Smart working: tutti lo vogliono pochi lo offrono

Dallo smart working al social recruitment, dai trend di selezione alle politiche retributive, fino alle previsioni sulle tendenze occupazionali dei prossimi mesi. Questi i principali temi affrontati nell’edizione 2017 della Hays Salary Guide, l’indagine annuale sull’andamento del mercato del lavoro in Italia, condotta da Hays – uno dei leader mondiali nel recruitment specializzato – coinvolgendo un campione di oltre 250 aziende e più di 1.400 professionisti.

Con la nuova edizione della Hays Salary Guide, il gruppo ha voluto approfondire meglio uno tra i temi più attuali del mondo del lavoro: lo smart working. Grazie alla diffusione delle nuove tecnologie, oggi è infatti possibile svolgere le proprie mansioni lavorative senza doversi recare fisicamente nella propria sede d’azienda. Ben 8 professionisti su 10 (82%) sarebbero felici di poter lavorare da casa, tuttavia solo il 35% delle imprese afferma di offrire ai propri dipendenti la possibilità di lavorare “da remoto”.

In ogni caso, è certo che il fenomeno ha risvolti positivi sia per le aziende – che nel 67% dei casi hanno registrato un incremento nella produttività, oltre a una diminuzione dei costi fissi per la gestione degli uffici tradizionali (21%) – sia per i professionisti. Questi ultimi infatti annoverano fra i principali vantaggi la maggiore autonomia organizzativa (33%), la riduzione dei tempi e costi sul tragitto casa-lavoro (28%), oltre a un migliore equilibrio fra lavoro e vita privata (25%).

Fra le aziende italiane che consentono lo smart working, il 91% fornisce gli strumenti tecnologici necessari per il lavoro smart: a livello di device, PC e smartphone sono tra i più gettonati, rispettivamente con il 93% e 82% delle preferenze. Ma quali sono le tecnologie più utilizzate dai professionisti italiani quando lavorano in mobilità? Il 43% del campione dichiara di utilizzare App di Instant Messaging – in primis, WhatsApp e Skype -, il 28% la tecnologia Cloud e il 14% i Social Media Aziendali, come ad esempio Yammer. 

Analizzando i dati relativamente al livello professionale, si evince come sia il middle management a optare maggiormente per il “lavoro agile” (42%); percentuali nettamente inferiori per junior e top management (rispettivamente al 20% e 14%). 

Previsioni 2017

Nonostante la crescita economica prosegua in maniera contenuta, un quarto delle aziende intervistate da Hays (26%) dichiara che per il 2017 aumenterà il livello di investimenti in HR. La ricerca di personale da parte delle imprese si focalizzerà soprattutto su profili tecnici o di middle management (75%), professionisti con una breve esperienza professionale (47%), oltre a tirocinanti e apprendisti (42%). Di contro il 64% del campione non ha pianificato nuovi ingressi in organico per l’anno in corso.

Ma che anno sarà il 2017 per i professionisti italiani? Il 62% del campione vorrebbe cambiare lavoro nel corso dei prossimi mesi. Tra le principali motivazioni, una maggiore soddisfazione professionale (69%), una migliore prospettiva di crescita (67%) e un aumento retributivo (57%).

Social recruitment

I dati dell’indagine Hays sembrano confermare una tendenza già in atto da un paio d’anni: sempre più aziende (56%) eseguono in fase di selezione uno screening dei profili social del candidato. I motivi sono molteplici: si va dall’esigenza di avere una visione più completa del professionista (93%) alla possibilità di accertare eventuali attitudini professionali attraverso la partecipazione a community (33%), dall’individuazione di possibili incongruenze nelle esperienze di lavoro dichiarate (32%) all’opportunità di informarsi sulla rete dei contatti professionali del candidato (30%).

Tra i Social Media più utilizzati durante l’attività di recruiting, il 99% delle aziende campione impiega LinkedIn, il 60% consulta Facebook, il 19% Instagram, mentre un altro 19% controlla se il candidato ha un proprio blog.

Tuttavia, occorre evidenziare che le informazioni reperibili dai profili social del professionista non fungono da discriminante: l’81% del campione afferma infatti di non avere mai escluso un candidato dall’iter di selezione per questa motivazione.

E tra i professionisti? Più della metà del campione (51%) si affida ai Social Network professionali per individuare nuove opportunità di lavoro. Non solo, il 57% degli intervistati ritiene che sia giusto che le aziende eseguano uno screening delle informazioni contenute sui profili Social dei candidati, sempre che si tratti di pagine professionali. Solo il 28%, invece, considera legittimo uno screening a 360 gradi di tutti i Social.

Il candidato ideale: l’identikit

In fase di selezione, l’83% delle aziende mette al primo posto una solida esperienza maturata sul campo, seguita da ottime referenze (12%) e dal titolo di studio (5%). Per l’80% delle imprese, il candidato ideale deve possedere anche forti competenze linguistiche. Oltre all’imprescindibile inglese, i responsabili HR stanno guardando con particolare interesse i candidati che dimostrano di saper parlare francese (56%), tedesco (53%), spagnolo (37%), oltre al cinese (17%).

Per sbaragliare la concorrenza nel processo di selezione, i professionisti italiani puntano sulla formazione per arricchire il proprio curriculum. Il 54% cerca di sviluppare le proprie competenze trasversali, mentre il 51% si dedica allo studio delle lingue straniere. Oltre all’inglese, gli intervistati optano per tedesco (28%), francese (28%), spagnolo (24%) e cinese (9%).

Per assicurarsi le risorse migliori e, al contempo, la retention delle risorse attuali, il 94% delle imprese intervistate offre benefit di natura economica. Inoltre, il 96% delle imprese offre ai propri dipendenti benefit di natura non economica come l’assicurazione sanitaria (90%), la macchina aziendale (78%), il telefono aziendale (68%) e i rimborsi spese (54%). La quasi totalità dei professionisti (95%) dichiara di valutarne la presenza nelle offerte di lavoro ricevute: tra i più ambiti, l’auto aziendale (83%), l’assicurazione sanitaria (79%) e il rimborso spese (51%).

La nuova edizione della Hays Salary Guide è disponibile qui: Hays.it

Copia & Incolla: perché questo titolo? Perché i contenuti di questa categoria sono stati pubblicati SENZA ALCUN INTERVENTO DELLA REDAZIONE. Sono comunicati stampa che abbiamo ritenuto in qualche modo interessanti, ma che NON SONO PASSATI PER ALCUNA ATTIVITÀ REDAZIONALE e per la pubblicazione dei quali Tech Economy NON RICEVE ALCUN COMPENSO. Qualche giornale li avrebbe pubblicati tra gli articoli senza dire nulla, ma noi riteniamo che non sia corretto, perché fare informazione è un’altra cosa, e li copiamo ed incolliamo (appunto) qui per voi. 

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here