce da un appello lanciato su TikTok a metà gennaio da una certa Regan. La ragazza invita la community maschile a fare questo test – per il bene della scienza – e a comunicare se effettivamente sia possibile percepire il sapore attraverso i testicoli.

Il suo appello trova immediata adesione perché la ragazza cita un articolo del Daily Mail, di 7 anni fa, che riporta i risultati di una ricerca scientifica pubblicata sulla rivista PNAS. Tuttavia, nell’articolo si confondono i recettori del gusto (taste receptors) con le papille gustative (taste buds). Mentre i primi sono presenti in diverse parti del corpo umano (genitali compresi) le seconde – quelle che ci fanno percepire i sapori – sono presenti solo nella bocca e nell’esofago. Basta questa confusione di termini per snaturare i risultati della ricerca e generare la fake news che ha portato tanti incauti giovanotti a condire le proprie parti intime con salsa di soia.

Se le inesattezze della stampa ormai non generano più stupore in noi, ma semmai ci lasciano nel torpore della rassegnazione, il fatto che su TikTok ci sia una community disposta ad immolarsi per il bene della scienza genera non poca curiosità.

Non a caso da qualche tempo la comunità scientifica sta esplorando TikTok sia come ambito di ricerca sociale, sia come nuova nicchia di mercato per la comunicazione scientifica.

Sulla scia del successo di account come quello dello IOA, di Phillip Cook , Nick Uhas (ma anche di studenti di dottorato come @sciencebae), e con la consapevolezza che ogni singolo video di esperimenti taggato con #scienceexperiment riceve oltre un milione di visualizzazioni, da qualche mese è stato attivato anche un account Twitter che ha lo scopo di raccogliere video di divulgazione scientifica da pubblicare su TikTok. E la cosa ha perfettamente senso se pensiamo che la comunità scientifica ha fatto di Twitter il suo canale preferenziale di networking. Che questi video diventino virali su TikTok e generino tantissime interazioni è ormai assodato, mentre è ancora troppo presto per sapere se l’informazione viene assimilata ed elaborata o se resta confinata al suo aspetto ludico.

Per il momento il social resta una nicchia da esplorare in virtù di due aspetti particolarmente interessanti:

  • su questa piattaforma non è indispensabile avere un pubblico personale (come avviene su Facebook), ma si raggiungono pubblici target diversi attraverso l’uso degli hashtag. Tiktok, infatti è progettato per promuovere l’interazione tra sconosciuti e fa uso degli hashtag come elemento catalizzatore che connette persone che non si conoscono tra loro, che le fa interagire attorno a una sfida. La visibilità che si ottiene dipende dal tipo di contenuto proposto e non dall’impegno nel coltivare le relazioni con la propria cerchia di amici/followers. Non gruppi di utenti stabili, quindi, ma gruppi mutevoli la cui composizione cambia in continuazione in base all’hashtag o filtro che aggrega i contenuti.
  • Il tipo di contenuto – video di 15 secondi caratterizzati da spontaneità e umorismo, corredati da clip audio – si presta perfettamente alla produzione e consumo di snackable content, ovvero di quei contenuti divertenti e rapidamente fruibili prediletti dalla generazione Z. Quella stessa generazione che secondo i dati forniti da TikTok utilizza l’app per 53 minuti al giorno, di media. Semplicemente scorrendo un dito sullo smartphone questi giovani possono potenzialmente vedere più di 200 video al giorno.

Produrre video informali e divertenti, senza vincoli di copyright, potrebbe forse rivelarsi la strada giusta per raggiungere quel pubblico di giovanissimi dalla soglia di attenzione bassissima e non ancora coinvolti nelle tematiche scientifiche.

Da parte sua TikTok – dopo la tempesta mediatica che ha evidenziato la leggerezza con cui l’azienda tende a liquidare i problemi etici – è stata ben felice di dare spazio a contenuti di scienza, proponendo alla community una selezione di video attraverso un articolo che non a caso titola: The science community shows off on TikTok.

 

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