Xiaomi sbarca in Usa ma non venderà smartphone

Xiaomi, la compagnia cinese che in pochi anni ha scalato il mercato globale degli smartphone pur vendendo quasi solo in Cina, fa un primo passo nel mercato statunitense. In un evento a San Francisco, la società ha annunciato che porterà il suo negozio online mi.com in Usa per vendere accessori come auricolari e bracciali per il fitness.

Almeno per il momento, però, non venderà smartphone, per i quali ha bisogno di ottenere delle certificazioni. Nel primo evento in America, il vicepresidente di Xiaomi Hugo Barra, ex manager di Google, ha mostrato alcune funzioni create per gli smartphone dell’azienda, tra cui “l’abbellimento del volto” che fa apparire le persone più belle nei selfie. Soprattutto, Barra ha svelato che al momento oltre 100 milioni di persone usano il sistema operativo MiUi, creato dalla compagnia rielaborando la piattaforma Android di Google. Xiaomi, che ha chiuso il 2014 con 61 milioni di smartphone commercializzati, ha snocciolato anche alcuni dati di vendita sui suoi dispositivi più gettonati. Tra questi il RedMi, con 30 milioni di pezzi, e il Mi3, con 14,3 milioni.

L’arrivo di Xiaomi sul mercato Usa la dice lunga sugli enormi passi da gigante del produttore low cost cinese che in pochi mesi ha battuto Samsung come top vendor di smartphone proprio in Cina ed è diventato un competitor sempre più globale dopo essersi piazzato terzo al mondo come volume di spedizioni, dopo Apple e Samsung. Record di vendite che si associa a sempre più frequenti record finanziari: Xiaomi infatti è  la startup che vale di più al mondo e ha recentemente raggiunto vendite per 74,3 miliardi di yuan (pari a 11,97 miliardi di dollari), con una crescita del 135% su base annua.

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