Dopo il cinguettio di settembre, in cui annunciava di aver presentato in via confidenziale la richiesta per lo sbarco in Borsa, Twitter ha presentato pubblicamente il prospetto per la quotazione. E offre, per la prima volta, uno spaccato sui suoi conti, per quella che è una delle IPO più attese dopo quella di Facebook. Con la pubblicazione dei documenti, Twitter ha ora tre settimane per avviare il road show e – secondo indiscrezioni – si augura di completare l’offerta per il Giorno del Ringraziamento, l’ultimo giovedì di novembre. Ma se il mercato non si dimostrasse favorevole, Twitter potrebbe far slittare l’offerta anche fino al prossimo anno. Twitter non precisa su quale listino intende quotarsi, ma sceglie come ticker ‘TWTR’.
La società ha chiuso il 2012 con ricavi per 317 milioni di dollari e una perdita di 79 milioni di dollari. Nei primi sei mesi dell’anno, i ricavi si sono attestati a 253 milioni di dollari e il rosso a 69 milioni di dollari. Gli utenti attivi sono in media al mese 215 milioni. L’amministratore delegato di Twitter, Dick Costolo, ha una quota dell’1,6% della società. Il co-fondatore Evan Williams ha il 12%, mentre il presidente e co-fondatore Jack Dorsey ha il 4,9%.
A curare l’ipo di Twitter sono Goldman Sachs, Morgan Stanley, JPMorgan Chase, Bank of America Merrill Lynch e Deutsche Bank. L’ipo di Twitter sarà decisamente più piccola di quella di Facebook, ma la società che cinguetta ha più volte ribadito di voler una quotazione low profile, per evitare il flop di Facebook che solo negli ultimi mesi è riuscita ad attestarsi e a superare il prezzo fissato dall’ipo, 38 dollari ad azione.
Con l’IPO di Twitter nascono molti nuovi milionari. Evan Williams, uno dei quattro cofondatori della società, risulta – in base al prospetto – il maggiore azionista con una quota del 12% che vale circa 1,2 miliardi di dollari. Jack Dorsey, altro cofondatore e presidente della società, con il suo 5% vale 483 milioni di dollari. Ma all’appello mancano gli altri due cofondatori: Biz Stone e Noah Grass. Stone – secondo indiscrezioni riportate dal New York Times – avrebbe ceduto la maggior parte delle sue azioni. Fra le società di venture capital, Benchmark Capital è una delle vincitrici dell’ipo con il 6% della società e un un guadagnano milionario sull’assegno staccato alla società nel 2009 quando Twitter aveva solo 25 dipendenti. La russa DST Global ha il 5% di Twitter, così come l’investitore di Hollywood Suhail Rizvi.
Intanto c’è già chi fa i conti in tasca al social network: secondo Bloomberg la documentazione suggerisce una valutazione della società che cinguetta di 12,8 miliardi di dollari e Twitter punterebbe a raccogliere 1 miliardo di dollari.
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