Ue, nuova Relazione sul mercato tlc: entrate scendono ma investimenti in crescita

La Commissione europea ha pubblicato oggi una relazione, che copre gli anni 2012 e 2013, sul mercato e la regolamentazione delle telecomunicazioni in Europa. La relazione affronta una serie di questioni normative: regolamentazione del mercato, piani e finanziamenti per la banda larga, autorità nazionali di regolamentazione, autorizzazioni, gestione dello spettro, diritti di passaggio e accesso all’infrastruttura passiva, accesso e interconnessione, questioni relative ai consumatori, servizio universale e neutralità della rete. Tali questioni sono affrontate nel contesto degli sviluppi del mercato, della competitività e degli obiettivi fissati dall’Agenda digitale.

Nel complesso quello che emerge è che le entrate del settore sono nuovamente calate nel 2013, ma gli investimenti iniziano a crescere mentre si confermano due trend di rilievo: ai servizi di telefonia tradizionali si preferiscono sempre più i servizi VoIP e il traffico dati è in rapido aumento. Sul fronte dei costi delle chiamate vocali e dei servizi dati su reti mobili, essi più alti nell’UE rispetto agli Stati Uniti, mentre l’uso dei servizi mobili è più diffuso negli USA, dove si registra di conseguenza un “ricavo medio per utente” più elevato;

Rispetto agli obiettivi stabiliti dalla Ue per il 2012 solo la Danimarca, la Germania, la Lettonia e Malta hanno raggiunto il goal  per l’autorizzazione di bande di frequenza specifiche. 21 Stati membri sono infine riusciti ad arrivare al traguardo nel 2013, ma il ritardo nell’assegnazione della banda a 800 MHz ha pesantemente rallentato la diffusione delle reti mobili 4G in tutta l’UE.

Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea, ha commentato così la relazione: “Il cammino verso la realizzazione di un vero mercato unico è certamente ancora lungo. Bisogna tagliare l’onere burocratico e occorre un’azione normativa più coerente a livello sia nazionale che unionale per costruire finalmente questo mercato unico. L’attuazione in tempi brevi della direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga contribuirà a centrare l’obiettivo, ma bisogna fare di più.”

Per quanto riguarda le infrastrutture dalla relazione risulta che l’accesso a un’infrastruttura passiva di telecomunicazione è frammentato, complesso e pesante in alcuni Stati membri, tra cui Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Francia, Lussemburgo, Malta e Polonia. E anche sul fronte dei consumatori esistono  differenze tra gli Stati membri per quanto riguarda le tariffe all’ingrosso per la portabilità del numero, ossia il costo addebitato a un operatore concorrente per trasferire il numero di un abbonato. La maggior parte dei paesi europei ha definito piani nazionali per la banda larga, ad eccezione di Grecia, Romania e Cipro, che stanno tuttavia per finalizzarli; i progetti nazionali per la banda larga sono finanziati nei modi più disparati (ad esempio mediante fondi pubblici nazionali sotto forma di aiuti di Stato o attraverso i fondi strutturali dell’UE). 

E l’Italia?

Il rapporto per quanto riguarda l’Agenda digitale la Ue riconosce che L’Italia ha fatto qualche progresso verso il raggiungimento degli obiettivi di base banda larga negli ultimi due anni. Tuttavia, le penetrazioni generali e fisse a banda larga NGA sono ancora molto al di sotto della media UE (e ultimo nell’Unione europea per quanto riguarda la penetrazione 30Mps e la copertura NGA) e progrediscono più lentamente che nel resto del continente. Se parte di questa disparità, si legge,  è legata anche alla bassa alfabetizzazione digitale (34% delle persone non ha mai usato Internet, il quarto numero più alto nella UE nel 20136 ), anche la qualità delle linee a banda larga esistenti in termini di velocità sembra essere molto bassa rispetto alla media UE (solo il 18,4% degli abbonamenti offre velocità superiori a 10 Mbps, rispetto al 66% in tutta l’Unione). Questa situazione ha spinto il Paese specifica raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea nel 2013, evidenziando la necessità di aggiornare capacità di infrastruttura per la banda larga ad alta velocità.

Negli ultimi due anni la banda larga mobile ha continuato a crescere, raggiungendo una penetrazione nel mese di gennaio 2014 doppia rispetto a quella del 2011, e superiore alla media UE. Accanto a questo, la distribuzione e la disponibilità commerciale delle reti LTE è progredita in fretta (più che triplicata dal luglio 2013), sia nelle città principali così come nei settori  interessati dal digital divide.

Italia Ue

 

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here