#VEMFWD2016: Automation, IoT e security, ecco le chiavi del futuro

L’innovazione oggi ha molte parole chiave ma il Forum Annuale di VEM sistemi svoltosi nell’affascinante e unica cornice di Palazzo Albergati a Zona Pedrosa nel bolgonese, quest’anno ha prevalentemente avuto a che fare con i numeri. Numeri di fasi storiche, di momenti, di opportunità di innovazione ed evoluzione che portano direttamente alla digital transformation. Numeri che hanno permesso di esplorare, in una mattinata di approfondimenti e incontri, l’innovazione che serve alle imprese e al sistema Paese per  crescere. Non è un caso che VEM per il forum di quest’anno abbia scelto la frase di M.C. Esher “Solo coloro che tentano l’assurdo  potranno raggiungere l’impossibile” per rappresentarsi.

Quattro: i pilastri della Terza Piattaforma
foto 3 (7)E’ il futuro “ineludibile” come lo ha definito l’amministratore delegato di VEM sistemi Stefano Bossi che ha aperto la mattinata di lavori “che finirà per indirizzare il modo con cui le imprese guardano al futuro.” Cloud, big data, mobile e tecnologie social, chiamati dagli esperti Terza Piattaforma dopo dopo l’era dei mainframe e dei terminali e il passaggio attraverso il client/server e le reti locali.
Non sappiamo se le previsioni se entro Il 40% dell’IT spending sarà su terza piattaforma rispetto al 20% di oggi” ha spiegato Bossi “ma quello che conta non il numero quanto la ineludibilità del processo innescato. Una ineludibilità che deve portare le aziende a innovare guardando al futuro: VEM lo ha fatto, e lo fa, puntando su IoT e Native generation security.” L’IoT, è noto, aumenta la superficie di attacco verso i sistemi e la convergenza delle infrastrutture legacy verso l’IT apre nuovi fronti di attacco. Attacchi che sono sempre più forti, “multivettoriali e non prevedibili grazie a malware polimorfici” aggiunge Bossi. Qui arriva il senso del ragionamento complessivo sull’importanza dello sguardo a 360° e dell’automation, fenomeno planetario che ha natura tecnologica ed economica, organizzativa e sociale. “Se pensiamo che entro il 2020 il rapporto human to machine sarà di almeno 1 a 30 e il nostro sarà un mondo “SMART” costituito da reti intelligenti che opereranno per il miglioramento continuo e una efficienza estesa sia operativa sia energetica, dobbiamo essere  preparati a questa rivoluzione che ha per oggetto la gestione e l’evoluzione di  complessi sistemi tecnico-organizzativi atti ad innovare i processi produttivi.”

Quattro: i pilastri dell’IoE
E quando si parla di IoT si parla in realtà,  spiega Agostino Santoni AD di Cisco Italia ospite del Forum VEM, di device di persone, dati e di processi ovvero dei quattro pilastri dell’IoE, la nuova rivoluzione industriale che cambia il volto delle imprese, delle filiere produttive e potenzialmente del Paese Intero. “L’Italia può recuperare un gap di 15 anni di mancati investimenti grazie alla tecnologia lo dicono le tante aziende anche IoT oriented che stanno nascendo in questi anni.” Ma una connettività così diffusa necessità di strutture IT che puntino sempre più alla semplificazione che diano vita a organizzazioni veloci, agili e completamente automatizzate. E poi la sicurezza, altro forte laitmotiv della mattinata, un’attenzione che in tutte le imprese deve tradursi in azione concreta a supporto del business e dei clienti: “In Cisco puntiamo sempre più su una piattaforma integrata con approccio olistico, prima durante e dopo attacco. E lo facciamo con forza: 3.5 miliardi di dollari investiti nel settore e ben 5mila persone in azienda che oggi si occupano di sicurezza e bloccano 20 miliardi di attacchi al giorno.”

