McAfee: a lavoro l’80% dei dipendenti usa applicazioni SaaS non autorizzate

McAfee ha pubblicato i risultati di un sondaggio realizzato al fine di individuare la portata e rischi dell’utilizzo di applicazioni Software- as-a -Service (SaaS) non autorizzate. Secondo quanto emerso dallo studio condotto da Stratecast, una divisione di Frost & Sullivan, oltre l’80% degli intervistati ha ammesso di utilizzare per il proprio lavoro applicazioni SaaS non autorizzate ufficialmente. E sono proprio i dipendenti dei reparti IT a utilizzare il numero maggiore di applicazioni SaaS non autorizzate rispetto a dipendenti di altri reparti, 81% utenti aziendali dei vari dipartimenti, 83% nei reparti IT. Il 39% degli intervistati, inoltre, tra il personale IT ha dichiarato di utilizzare applicazioni SaaS non autorizzate perché queste “permettono di bypassare i processi IT”, mentre il 18% ha convenuto che le restrizioni IT “rendono difficile fare il proprio lavoro”.

Dati, quelli dell’uso di SaaS non autorizzate, che avvallano un altro dato registrato dalla ricerca, ovvero che il 35% di tutte le applicazioni SaaS utilizzate all’interno dell’impresa non sono approvate.

Frost & Sullivan stima che entro il 2017 il mercato delle applicazioni SaaS nel solo Nord America crescerà con un tasso di crescita annuale composto del 16 %, raggiungendo un valore di mercato di 23,5 miliardi di dollari. Inoltre, poiché il cloud semplifica l’utilizzo e l’installazione di applicazioni SaaS da parte dei dipendenti all’insaputa dell’IT, di conseguenza molte applicazioni vengono utilizzate all’interno dell’azienda dal personale e dai visitatori (partner, consulenti di vario tipo) senza il coinvolgimento o l’approvazione del dipartimento IT aziendale.

Ci sono dei rischi connessi con l’utilizzo di applicazioni in modalità SaaS non controllate dalle società, in particolare per la sicurezza, la conformità e la disponibilità dei dati”, ha dichiarato Lynda Stadtmueller, direttore del programma del servizio di analisi Cloud Computing di Stratecast. “Senza un’appropriata formazione, i dipendenti non tecnici possono scegliere dei fornitori di applicazioni SaaS o delle configurazioni che non sono all’altezza degli standard aziendali per la protezione dei dati e la crittografia. Involontariamente, il loro uso di tali applicazioni potrebbe violare le norme riguardanti l’utilizzo e la conservazione dei dati dei clienti, esponendo la società al rischio di violazioni delle normative”.

Ma perché questi dipendenti si comportano in modo scorretto e utilizzano applicazioni non approvate? In molti casi non lo fanno in mala fede – in realtà stanno cercando di fare il loro lavoro al meglio, o di semplificarlo. In un ambiente di lavoro globale ipercompetitivo, in cui le aziende stanno cercando di far crescere i margini per lo più risicati, i dipendenti sono sempre più misurati in base ai risultati e, in alcuni casi, a rischio del posto di lavoro. Così cercano di fare tutto quello che possono per raggiungere i propri obiettivi che, presumibilmente, contribuiscono agli obiettivi di business dell’azienda.
Di fronte all’80% dei dipendenti che ammettono di utilizzare applicazioni SaaS non autorizzate per il proprio lavoro, le aziende devono certamente proteggere se stesse, ma anche consentire l’accesso a quelle applicazioni che aiutano i dipendenti a essere più produttivi”, ha aggiunto Pat Calhoun, general manager per la network security di McAfee. “L’approccio migliore è quello di implementare soluzioni che monitorano in modo trasparente le applicazioni SaaS (e altre forme di traffico web) e applicano uniformemente le policy aziendali, senza limitare i dipendenti nel compiere al meglio il loro lavoro. Si tratta di soluzioni che non solo permettono di accedere in modo sicuro alle applicazioni SaaS, ma possono anche crittografare le informazioni riservate, prevenire la perdita di dati, proteggere contro il malware e consentire all’IT di applicare policy di utilizzo accettabili”.

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