L’editoria mondiale ha un problema davanti a sé: Google, e le altre società che rientrano nella “oligarchia digitale. Vanno trovate linee di collaborazione, in nome della democrazia, e per questo è importante che intervenga la politica”. Questo l’appello che il presidente del Gruppo Espresso, Carlo De Benedetti, ha lanciato al Lingotto di Torino a conclusione del Forum mondiale degli editori. “Abbiamo tutti paura di Google, l’oligarchia digitale mette a rischio la democrazia”, ha detto. L’attacco di De Benedetti arriva all’indomani delle altrettanto dure parole che Antonello Soro, Garante della privacy, ha pronunciato in occasione della relazione annuale dell’authority: “I giganti di Internet – aveva detto – tendono ad occupare, in modo sempre più esclusivo, ogni spazio di intermediazione tra produttori e consumatori, assumendo un potere che si traduce anche in un enorme potere politico. Un potere sottratto a qualunque regola democratica.”
De Benedetti ha parlato anche dei rischi del digitale: “L’era digitale è sotto gli occhi di tutti. Il digitale è il futuro, e le sue potenzialità sono straordinarie. Però la più grande società editoriale al mondo non potrà mia competere con soggetti come Google, che non sono considerati editoriali ma che, nello stesso tempo, hanno il monopolio del digitale. Occorre definire nuove linee certe di collaborazione. Perché una concorrenza editoriale sana è utile alla democrazia. È tempo che la politica intervenga”. Secondo De Benedetti, Google e le altre società di questo tipo dovrebbe essere soggetta “alle regole che si applicano a tutti: penso a un sistema diverso di proprietà, oppure a un cambiamento dei motori di ricerca vietando la raccolta dati, oppure applicando rigorose regole antitrust. Google – ha aggiunto – è un’azienda straordinaria, ma la sua non è concorrenza leale”.
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