Imprese sul web: il 70% delle PMI cancella il dominio .it a fine progetto

Il made in Italy nel web continua a crescere (sono 2.800.000 i domini registrati) rispetto alla media europea, anche se nel 2014 ne sono stati cancellati 495 mila e la crisi colpisce soprattutto le piccole imprese hanno accusato il colpo maggiore: secondo un’indagine del Registro.it, l’anagrafe dei domini internet italiani gestita dall’istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa, su un campione di 1.417 microimprese (società e liberi professionisti) risulta che quasi il 70% ha cancellato il proprio dominio perché si era concluso il progetto per cui era stata richiesta la registrazione.

Oltre tre quarti del campione, dopo la cancellazione, non ha sostituito il suffisso italiano con un concorrente, anche se solo il 20% delle imprese ha cambiato vocazione dopo la chiusura del dominio. Altre ragioni della cancellazione riguardano i costi ritenuti troppo alti, l’utilizzo di alternative o la ricerca di una diversa connotazione di immagine, il mancato riscontro dei vantaggi ipotizzati. “La cancellazione del proprio dominio – dice Domenico Laforenza, direttore del Registro .it e dell’Iit-Cnr – è una strategia comunque sbagliata, perché porta alla perdita dell’identità nella rete e si traduce anche nell’abbandono della comunità costruita attorno al dominio collegato a un marchio, a un servizio, a un prodotto. La difficoltà economica non è una buona motivazione per privarsi di un servizio che ha costi contenuti e rappresenta la vetrina della propria azienda sul web”.

Secondo Anna Vaccarelli, responsabile relazioni esterne del Registro.it, “è necessario avvicinare il mondo delle imprese all’utilizzo consapevole e produttivo della rete e per diffondere le competenze digitali tra le imprese italiane abbiamo aderito a Digitaly, progetto che vede coinvolti insieme a noi Cna, Amazon, Google e Seat Pagine Gialle: gireremo l’Italia per formare gli imprenditori, raccontando l’importanza di avere un nome a dominio per affermare la propria identità digitale e proteggere il proprio marchio”. 

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