Compuware: professionisti IT preoccupati per le garanzie sulle performance del cloud

Compuware ha annunciato oggi i risultati di una ricerca globale, che ha coinvolto 740 professionisti IT senior, sulle preoccupazioni legate all’adozione di cloud computing.

Lo studio, condotto dalla società indipendente di consulenza e ricerca Research in Action, rivela che la maggioranza dei professionisti IT (79%) considera i classici accordi disponibili sul livello del servizio (SLA) troppo superficiali e non in grado di affrontare i rischi che emergono durante l’utilizzo e la gestione di applicazioni nel cloud. Inoltre, il 63% degli intervistati ha dichiarato che occorrono metriche SLA più specifiche e dettagliate, in grado di assicurare l’erogazione di un’esperienza utente di alta qualità in modo continuo. Alla domanda su quali metriche vorrebbero vedere incluse negli SLA garantiti dal proprio fornitore di servizi, le tre risposte più frequenti fornite dai professionisti IT sono state le seguenti: tempi di risposta e qualità per l’interazione con l’utente finale, accessibilità basata sul costante monitoraggio e reportistica SLA in tempo reale.

Altra preoccupazione, espressa dal 60% degli intervistati, vi è il timore che il consumo generato da altre aziende che usufruiscono dello stesso provider possa generare difficoltà nella divisione delle risorse quindi avrebbe un impatto negativo sulle prestazioni del loro flusso di lavoro.

Le applicazioni a cui le aziende si affidano per portare profitti e gestire importanti processi industriali richiedono grande fiducia e responsabilità nel cloud provider”, ha dichiarato Michael Masterson, Director of Cloud Solutions for Compuware APM’s business unit. “Metriche superficiali come quelle sui tempi di attività non monitorano altre situazioni più urgenti come il “disturbo dei vicini”, che può essere dannoso per le tradizionali applicazioni aziendali che non sono progettate per bilanciare e gestire i carichi di lavoro in modo equilibrato. L’APM non è più facoltativo; e siccome i clienti scommettono sul cloud, devono pretendere SLA specifici sulle prestazioni e una risoluzione rapida dei problemi”.

“Consegnando gran parte del controllo ai fornitori di servizi cloud, i reparti IT hanno perso molte delle loro capacità di risolvere i problemi e perfezionare i servizi IT”, ha dichiarato Thomas Mendel, Managing Director di Research in Action. “Questo non dovrebbe incidere sull’ottimizzazione delle performance dell’utente finale, ma potrebbe complicare ulteriormente la questione. Quando si confrontano con nuove sfide e rischi dell’IT, le aziende non dovrebbero perdere tempo giocando allo scaricabarile quando qualcosa non funziona. Essere in grado di lavorare con il proprio fornitore di servizi cloud per arrivare rapidamente al cuore della questione e risolvere il problema è essenziale per limitare i rischi e superare gli ostacoli mentre gli investimenti si spostano verso il cloud”.

 

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