New Digital Payment supererà i 125 miliardi di euro nel 2021

Nel 2018 i pagamenti con carta in Italia salgono a 240 miliardi di euro, pari al 37% dei pagamenti delle famiglie italiane, con una crescita del +9%. Gli italiani usano sempre di più la carta: il numero di transazioni pro capite è oggi di 69,6 rispetto alle 60 del 2017.” Dichiara Alessandro Perego, Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital innovation Politecnico di Milano La crescita, seppure più alta della media europea, non risulta ancora sufficiente per permettere all’Italia di scalare la classifica europea, ben lontana dai paesi più performanti come Danimarca, Svezia e Regno Unito, che registrano oltre 300 transazioni pro capite all’anno. È positivo però osservare che, confermando il trend degli ultimi anni, scende il valore medio di ogni transazione che si attesta intorno ai 57 €/transazione rispetto al 60,5 €/transazione registrati nel 2017”. 

I New Digital Payment continuano a crescere ad un ritmo elevato (+56%) e arrivano a rappresentare un terzo del totale dei pagamenti digitali con carta per un totale di 80 miliardi di €. Questa crescita è trainata in particolar modo dalla componente di prossimità delle carte Contactless e dei pagamenti in prossimità da Mobile (Mobile Proximity Payment), crescita che stimiamo possa proseguire nei prossimi anni superando nel 2021 i 125 miliardi di euro. I Mobile Proximity Payment, in particolare, hanno avuto una crescita molto importante (+650%), con oltre 15,6 milioni di transazioni effettuate in negozio con lo smartphone, per un equivalente di 530 milioni di euro” aggiunge Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce. 

Queste sono alcune delle evidenze emerse dalla nuova edizione dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano

I pagamenti Contactless

Nel 2018 in Italia sono state effettuate oltre 1 miliardo di transazioni senza contatto da parte dei possessori di carte contactless, per circa 47 miliardi di euro di transato complessivo. A ricoprire un ruolo fondamentale, oltre alla dimestichezza con questa tecnologia ormai acquisita da consumatori ed esercenti, è anche la crescita del numero di carte e POS abilitati: oltre 1 carta su 2 (60 milioni, +17%) a fine 2018 e più di 3 POS su 4 (1,7 milioni, +21%) sono contactless. Si stima che i pagamenti contactless entro il 2021 potranno valere tra i 75 e i 100 miliardi di euro.

Lo scontrino medio delle transazioni “tap & go” è sceso nell’ultimo anno, passando dai 48 €/transazione del 2017 ai 45 €/transazione. La cifra è più bassa rispetto ai 57 € delle transazioni tradizionali, il contactless sta quindi intercettando una quota delle micro-transazioni. Tuttavia, l’ampia distanza dalla soglia dei 25 € (per cui non viene richiesto di inserire PIN o firma) conferma anche che chi ha l’abitudine a usarlo ormai lo utilizza indistintamente per importi micro o macro. 

I pagamenti da smartphone

I pagamenti presso i punti vendita attraverso il cellulare (Mobile Proximity Payment) crescono in maniera esponenziale (+650%) e raggiungono i 530 milioni di euro transati nel 2018, con oltre 15,6 milioni di transazioni effettuate. Raddoppiano, inoltre, sia il numero di persone che l’hanno utilizzato (1 milione in totale a fine 2018) sia la spesa annuale media, che supera i 500€ per persona.

La sensazione è che questo 2018 sia stato un anno di transizione verso numeri sempre più interessanti per il Mobile Proximity Payment. Se verranno rispettate le attese, nel 2021 il valore potrebbe arrivare tra i 5 e i 10 miliardi di euro. 

Il valore degli acquisti online di beni e servizi tramite sito Mobile o app (Mobile Remote Commerce) è cresciuto del 40% per un totale di 8,4 miliardi di euro: un valore pari al 31% del totale eCommerce, in crescita rispetto al 25% del 2017. Le punte di penetrazione del Mobile si registrano nella vendita di prodotti (tra il 32% del Food&Grocery e il 45% dell’Abbigliamento), mentre è minore nella vendita di servizi (tra il 9% delle Assicurazioni e il 18% del Turismo e trasporti).

Con queste premesse, si stima che nei prossimi tre anni il Mobile Remote Commerce potrà raggiungere un valore tra i 17 e i 20 miliardi di euro, con una penetrazione che sfiorerà il 50% del totale eCommerce. 

