Correva l’anno 2016 quando Sky Italia decideva di iniziare un percorso di adozione della metodologia Agile nell’area Information Technology. Tre anni dopo consolida il progetto con la sfida di applicare il metodo ad altri contesti. “Sulla scorta dell’esperienza positiva di Sky UK – afferma Carlo Romagnoli Head of Agile Transformation – abbiamo introdotto l’approccio Agile creando il Software Centre di Sky Italia, uno dei 5 centri di sviluppo software di Sky Gruppo, con la vision di essere “the best place for the software passionate people” occupandosi della gestione dei siti, delle piattaforme OTT, oltre che della Data Analytics. Il framework di riferimento era quello del Regno Unito, un modello ispirato all’esperienza di Spotify e poi adattato al contesto specifico”.
“Nell’esperienza del Software Centre – ci racconta Katjna Lo Giudice, Transformation & Change Manager di Sky Italia– abbiamo ridefinito l’assetto operativo e organizzativo della struttura: sono stati creati piccoli team, con una mission chiara e grado di autonomia utile al raggiungimento degli obiettivi. Si lavora per iterazioni, rafforzando i legami di collaborazione e aggiornando la lista di attività al variare delle priorità per rispondere in modo pronto ed efficace al contesto dinamico e mutevole”.
Quali le difficoltà incontrate?
“Una delle più importanti – afferma Carlo – è stata quella riferibile alla necessità di definire ruoli non presenti in azienda e chiarire i ruoli delle persone coinvolte, come per esempio i Delivery Manager o i Business Analyst. Non è stato banale neppure il processo di recruitment. Essere attrattivi, convincere bravi sviluppatori a lavorare per noi per poi continuare a creare valore in azienda è stato ed è tuttora impegnativo. Il percorso è stato ricco di sfide, piccole e grandi, che siamo riusciti a vincere grazie al confronto e all’apertura al dialogo lavorando all’interno dell’azienda cercando, al tempo stesso, di contaminare con il nuovo mindset”.
“Il cambiamento culturale – continua Katjna – è una delle barriere principali che ci siamo trovati ad affrontare, come naturale in una qualsiasi trasformazione. Nella narrazione che abbiamo adottato ci siamo concentrati, soprattutto in fase di start-up, sull’importanza di vivere l’innovazione e l’introduzione della metodologia come un valore aggiunto non solo in ambito tecnico ma anche e soprattutto come un traino per nuove opportunità di business, con la creazione di nuove e più efficaci reti di collaborazione all’interno dell’azienda e maggiori possibilità di cross-fertilizzazione”.
Come cambia il ruolo del PM nei team?
“Il project manager svolge il suo ruolo in modo classico” – spiega Carlo. “È l’interfaccia di riferimento tra le squadre Agile ed i team IT che adottano un approccio Waterfall; aiuta a collezionare tutti le informazioni necessarie al backlog refinement facilitando i contatti tra figure interne al centro e quelle con riferimenti esterni, garantendo al tempo stesso alle squadre autonomia nella comunicazione con il Product Owner; infine, si occupa del reporting e dei consuntivi delle risorse sui progetti approvati”.
“L’introduzione nel modello di alcune figure di orizzontali alle Tribe – spiega Katjna – ha consentito di dare alla struttura un’unità in termini di vision e mission, fornendo linee guida comuni e un punto di contatto unico verso l’esterno. In particolare PM e PMO forniscono un contributo fondamentale su progetti in cui sono coinvolte anche le altre strutture aziendali che lavorano con modalità di lavoro differenti, garantendo il corretto e puntuale allineamento”.
Se si dovessero individuare tre punti di forza dell’introduzione dell’Agile nel Software Centre di Sky Italia, quali si potrebbero citare?
“Fin dall’inizio – racconta Carlo – si è tenuto il timone dritto sulla strategia del cambiamento individuata, misurando i progressi e adattando il modello in base agli errori. Altro punto di forza è stato sicuramente il saper guardare fuori, il raccontare la propria esperienza in eventi in cui si parlava di Agile, al fine di confrontarsi con altri per non essere autoreferenziali”.
“Maggiore efficienza ed efficacia, parametri di produttività migliorati rispetto al passato, maggiore flessibilità organizzativa e rinnovata collaborazione: questi alcuni risultati di tre anni di Agile. Durante la nostra esperienza – conclude Katjna – abbiamo toccato con mano il cambiamento, introdotto l’adozione dell’approccio Agile in un contesto molto dinamico e di grandi dimensioni, aprendoci verso l’esterno e creando allo stesso tempo nuove modalità di interazione all’interno dell’azienda. Molto è stato fatto e molti risultati sono già visibili. Ma uno dei nostri valori è Forward-looking & Restless, quindi guardiamo sempre avanti e non vediamo l’ora di affrontare nuove e appassionanti sfide!”
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