Problemi legali per Apple in Australia sul 4G LTE

Apple ha deciso di percorrere la strada meno lunga e (giuridicamente) tortuosa in Australia, prevedendo di rimborsare gli acquirenti della versione “WiFi + 4G” del nuovo iPad.

Il motivo del malumore dei consumatori dipende dall’impossibilità delle infrastrutture del paese dell’Oceania di supportare lo standard LTE, rendendo così vana la spesa per la versione che promette il collegamento alle velocissime reti di nuova generazione.

Proprio per evitare sanzioni da parte delle autorità locali, come la Australian Competition & Consumer Commission (ACCC) che già in settimana ha prestato la sua attenzione al caso, Apple ha provveduto ad inviare in tutti i punti vendita del Paese materiale informativo che spiega ai consumatori le limitazioni dell’uso delle reti 4G, informandoli dal 5 Aprile dell’impossibilità di usufruire della connettività promessa con le seguenti parole: “Questo prodotto non è compatibile con le reti 4G LTE attuali australiani o le reti WiMax “

In più tutti gli acquirenti che hanno già ritirato il loro iPad 4G vedranno recapitata nella loro casella di posta una e-mail da Cupertino, in cui verrà spiegata in dettaglio la questione, offrendo la possibilità di un rimborso se sono stati delusi dalle limitazioni di connettività.

La ACCC aveva inizialmente chiesto l’apposizione di adesivi da parte di Apple su ogni imballo degli iPad WiFi+4G, per spiegare la natura del supporto LTE. L’autorità australiana e la compagnia americana si incontreranno il 18 aprile per una sessione di mediazione, con una sentenza per il processo fissata per il 2 Maggio, giorno in cui si deciderà se Apple ha infranto le leggi locali, costringendola così al pagamento di una multa che può raggiungere un milione e mezzo di dollari americani.

Ma la partita legale sul 4G di Apple non sembra dover finire, nel bene o nel male, il 2 Maggio: anche in Europa (come in molte altre aree dove il tablet è stato distribuito) lo standard utilizzato dal nuovo iPad non è supportato dalle reti attuali, e la Commissione europea sembra stia monitorando la situazione in Australia, in attesa di decidere su interventi simili a tutela dei consumatori.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here