Tre: le fasi della vita della rete
Ancora numeri ma questa volta quelli della rete che il professor Gino Roncaglia,  Professore di Informatica umanistica all’università della Tuscia. Il mondo descritto da Bossi e da Santoni, in fondo, è anche il frutto della nuova evoluzione che sta vivendo Internet. “Dopo una prima fase da cacciatori raccoglitori in cui ci collegavamo alla rete per cogliere qualcosa e catturare ciò che era disponibile e quella degli insediamenti urbani stile Geosities, oggi siamo nella terza fase: l’uso della rete è cambiato e oggi l’informazione si muove, si scambia, si crea collaborativamente. Il successo è di chi è capace di farla circolare.” Siamo alla fine, quindi? Secondo Roncaglia no: il futuro ci riserverà un’ulteriore novità quando “passeremo dalla frammentazione alla complessità grazie all’integrazione dei sistemi: è questo il futuro della rete perché, ad esempio, l’IoT non è solo il collegamento di singoli dispositivi ma è far lavorare in modo organizzato e coerente questi dispositivi, Ovvero costruire complessità.”

Tre come: storage, security, datacenter 
foto 4 (4)Infine, tre, come gli attori che nel corso del forum hanno approfondito il tema dell’automation, dello storage, della security e dei data center nel futuro in continuo movimento che la mattinata ha contribuito a restituire sia con immagini che con esempi concreti. Il senso, e l’importanza dell’automation, con l’IoE e con la continua integrazione di ambienti IT e non diversi, obbliga le imprese a un ripensamento continuo del business, hanno spiegato Bruna Bottesi, Country Manager di NetApp Italia, Davide Zardo Vice President Schneider Elctric Italia e Filippo Monticelli Country Manager Fortinet Italia. I data center, ad esempio, chiarisce Zardo, con l’IoE sono chiamati a sostenere, già solo nell’ecosistema degli edifici, un impegno elaborativo non indifferente e si punta sulla automatizzazione per funzionare e per offrire enorme affidabilità a interi siti produttivi. Stesso dicasi per la security:“Il concetto dell’automatizzazione della sicurezza è centrale e per noi lo è da anni” spiega Monticelli “e ce ne occupiamo in diversi modi lavorando su più fronti, innalzando il livello delle competenze degli operatori e anche delegando a device specifiche attività che oggi non sono fatte da tali sistemi.”

IoE, security, Automation come “collante” operativo e…. visione del futuro. Quello che emerge da quest’incontro annuale, è che senza una visione del futuro è difficile, in un contesto così mutevole, affrontare la digital transformation. La politica, intervenuta nella mattinata con l’On. Stefano Quintarelli dell’Intergruppo Parlamentare per l’Innovazione Tecnologica, che ha fatto il punto sulle iniziative di Governo su Agenda digitale, è chiaramente fondamentale e rappresenta un sostrato da cui non si può prescindere. Ma a chi fa business IT in Italia oggi, serve anche l’intuizione e la caparbietà di essere attori, promotori, e mediatori di innovazione a 360°.  “Non per essere ripetitivo – spiega Bossi – ma anche nelle strategie serve una visione olistica, oggi è questo il vero elemento di novità. Come VEM noi siamo orgogliosi di poter essere abilitatori di innovazione a  360° per i clienti della media impresa per aiutarli a migliorare il business.”
Un’attenzione che si traduce in nuove acquisizioni come quella di myDEV che fa diventare VEM Sistemai una software company, e in attenzione all’eccellenza delle risorse. “Oggi, nella cosiddetta guerra dei talenti, il nostro competitor è anche la grande azienda automobilistica che, in ottica IoT e di connected car, si sta dotando di esperti IT che fino a pochi anni fa, non erano oggetto di attenzione da questo comparto produttivo. L’impegno di VEM è anche su questo fronte, nel cercare di attrarre, e di trattenere, persone qualificate.” I clienti come rispondono? Ancora una volta parlano i numeri: un mattinata di incontri con quasi 400 partecipanti e circa 240 clienti iscritti e un’impresa che, nel complesso, nel quinquennio 2009 – 2013 ha raddoppiato il fatturato chiudendo il 2014 sopra i 29 milioni.

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