Blockchain salva giornalisti e lettori?

Quando si parla di Blockchain il pensiero corre subito alle monete virtuali o, come spesso si dice, alla possibilità di tracciare in modo sicuro un certo processo. Più raramente si associano a questa tecnologia nuove opportunità per il settore dell’editoria e del giornalismo che, proprio a fronte del diffondersi dei social network, sono oggi costretti a rivedere i loro modelli di business oltre alle modalità di verifica dei contenuti. Sul Web esistono numerose soluzioni alternative possibili, certamente più efficienti, ma con costi che ricadrebbero sui produttori dei contenuti e gli autori.

VideoSign, progetto realizzato da Cefriel nel 2016, consente di verificare la fonte di un video e riconoscere il diritto d’autore a chi lo ha prodotto e propone un modello alternativo, in cui la piattaforma è sostenuta in maniera collettiva e con costi che vengono distribuiti lungo tutta la filiera. Il progetto è l’esempio di come si possa sfruttare il potenziale della decentralizzazione negli ecosistemi digitali, a supporto della sostenibilità e nella logica della piattaforma.

Qual è una nuova necessità per il giornalista?

Nel mare di informazioni presenti in Rete, la sfida dei giornalisti è duplice: da un lato far rispettare il proprio diritto d’autore nel momento in cui produce una notizia o un video, dall’altro quello di verificare la fonte di qualcosa che arriva in redazione e che non può essere diffusa nel caso in cui non sia verificabile e vera.

 Qual è una nuova necessità per gli editori?

Oltre ai giornalisti, anche gli editori hanno la necessità di individuare ed entrare in contatto con l’autore o gli autori di video che intendono utilizzare. L’uso di smart contracts rappresenta una opportunità in quanto consente di accedere a una nuova gamma di servizi, riducendo la necessità di intermediari terzi.

Come la blockchain fa al caso loro?

Tramite la blockchain è possibile tracciare gli autori di un video, con bassi costi di implementazione. Cefriel, in collaborazione con L’Eco della Stampa, ha ideato e prototipato una soluzione denominata VideoSign, finanziata dalla Digital News Initiative, iniziativa di finanziamento europea per l’innovazione nei media e nel giornalismo guidata da Google e partecipata dai principali quotidiani europei.

Il prototipo è un’applicazione distribuita composta da un front-end mobile/web e un back-end blockchain che permette a un giornalista di caricare un contenuto e registrare la prova di pubblicazione, in modo che qualsiasi potenziale editore o anche utente finale possa controllare l’autore e le altre informazioni correlate sul video.

In modo del tutto trasparente per l’utilizzatore, l’applicazione permette di porre una impronta digitale registrata nella blockchain, contenente il nome dell’autore e altre informazioni sul video che non possono essere alterate in alcun modo. In questo modo viene meno il ruolo di intermediazione di terze parti, visto che questo compito è svolto dal registro pubblico, distribuito e sicuro che è la blockchain.

L’autenticazione delle notizie in rete – ha affermato Alessandro Cederle, Direttore de L’Eco della Stampaè importante tanto per gli autori, quanto per enti o aziende impegnati nel monitoraggio della propria reputazione. I sistemi distribuiti possono agevolare questo compito così complesso e delicato e per questo è importante incominciare a fare ricerca e a sperimentare. Come L’Eco della Stampa abbiamo un punto di osservazione privilegiato su tutto l’ecosistema dell’informazione e ne sentiamo la responsabilità”.

Videosign è un esempio di come la blockchain possa proporsi come alternativa alle piattaforme centralizzate. In Cefriel i progetti stanno proseguendo nell’esplorazione di altri scenari di piattaforma ed ecosistema.

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