Per la Sostenibilità Digitale del settore idrico: presentato il Position Paper della Fondazione per la Sostenibilità Digitale

La Sostenibilità Digitale come chiave per la crescita del settore idrico. Presentato, il 4 marzo, il Position Paper “Sustainable Water”, realizzato dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale in collaborazione con Acquedotto Pugliese, Gruppo CAP, Italgas e MM

L’acqua è un bene prezioso, un elemento essenziale per la vita. Garantire la sua disponibilità e gestione sostenibile è alla base dei principi fondamentali dell’Agenda 2030 e, per raggiungere questo cruciale obiettivo, non si può prescindere dal contributo offerto dalle tecnologie digitali.

Transizione digitale e trasformazione digitale sono infatti due fenomeni che – il primo dal punto di vista della ridefinizione dei processi, il secondo da una prospettiva di senso – ridefiniscono profondamente il rapporto con la risorsa idrica: per questo motivo, è oggi necessario riflettere sulle modalità attraverso le quali questi fenomeni possano e debbano essere implementati nelle filiere dell’acqua, così da garantire un approccio a questa risorsa intermediato dalle tecnologie che sia intrinsecamente sostenibile. In altri termini, se l’acqua è alla base della vita e la sua gestione sostenibile è alla base dello sviluppo, la sostenibilità digitale dell’acqua è una chiave di lettura fondamentale per la crescita del settore.

Ne è convinta la Fondazione per la Sostenibilità Digitale che, nell’ambito delle attività previste nel 2024 e su iniziativa delle aziende sostenitrici Acquedotto Pugliese, Gruppo CAP, Italgas e MM Spa, ha promosso la costituzione del gruppo di lavoro Sustainable Water, che in questi mesi ha lavorato alla redazione di un Position Paper dedicato proprio a questo tema. Il documento, che analizza le diverse tecnologie digitali per il settore e come queste, applicate a 14 casi d’uso, siano di supporto agli obiettivi di sostenibilità di Agenda 2030, è stato presentato il 4 marzo nel corso del convegno “Sustainable Water: il ruolo del digitale nella gestione sostenibile della risorsa idrica”, organizzato a Milano presso la sede di Gruppo CAP.

Obiettivo del convegno è stato quello di condividere il Position Paper con i principali operatori del settore delle diverse Regioni italiane, con l’auspicio di rafforzare il partenariato, allargare la composizione del gruppo e di poter, in seguito, avviare iniziative concrete in modo partecipato. “Crediamo fortemente in un approccio sistemico che coinvolga tutti i gestori del Servizio Idrico Integrato del Paese, non solo per la forte spinta all’innovazione tecnologica che questo produrrebbe, ma anche per come gli operatori potrebbero utilizzare la leva del digitale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità”, ha spiegato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “L’auspicio è quindi quello di instaurare un dialogo costruttivo e un processo collaborativo fra tutti i gestori del Servizio Idrico Integrato italiano, che tenga conto delle diverse esigenze territoriali del nostro paese e che sia capace di evolversi e arricchirsi grazie al contributo di tutti i partecipanti”.

MM da sempre adotta tecnologie digitali per gestire in modo efficiente, efficace e sostenibile la risorsa idrica. Per questo motivo ha messo a disposizione la propria esperienza per predisporre, con altri soci sostenitori della Fondazione, il Position Paper Sustainable Water”, ha affermato Marzio Bonelli, CIO di MM Spa. “Il documento contiene spunti di riflessione sul rapporto tra digitale e obiettivi di sostenibilità lungo il ciclo di vita del servizio idrico con l’auspicio di poter coinvolgere altri gestori e affrontare insieme le sfide che ci attendono per gestire in modo sostenibile una risorsa che sta diventando sempre più preziosa”.

