Obama alla Cina: cambiare le regole sulle tech company per fare affari con Usa

Il presidente Barack Obama ha fortemente criticato i piani della Cina sulle norme che dovrebbero regolare l’industria tecnologica americana e ha invitato Pechino a cambiare le sue politica, se vuole fare affari con gli Stati Uniti. In una intervista a Reuter il Presidente, infatti, si è detto preoccupato per i piani di Pechino che, in chiave antiterrorismo, richiederebbe alle aziende tecnologiche di porre fine ai codici criptati che impediscono alle autorità cinesi di ottenere dati e informazioni. Di fatto la Cina avrebbe, sostiene Obama, campo libero nello “spiare” le attività degli utenti delle aziende tech. Ne ho parlato direttamente con il presidente Xi“, ha spiegato Obama all’agenzia stampa “e siamo stati molto chiari nel dire che la situazione deve cambiare se la Cina vuole fare affari con gli Stati Uniti.”   

Il monito di Obama arriva a una settimana dalla presentazione, da parte di un organismo parlamentare cinese, della seconda bozza di legge anti-terrorismo che il legislatore dovrebbe adottare già nelle prossime settimane. Le norme “obbligherebbero tutte le società estere, comprese le società americane, a consegnare al governo cinese spazi dove esso potrà curiosare e tenere traccia di tutti gli utenti di tali servizi”, ha detto Obama. “Come si può immaginare le tech company non sono disposte a farlo.” In sostanza il campo di applicazione delle norme andrebbe ben al di là di quanto previsto da recenti regole per il settore finanziario che ha spinto le banche cinesi ad acquistare servizi da da fornitori nazionali di tecnologia.

Anche se le nuove disposizioni antiterrorismo si applicherebbero a tutte, sia le aziende tech nazionali che straniere, i funzionari di Washington e le lobby imprenditoriali occidentali sostengono che la legge, in combinazione con le nuove regole bancarie e una serie di indagini antitrust sui colossi stranieri, fanno gravare sulle aziende estere una pressione normativa sleale. La Cina, per suo conto, difende la legge antiterrorismo sostenendo che fosse “un obbligo” da parte del governo nell’ottica delle lotta al terrorismo.

 

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