I pagamenti via smartphone di ricariche, bollettini e di servizi della “Sharing Economy”

Il mercato del Mobile Remote Payment (pagamenti di ricariche telefoniche, bollette, bollettini, parcheggi, biglietti del trasporto, noleggi auto, taxi, etc. attraverso il cellulare) raggiunge i 900 milioni di euro di transato con una crescita del 10%, confermando il rallentamento nell’incremento già mostrato nel 2017. È un mercato che si dimostra maturo, ma che potrà comunque aumentare nei prossimi anni sia nell’utilizzo da parte degli utenti sia nel numero di comuni in cui i servizi saranno attivi e fruibili.

Tra le sue componenti, i pagamenti delle ricariche telefoniche e dei bollettini rimangono pressoché stabili, con un valore totale di circa, rispettivamente, 570 e 130 milioni di euro. Continuano a crescere, invece, i mercati legati alla mobilità (+53%): il pagamento di parcheggi, di biglietti dei mezzi pubblici, di taxi, di servizi di car sharing e bike sharing. In totale valgono oltre 180 milioni di euro e sono presenti in oltre 460 comuni (il 5,8% del totale, era il 4,6% nel 2017), abitati dal 39% circa della popolazione italiana (era il 37% nel 2017).

La componente che pesa maggiormente rimane quella del car & bike sharing con oltre 90 milioni di euro transati e una crescita del 49%, nonostante il bike sharing faccia registrare una contrazione in termini di numero di città servite (-30%) a causa della dismissione in diverse piccole città del servizio a postazione fissa.

Raddoppiano, invece, i pagamenti delle corse del taxi da app con un valore di 40 milioni di euro, anche grazie a convenzioni aziendali che permettono ai dipendenti il rimborso delle spese. Il pagamento del parcheggio via app, che permette agli automobilisti di pagare solo i minuti effettivi di sosta senza passare da un parchimetro, si dimostra il servizio più capillare con oltre 360 comuni serviti e un transato che supera i 35 milioni di euro. Cresce dell’11%, infine, il pagamento dei mezzi di trasporto pubblici da app o con sms, raggiungendo un valore di quasi 15 milioni di euro.

Tenendo conto dello sviluppo che questa componente potrà avere nei prossimi anni, si stima che nei prossimi tre anni il Mobile Remote Payment varrà tra 1,2 e 1,6 miliardi di euro. 

I Mobile POS (terminali collegati allo smartphone dell’esercente) sono riusciti a ritagliarsi negli ultimi anni una fetta di mercato italiano piccola ma molto importante, perché composta prevalentemente da esercenti non ancora dotati di terminali per l’accettazione di pagamenti con carta. La crescita del 38% del valore del transato rispetto al 2017 (per un totale di quasi 1,5 miliardi di euro) dimostra come le politiche di pricing legate a questi strumenti – solitamente basati su bassi costi fissi di attivazione e di canone e su costi variabili per transazione più elevati – risultino molto attraenti per quella parte di commercianti che intendono dotarsi di un secondo terminale e per coloro che processano solo poche transazioni nel corso del loro lavoro. Il numero di transazioni (100 transazioni annue per POS) e il valore di transato per POS (9.000 € annui per POS) risultano, infatti, di un paio di ordini di grandezza minori rispetto ai POS tradizionali. Si stima che nel 2021 i pagamenti su Mobile POS varranno tra 1,8 e 2,2 miliardi di euro. 

La customer experience degli utenti dei servizi di Mobile Wallet

Anche in Italia quello dei Mobile Wallet si dimostra un mercato con una buona maturità, che con l’ingresso di grandi player internazionali ha spinto al massimo l’acceleratore sull’ottimizzazione dell’esperienza di utilizzo nell’ottica di una Customer Centricity che metta al centro dell’esperienza lo stesso utente. 