La Visione della Fondazione

Il ruolo dell’acqua nella nostra vita e la sua “abbondanza percepita” nel nostro Paese hanno fatto sì che potesse essere considerata – erroneamente – come qualcosa da dare per scontato. Questa errata percezione sembra abbia creato negli anni un problema di consapevolezza, cultura e governance che non hanno giovato alla pianificazione di investimenti adeguati in questo settore: ciò rappresenta un problema, considerando che nel nostro Paese le infrastrutture scadenti portano mediamente alla perdita di una goccia su due.

In questo contesto la trasformazione digitale, se sviluppata secondo criteri di sostenibilità, può avere un ruolo strategico per una gestione efficace della risorsa idrica, contribuendo inoltre a definire in modo mirato e ottimizzato le tipologie e il valore degli investimenti. È però fondamentale, in tal senso, cogliere le opportunità che questo momento storico offre: il PNRR, in particolare, rappresenta una grande opportunità per sostenere importanti investimenti nel digitale per la riduzione delle perdite e la digitalizzazione delle reti, e per favorire la circolarità.

Oggi ancora più di ieri, la gestione corretta e coerente della risorsa idrica diventa fondante. Il digitale è di conseguenza una delle leve principali per ottimizzarne la gestione ed evolvere verso un modello funzionale di nuova generazione, con un occhio di riguardo agli SDG dell’Agenda 2030”, ha spiegato Michele Tessera, Chief Information Officer di Gruppo CAP. “Abbiamo creduto e sostenuto fin dal primo giorno la creazione del gruppo Sustainable Water perché ‘fare sistema’ tra i gestori del servizio idrico integrato è un punto fondamentale per dare un boost all’innovazione tecnologica senza perdere di vista tutti gli aspetti di sostenibilità”.

Tuttavia, si legge nel Paper realizzato dalla Fondazione, oltre che alla trasformazione digitale occorre lavorare al tempo stesso alla creazione di una cultura che non solo abbracci l’innovazione e la sostenibilità come valori fondamentali, ma che sia in grado di trasformare queste idee in azioni concrete. Nel settore idrico, caratterizzato da molteplici piccole e medie imprese, occorre dunque sviluppare un nuovo modello di governance che possa massimizzare il potenziale della trasformazione digitale, garantendo contemporaneamente la sostenibilità e la continuità una volta terminati i progetti e i finanziamenti del PNRR.

L’idea di fondare una Community nasce dalla volontà di offrire maggiore supporto e flessibilità nei progetti, soprattutto a vantaggio delle realtà più piccole, che altrimenti incontrerebbero difficoltà nell’agire autonomamente”, ha affermato Paolo Lanza, Direttore Innovation, IT Management di Acquedotto Pugliese. “La partecipazione alla Fondazione, grazie al vasto e qualificato network di soci che rappresentano le eccellenze italiane, favorisce un fertile scambio su temi legati alla sostenibilità digitale e consente di ottimizzare efficacia e impatto delle iniziative promosse. Questo contesto collaborativo è inoltre propizio per avviare sinergie con le istituzioni, al fine di promuovere una percezione del digitale come opportunità di crescita anziché come mero costo”.

Le tecnologie a supporto del mondo idrico

Guardando più nello specifico alle tecnologie, nel Position Paper vengono classificate in tre aree, in relazione alla loro funzione, che sono tra loro interdipendenti.

  • La prima area è quella dell’infrastruttura fisica: questa riguarda le tecnologie che gestiscono il ciclo di vita degli asset e la loro rappresentazione nel territorio (sistemi GIS, Geographic Information Systems), il loro funzionamento (IIoT) e le infrastrutture tecnologiche e di rete abilitanti a trasmettere ed elaborare le informazioni in tempo reale (banda larga e Cloud);
  • La seconda area è quella dell’infrastruttura di processo: appoggiandosi alla precedente, riguarda le tecnologie in grado di ottimizzare i processi, sviluppare nuovi servizi e ripensare il modo di lavorare tradizionale attraverso analisi predittive basate su algoritmi di Intelligenza artificiale e Machine Learning;
  • La terza area, infine, è quella degli Ecosistemi digitali: quest’ultima contiene soluzioni (Use Case) composte dall’interconnessione di una o più tecnologie descritte nelle precedenti aree, in grado di rappresentare a livello digitale la realtà fisica degli asset e i loro comportamenti, nonché di permettere l’interazione tra le tecnologie e le persone che diventano parte integrante del sistema condizionandone i comportamenti.

