Google investe 258 milioni in Uber. Che ringrazia e compra macchine senza conducente

Si saldano sempre di più i rapporti tra Google e Uber, il servizio di trasporto privato a metà tra taxi e noleggio attivo in tutto il mondo, anche a Milano e Roma, che si prenota con un’app. Il colosso californiano ha investito nell’azienda fondata da Travis Kalanick 257,79 milioni di dollari, notizia accolta con entusiasmo:  Useremo questi fondi – ha commentato Kalanick  per espanderci in nuovi mercati, accelerare l’acquisizione di clienti e autisti e combattere gli sforzi protezionistici e anti-concorrenziali”.  Uber, dal canto suo, si impegna a comprare da Big G 2500 automobili driveless, ovvero senza conducente, che Google sta testando da diverso tempo. Inoltre, le due società condivideranno dati del trasporto locale, per migliorare l’algoritmo mappe.

Le automobili senza conducente di Google sono l’ultimo sforzo del colosso californiano per produrre veicoli completamente elettrici e autonomi. Il modello a cui si fa riferimento nell’accordo è il GX3200, la terza generazione di veicoli che Mountain View sta testando da cinque anni. Erano anche in mostra quest’anno all’Auto Show di Detroit. In questo genere di veicoli Uber investirà 375 milioni di dollari, come riferisce il sito TechCrunch. Uber è stato creato nel 2009 da Garrett Camp e Travis Kalanick e lanciato un anno dopo negli Usa. L’ex start-up è oggi valutata oltre 3 miliardi di dollari e con una crescita a ritmi elevati (circa del 15% al mese).

In Italia Uber è stato al centro di forti polemiche a Milano, primo Comune ad adottarlo, mosse dai tassisti locali minacciati dal nuovo e rampante servizio. E’ stato necessario l’intervento del Comune e la sottoscrizione di uno specifico accordo che ne limiti e specifichi le caratteristiche, per placare gli animi ma l’azione ha suscitando il disappunto del board di San Francisco. Dopo l’annuncio dell’ingente investimento di Google in Uber è difficile prevedere quale sarà l’esito di questo, e altri, “scontri” simili nel mondo, dal momento che il colosso di Mountain View è ben altra cosa da affrontare rispetto a un giovane startup.

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