L’indagine di tipo quantitativo si è rivolta a 6.822 tra user, potential user (utenti che hanno scaricato l’app, ma non l’hanno ancora utilizzata) e rejectors (utenti che non utilizzano mai i servizi) di Mobile Wallet.” Dichiara Fabrizio Andreose, Client Partner – Banking & Insurance Insights Division di Kantar Nel 2019 osserviamo una crescita significativa degli utenti che utilizzano i servizi di Mobile Payment per il pagamento nel punto vendita (87,7% di chi utilizza applicazioni che lo supportano), che segna di fatto il sorpasso al primo posto rispetto al pagamento online (81%). Il pagamento in negozio registra inoltre la frequenza di utilizzo più elevata, circa 1 volta alla settimana mentre il pagamento online si attesta a circa 2 volte al mese. Ampio e diffuso è anche l’utilizzo dei servizi di trasferimento di denaro ad altre persone (76,8%), ricarica del cellulare (69,7%) e pagamento di bollette (62,4%). Quasi tutti gli utenti (93% in media) dei Mobile Wallet che lo consentono, infine, consultano il saldo della carta o del conto almeno una volta alla settimana. Gli utenti di Mobile Wallet si dichiarano mediamente molto soddisfatti: su una scala compresa tra 1 e 10, i 9 Mobile Wallet prendono voti che vanno da 8.2 a 9.3. Il 66% degli user di Mobile Wallet assegna voti tra 9 e 10; più in generale più in generale per 8 Mobile Wallet su 9 gli utenti esprimono in maggioranza una valutazione di eccellenza”. 

I prossimi passi

Ormai da qualche anno il mondo dei pagamenti consumer sta vivendo una profonda trasformazione. Se all’inizio si pensava che i pagamenti da smartphone potessero essere la conclusione di questo percorso di mutazione, oggi si prospettano ulteriori innovazioni che cambieranno il nostro modo di pagare.

Il primo livello di innovazione riguarda le piattaforme abilitanti, le soluzioni di back office su cui possono poggiare le innovazioni utilizzate dagli utenti. Al loro interno sono presenti direttrici di innovazione come: le Open API e l’Intelligenza Artificiale, legate alle interfacce con sistemi esistenti; l’Instant Payment correlato alla creazione di nuovi schemi interbancari; la Blockchain, per la creazione di nuove piattaforme in grado di semplificare gli scambi interbancari o l’intermediazione finanziaria

Su questo substrato tecnologico si basa il secondo livello: i device, i dispositivi fisici che i consumatori possono utilizzare per effettuare pagamenti, e le interfacce. Le principali innovazioni in questo ambito sono: lo smartphone, gli smart objects e gli assistenti vocali. Infine, nel terzo livello, ci sono le innovazioni di processo che impattano sulle fasi di acquisto, pagamento e autenticazione.

Queste componenti più nuove e all’avanguardia spesso si alimentano vicendevolmente e, combinate e integrate tra loro, offrono evoluzioni sempre più disruptive per il settore.” Conclude Ivano AsaroLe diverse combinazioni degli elementi presentati portano a migliorare e innovare ciò in cui si inserisce il servizio del pagamento, ovvero la customer experience complessiva del cliente. L’innovazione, infatti, ci sta traghettando verso un nuovo modo di pagare, ma più in generale di fare acquisti e di vivere la relazione con gli esercenti”.

La trasformazione in atto è spinta non soltanto dalle innovazioni tecnologiche, di device e di processi, ma anche dall’aumento della competizione. Oltre agli attori tradizionali, entrano in questo mercato – con servizi di pagamento – Big Tech, device manufacturer, marketplace online, social network, piattaforme di messaggistica istantanea. Oltre a queste tipologie di attori nascono sempre più nuove aziende fintech specializzate nei pagamenti che spesso riscuotono alto interesse tra gli investitori e tra il pubblico.

In parallelo a queste tendenze già in atto, la competizione nel mondo dei pagamenti viene ulteriormente facilitata anche dalla normativa. Nuove regolamentazioni, basate sul concetto di Open Banking e sul paradigma tecnologico dell’Open API, sono infatti in fase di recepimento in Europa (PSD2) così come nel resto del mondo. 

Copia & Incolla: perché questo titolo? Perché i contenuti di questa categoria sono stati pubblicati SENZA ALCUN INTERVENTO DELLA REDAZIONE. Sono comunicati stampa che abbiamo ritenuto in qualche modo interessanti, ma che NON SONO PASSATI PER ALCUNA ATTIVITÀ REDAZIONALE e per la pubblicazione dei quali Tech Economy NON RICEVE ALCUN COMPENSO. Qualche giornale li avrebbe pubblicati tra gli articoli senza dire nulla, ma noi riteniamo che non sia corretto, perché fare informazione è un’altra cosa, e li copiamo ed incolliamo (appunto) qui per voi.

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