Ognuna delle tecnologie menzionate nelle tre aree sono approfondite nel Position Paper, e vengono inoltre riportati, per ciascuna di esse, alcuni esempi di applicazione in campo idrico.

I 14 Use cases nel quadro degli Obiettivi di Agenda 2030

Seguendo la logica di aggregazione delle tecnologie sopra citate sono stati individuati 14 Use cases, veri e propri esempi di come l’utilizzo di una combinazione di strumenti digitali permette di risolvere criticità, ottimizzare ed evolvere processi aziendali. Ogni caso d’uso, inoltre, è stato analizzato in maniera sistematica correlandone gli impatti agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile di Agenda 2030, individuando così i benefici derivanti dall’utilizzo delle diverse tecnologie applicabili ad ogni fase.

Lo Use case 1, relativo al controllo degli impianti di prelievo, è ad esempio messo in relazione con il tema dell’aumento dell’efficienza idrica (SDG 6 – Target 4). In questa direzione la raccolta e l’analisi dei dati forniti dall’IIoT e dal Digital Twin, elaborate dall’AI, permettono di ottimizzare i processi di prelievo e distribuzione dell’acqua: ciò si traduce in un miglioramento dell’efficienza nella gestione delle risorse idriche, riducendo gli sprechi e promuovendo un utilizzo più mirato e consapevole dell’acqua. E in un miglioramento, inoltre, della sostenibilità a lungo termine del sistema idrico.

Il settimo Use case esaminato, riguardante la riduzione delle perdite, impatta invece, tra le altre cose, sullo sviluppo di infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti (SDG 9 – Target 1). Incrociando le informazioni dei flussi idrici con altri dati (condizioni meteo, condizioni del traffico, riparazioni effettuate sulla rete ecc.) la combinazione delle tecnologie IIoT, Big Data e AI permette di prevedere futuri guasti consentendo ai gestori di indirizzare in via preventiva, mirata e affidabile gli investimenti per sostituzioni di tubazioni ad alto rischio: in questo modo non solo si riducono le perdite, ma si prevengono anche casi di nuove perdite occulte.

La trasformazione digitale delle reti è un abilitatore di sviluppo, efficienza e qualità del servizio. E in Italgas lo sappiamo bene dopo aver trasformato l’intero network fino a ottenere un’infrastruttura smart, digitale e flessibile che ha portato la distribuzione del gas nel futuro”, ha affermato Marco Barra Caracciolo, CIO di Italgas. “Una rete digitale può essere controllata da remoto, raccoglie e trasmette milioni di dati in tempo reale e opera come un sistema nervoso in grado di agire a livello centrale e locale con reazioni immediate agli stimoli esterni. Questo know-how e le tecnologie possono essere mutuate al settore idrico con immediati benefici, in termini di efficienza e sostenibilità a cominciare dalla riduzione significativa delle perdite”.

Insomma, il digitale può offrire un contributo determinante nella gestione della risorsa idrica e, come sottolineato nel Position Paper, il suo ruolo deve essere inserito in un quadro di riferimento orientato alla sostenibilità, ispirandosi agli SDGs di Agenda 2030. Ma è solo attraverso lo sviluppo di una visione comune, dalla collaborazione tra gli operatori del settore che le soluzioni esistenti potranno essere implementate esprimendo tutto il proprio potenziale, garantendo una migliore gestione di una risorsa tanto importante quanto fragile, nell’ottica di un futuro più sostenibile.

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