Startup e finanziamenti: solo una su 100 ce la fa

Fonte: The Nielsen Mobile Shopping, Banking and Payment Survey Q1, 2016

Avviare una startup di successo e guadagnare molto è il sogno di tanti giovani. Spinti dai casi di successo in voga sul web e dal periodo di crisi occupazionale, moltissimi ragazzi hanno deciso di lanciarsi in questo tipo di avventura. Basti pensare che a fine giugno 2016 il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese è pari a 5.943, in aumento di 504 unità rispetto alla fine di marzo dell’anno precedente (+9,27%, mentre il complesso delle società di capitali nello stesso periodo è cresciuto dell’1,16%).

Tuttavia, riuscire costruire una società di successo è molto più difficile di quanto sembri.

Tra le varie problematiche da affrontare una delle più importanti è senz’altro quella economica, ovvero: come finanziare la startup se non si hanno capitali propri da investire?

La risposta è, chiaramente, quella di cercare di farsi notare dagli investitori per ricevere dei finanziamenti. Ma, per fare ciò, è necessario avere un’idea solida, un valido business-plan e un’organizzazione adeguata agli obiettivi. Ed è proprio qui che i numeri sono tutt’altro che entusiasmanti.

Secondo IAG – Italian Angels for Growth, il principale network italiano di business angels – solamente l’1% delle idee d’impresa innovative riesce ad arrivare a un primo finanziamento per avviare l’attività.

I dati, presentati al convegno “Capitali Coraggiosi” promosso a Bologna da IAG, parlano di 3.000 idee d’impresa presentate dal 2008 ad oggi ed esaminate dai circa 130 soci (manager e imprenditori) di IAG. Di queste solo 81 sono state selezionate e 32 finanziate.

Lombardia ed Emilia Romagna sono le regioni più virtuose in quanto a numero di imprese innovative e finanziamenti ricevuti, mentre i settori più “prolifici” di proposte sono stati Internet (30%), l’ICT (14%) e il manifatturiero con l’industria 4.0 (11%). Ben rappresentati anche il mobile/giochi e intrattenimento (8%), biotech e farmaceutico (6%) e il medicale (5%).

Esaminiamo circa 500 business plan di imprese innovative ogni anno – afferma Antonio Leone, presidente di IAG – con un processo di selezione molto accurato. Dopo una valutazione individuale si passa all’analisi delle condizioni aziendali (due diligence) guidata un socio esperto nel settore di riferimento dell’impresa scelta. Quindi si arriva all’investimento che avviene nella fase iniziale della vita dell’azienda. Investiamo in tutte le tecnologie dove almeno uno dei nostri soci possiede. Il Venture Capital sia di natura informale che istituzionale in Italia è un settore senz’altro in evoluzione e in espansione e diventerà essenziale nella nostra economia. È innegabile che fino a oggi sia mancato un “big bang” che permetta di sprigionare il dinamismo imprenditoriale del nostro Paese, attrarre capitali adeguati, e stabilire finalmente un circolo virtuoso stabile fra denaro e idee“.

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