Una trasformazione digitale che non lasci indietro nessuno è possibile

Il digitale modifica trasversalmente tutti, mondo delle cooperative compreso. Mondo caratterizzato da una natura particolare delle imprese, con dinamiche specifiche, processi e modelli del tutto particolari. “Da una indagine recente curata internamente – spiega Giancarlo Ferrari, direttore di Legacoopabbiamo visto come il grado di consapevolezza delle aziende in merito alle opportunità del digitale stia aumentato in questi ultimi anni. Un elemento positivo, a fronte del quale le difficoltà di trasformazione non mancano e richiedono sicuramente un sostegno non solo di tipo finanziario”.

Un 40% delle cooperative, secondo l’indagine Legacoop, sta provando ad adeguarsi e ammodernarsi, nonostante il percorso sia in salita. “Il dato più preoccupante registrato – continua Ferrari – racconta di un 30% delle nostre cooperative che non sa se gli interventi legati a impresa 4.0 abbiano migliorato o meno il modo di lavorare. Questo ci ha fatto capire che c’è uno scollamento tra quanto a volte si cerca di fare in cooperativa per innovare e l’analisi delle necessità e dei bisogni reali. Per questa ragione abbiamo messo in campo un’azione di sistema, COOP 4.0, tramite la quale supportare le imprese cooperative nelle dinamiche dei processi di digital transformation”.

Legacoop sta sviluppando la Rete dei Punti di Innovazione Cooperativa (PICo), ossia il sistema di Digital Innovation Hub Cooperativi che fanno parte del Network Nazionale Impresa 4.0 sviluppato dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del Piano Nazionale Impresa 4.0. “Il Digital Innovation Hub Cooperativo è il nodo centrale della Rete – spiega Ferrari – che ha il compito di sviluppare modelli, format e standard da adottare. Questo si ramifica poi nei territori attraverso Centri di Sviluppo, luoghi della Rete che valorizzano e mettono a sistema gli investimenti fatti sulle tecnologie Impresa 4.0 dalle strutture regionali e dalle aziende ad esse collegate, e nei Punti di Erogazione Territoriale, nodi locali punto di contatto diretto con l’utenza a livello provinciale”.

Obiettivo di Legacoop è quello di produrre un cambiamento culturale profondo, che tenga conto della particolarità delle imprese e possa trasferire, nel processo di introduzione delle tecnologie, i principi, anche e soprattutto etici, che sono alla base della cooperazione. “Pensiamo ad esempio ai Big Data: nel momento in cui un utente cede i propri dati si pone la domanda sul come e per quali finalità quei dati saranno utilizzati? La risposta è no, eppure potrebbero andare a supportare anche attività che non riteniamo eticamente giuste. Ecco perché, anche quando si parla di tecnologie, il riscoprire valori importanti quali per esempio la trasparenza aiuterebbe a dare un senso positivo all’innovazione. Non tutto ciò che innova è buono, non dobbiamo dimenticarcelo” – afferma convinto il direttore di Legacoop. “Se si ripensasse al processo di raccolta dei dati in chiave cooperativa – aggiunge – i proprietari delle informazioni potrebbero attribuire un valore al proprio conferimento di informazioni e stabilire congiuntamente delle regole per la cessione e l’utilizzo da parte di altri. Tutto questo è fare cooperativa. Se pensiamo alla BlockChain, allo stesso modo, essa può rappresentare una infrastruttura di supporto a molti processi che si basano su valori cooperativi, spostando nella tecnologia quell’elemento di fiducia che è alla base delle cooperative. Niente di nuovo rispetto alla logica che regola la cooperazione”.

Quale il supporto che si può assicurare attraverso la rete PICo 4.0?

La rete è basata su un modello che si sviluppa su una serie di elementi chiave che partono dalla dimensione culturale, ovvero dalla valorizzazione della specificità cooperativa, per andare alla dimensione di ecosistema cooperativo da rafforzare grazie alla costituzione dei nodi territoriali della Rete. La formazione rappresenta un elemento centrale, da promuovere a tutti i livelli, e la cui azione è rafforzata dall’animazione territoriale della comunità degli innovatori, che intende valorizzare le competenze orientate all’innovazione dei professionisti presenti nella Rete. Attraverso PICo, poi, si andranno a coordinare gli attori dell’ecosistema Impresa 4.0, sviluppando un processo fortemente sinergico con i Punti Impresa Digitale e i Centri di Sviluppo.

Cosa frena le cooperative che non riescono a trasformarsi digitalmente?

La dimensione non è l’unico fattore critico. Chiaramente le coop di dimensioni maggiori si sono già organizzate da tempo, ma non è sufficiente essere grandi di dimensione. Occorre essere grandi di testa, saper cogliere opportunità nuove, essere aperti al cambiamento. Oltre l’aspetto culturale c’è poi la difficoltà di reperimento delle risorse finanziarie necessarie. Purtroppo come Legacoop non riusciamo a sostenere in modo sufficiente il cambiamento, ma facciamo del nostro meglio. Per esempio il nostro fondo, dove viene accantonato per legge un 3% degli utili, è reinvestito nel sostegno allo sviluppo e alla startup di nuove imprese cooperative. Interveniamo poi, con gli strumenti a nostra disposizione, nell’agevolare la concessione di fidi e affianchiamo le imprese nella costruzione di progetti di crowdfunding, tramite i quali anche i nostri soci possono diventare finanziatori. Sappiamo che tutto questo non è sufficiente, ma la sfida è proprio questa: convincere gli imprenditori a scommettere sull’innovazione e impegnarsi in prima persona a trovare il modo per finanziarla. Serve accompagnamento, questo è certo, e noi faremo di tutto per non lasciare indietro nessuno.

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