Il Libertario della rete

Non è che sono pericolosi solo quelli che della rete non si fidano, non la conoscono o sono per principio contrari. Danni ne fa anche lui, il Libertario della Rete, cantore del Web 2.0 ed entusiasta teorico della connessione globale. Lui della Rete vede solo i vantaggi: tende a paradisodipingerla come un Eden primigenio, il Paradiso Terrestre da cui l’uomo fu cacciato e in cui ora può ritornare. Un mondo fatto di gente connessa, educata, disponibile, altruista, digitalmente avanzata, interessata al progresso dell’umanità, che si comporta in maniera matura e responsabile, e che, se anche non lo fa qualche volta, viene immediatamente censurata in maniera spontanea nel suo errore.

Il Libertario della Rete di solito vanta una presenza sul web almeno ventennale, e il suo modo di intendere il web è fondamentalmente incrinato dal fatto che quando ci è entrato lui era davvero così, anche perché in rete c’erano solo altri quattro gatti, tutti espertissimi e culturalmente avanzati, e proprio per questo portati alla sperimentazioni, curiosi e anche capaci di autoregolarsi, geniali persino quando erano al limite dell’illegalità.

In quella rete lì, la censura non era impensabile, era sostanzialmente inutile, perché il web era un mondo di pionieri che usavano le nuove tecnologie per lo scambio di idee, l’innovazione. Era un mondo di utopisti un po’ veggenti, che per forza erano contrari ad ogni paletto perché i paletti e limiti sono contrari alla libertà di ricerca.

Quando il LIbertario della Rete sente parlare oggi di leggi che dovrebbero cercare di regolamentare il web e magari normare la diffusione di materiali pericolosi attraverso di esso, il LIbertario della Rete insorge, subito, gridando alla censura. E in parte, magari, ha anche ragione, perché poi i disegni di legge presentati, soprattutto in Italia, sono scritti da gente che della rete sa pochino e la tratta, quando va bene, come se fosse un sottoprodotto della tv, cercando di imporle normative assurde e inapplicabili. Ma il Libertario della Rete, e qua diventa macchietta, si inalbera anche quando chiunque, ma chiunque chiunque, fa notare che però alcuni tipi di contenuti e alcuni tipi di personaggi in rete fanno cose poco corrette, e usano il web per campagne violente, razziste, diffondendo materiali offensivi, istigando i lettori a compiere veri e propri reati, diffondendo a bella posta informazioni fasulle o fortemente rimaneggiate. Tutte cose che capitano anche attraverso altri media, per carità, ma che per la diffusione del web e la facilità di accesso sul web hanno un’altra portata e una diffusione potenzialmente più capillare.

Ma il Libertario della Rete di questo non vuol nemmeno sentir parlare: ha in questi casi una sorta di rimozione psicologica e freudiana. Per lui la rete è un immenso wiki che si autocorregge da solo, espellendo ed emarginando per un processo selettivo e naturale i “cattivi” e i violenti, che comunque sono quattro imbecilli da non considerare neppure. A nulla vale fargli notare che persino i wiki come Wikipedia, oggi, si sono dati delle regole e hanno messo barriere, perché il principio dell’autocorrezione è valido, ma deve comunque essere incoraggiato e regolato, e alcuni utenti vanno controllati o addirittura bloccati, altrimenti il principio che si impone non è quello della selezione del migliore, ma quello della cattiva moneta che scaccia la buona. italy

Chiunque prospetti di mettere una qualsiasi, per quanto blanda, forma di controllo, o di prevedere pene per chi viola le leggi e offende, per il Libertario della Rete è un fascista, uno schifoso conservatore, un alieno alla cultura di internet, uno che non capisce niente. Il Libertario della Rete pensa che sul web debba essere lecito scrivere tutto, di tutti, sempre, senza dover rispondere di alcuna conseguenza, per via della sacra libertà di espressione e del diritto di ogni individuo ad esprimere le sue opinioni. Di solito a suo sostegno cita la Costituzione americana (dimenticandosi però che in America le leggi restrittive ci sono, eccome), e tratta con grande alterigia chiunque si azzardi a contestargli che anche le vittime di offese, diffamate o altro dovrebbero però essere in grado di essere tutelate in taluni casi specifici che avvengono tramite web in maniera meno farraginosa e più veloce di quanto non avvenga adesso, con leggi scritte quando la rete non esisteva e che quindi hanno tempi e modi non più adatti a certe specifiche forme di reato.

Il Libertario della rete non è contrario, di solito, ad una legge sul web, è contrario a tutte le leggi: per lui la rete dovrebbe essere un wikileaks all’ennesima potenza, senza filtri e senza protezione. Ragionarci, alle volte, è difficile, perché anche se il Libertario della Rete è appassionato e simpatico, molto spesso dopo un po’ diventa insopportabile, per quel suo dare del fascista a chiunque non si adegui in tutto e per tutto al suo modo di pensare.

Di solito, però, a guarirlo o a farlo scattare come il più vieto dei reazionari, basta che finisca lui preso di mira da un gruppo di troll, o che hacker più svegli di lui rendano pubblico qualche dato sensibile suo o dei suoi familiari. Immediatamente il Libertario della Rete scende in campo armato di forconi, chiedendo la testa dei colpevoli, minacciando querele a mezzo mondo, invocando le leggi marziali.

Perché è un convinto libertario del web, ma è pur sempre umano, eh.

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1 COMMENT

  1. A prescindere della verità sulla natura umana dei libertari del web, resta il fatto che regolamentare la rete è impossibile, ogni regola è superabile scaricandosi un browser criptato e robe del genere…..chiedere alla Cina

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