Partnership per la ricerca e innovazione

Lo sviluppo sostenibile passa per la tecnologia. Per questo occorre investire nell’innovazione, accelerando nella ricerca: attività che Eni porta avanti attraverso una fitta rete di partnership, nella convinzione che è dalla sinergia che si possono ottenere i migliori risultati nella strada per la decarbonizzazione

Immagine distribuita da Flickr con licenza CCO

La COP27 – la ventisettesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici – si è conclusa con un monito: occorre accelerare, drasticamente, nella riduzione delle emissioni di gas serra. Agire per il clima, e percorrere il sentiero della decarbonizzazione è un obiettivo non più rimandabile, e richiede impegno e azioni strutturate da tutte le parti coinvolte: dalle istituzioni alla società civile, passando per le aziende.

Per queste ultime, in particolare, implementare azioni di riduzione delle emissioni significa, in primo luogo, tracciare e monitorare. Un processo che può essere impegnativo, ma che rappresenta la precondizione fondamentale per raggiungere obiettivi concreti di mitigazione. Ciò significa considerare tutti i diversi tipi di emissioni, che possono provenire da diverse fonti: non soltanto – prendendo a riferimento il GHG Protocol – quelle prodotte direttamente dall’azienda (“Scope 1”) o indirettamente attraverso l’acquisto di energia (“Scope 2”) sulle quali le imprese si sono principalmente concentrate finora, ma anche quelle di “Scope 3” generate nella catena del valore e che, solitamente, rappresentano la quota maggiore dell’impronta carbonica di un’azienda.

In questo contesto, però, per passare all’azione è fondamentale oggi investire nella tecnologia: negli strumenti che, più di tutti, possono fornire la spinta nell’affrontare le sfide della decarbonizzazione. A tal proposito, una recente analisi della IEA stima infatti che, nel 2023, circa 2,8 trilioni di dollari dovrebbero essere investiti a livello globale nell’energia, di cui oltre 1,7 dovrebbero essere indirizzati verso tecnologie pulite, tra cui energie rinnovabili, veicoli elettrici, energia nucleare e stoccaggio.

Diverse aziende hanno ormai compreso l’importanza di impegnarsi attivamente su questi obiettivi. Tra queste, in particolare, c’è Eni: l’azienda, infatti, nella direzione del raggiungimento della neutralità carbonica, vede nella transizione tecnologica lo strumento strategico per la transizione energetica e, proprio in questo campo, è attiva in importanti investimenti e attività di ricerca. Attività non condotte solo internamente: una gran parte di esse convoglia infatti in una fitta rete di partnership per la ricerca, nella convinzione che è dalla sinergia che si possono ottenere i migliori risultati nella strada verso la decarbonizzazione.

L’impegno di Eni per una “Just Transition”

La mission di Eni, nonché la principale sfida oggi del settore energetico, è quella di riuscire a bilanciare la massimizzazione dell’accesso all’energia con l’obiettivo cruciale della lotta al climate change. Impegnandosi, dunque, in quella che definisce una “Just Transition”, nell’ottica dell’accesso universale all’energia, della sicurezza energetica e della sostenibilità ambientale.

Princìpi che l’azienda declina nel proprio piano industriale, muovendosi sulle tre leve dell’eccellenza operativa, delle alleanze per lo sviluppo – puntando cioè a ridurre la povertà energetica nei Paesi in cui opera tramite lo sviluppo di infrastrutture per generare valore nel lungo periodo, trasferendo nel contempo know-how e competenze ai partner locali – e della neutralità carbonica.

Su quest’ultimo punto, in particolare, Eni ha intrapreso un percorso che porterà alla totale decarbonizzazione dei processi e dei prodotti entro il 2050, considerando le emissioni generate lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti energetici. Un percorso che è in grado di tracciare attraverso una metodologia proprietaria distintiva, che consente una visione integrata delle emissioni GHG Scope 1+2+3 legate a tutti i prodotti energetici venduti.

Driver strategici, nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, saranno proprio le nuove tecnologie e il loro sviluppo fast-track: strumenti per il cui sviluppo l’azienda non agisce soltanto in autonomia, ma ha da tempo attive numerose collaborazioni – tra le altre – con il mondo accademico e della ricerca, finalizzate alla realizzazione di nuove soluzioni per lo sviluppo sostenibile.

Partnership per la ricerca: l’importanza della sinergia

Le tecnologie attualmente esistenti, da sole, non sono sufficienti per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione. È per questo che, oggi più che mai, è fondamentale accelerare nell’innovazione, per trovare nuove soluzioni alle sempre più urgenti sfide della sostenibilità.

Ed è nel portare avanti queste attività complesse ma necessarie che Eni coopera, ormai da molti anni, con diverse università e centri di ricerca, attraverso una fitta rete di accordi di collaborazione che ricoprono un’importanza strategica per accelerare la transizione verso un’energia sempre più sostenibile. Accordi che, considerando i primi importanti passi in avanti già compiuti, mostrano quale sia il principale valore aggiunto che sono in grado di offrire: quello della sinergia. In queste partnership, infatti, quello di Eni non è un semplice ruolo di “finanziatore”, ma di collaboratore attivo alla ricerca: ed è proprio dalla messa a fattor comune di diversi know-how, di persone appartenenti a diversi contesti che sono nati progetti altamente innovativi che spaziano dalla produzione e utilizzo sostenibile di idrogeno alle tecnologie per la cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2, dalla fusione all’economia circolare.

Più nel dettaglio, le attività di ricerca tecnologica condotte si muovono su più direttive strategiche: l’operational exellence, con l’obiettivo di ricercare tecnologie per lo sviluppo degli asset, aumentando l’efficienza energetica, e garantendo il massimo livello di sicurezza e il minimo impatto sull’ambiente; la carbon neutrality, per ridurre, catturare, trasformare o immagazzinare la CO2, promuovendo il gas naturale come fonte di energia nella transizione verso un mix energetico a basse emissioni, integrandolo con le energie rinnovabili e sviluppando tecnologie energetiche innovative; l’economia circolare, per ridurre l’uso di materie prime trasformando i rifiuti in prodotti con valore aggiunto.

Guardando alcuni numeri, sono circa 1500 le persone impiegate in R&D dall’azienda, 400 i progetti in corso, oltre 8mila i brevetti attivi al 2022 e più di 70 le università con cui Eni collabora, in tutto il mondo. Ed è con i responsabili di alcune di queste partnership che parleremo in una miniserie di interviste su questo canale, per conoscere più da vicino i progetti messi in campo e le loro prospettive, e per capire dall’interno quale valore, nel concreto, la sinergia tra mondo accademico e mondo industriale possa generare nella strada della Sostenibilità Digitale.

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