Tutte le opportunità del GDPR tra etica e cybersecurity

Il dato personale costituisce un valore assoluto. Se pensiamo al valore intrinseco del dato personale, la qualifica di valore assoluto deriva proprio dalla natura delle informazioni appartenenti a una persona fisica“. Attenzione al dato e alla vita privata delle persone la cosa centrale che emerge dal GDPR secondo Nicola Fabiano, Presidente dell’Autorità per la Protezione dei Dati Personali di San Marino, che ha di recente pubblicato il libro ” GDPR & privacy: consapevolezza e opportunità. Analisi ragionata della protezione dei dati personali tra etica e cybersecurity”.

Quasi quotidianamente forniamo i nostri dati personali per fruire di servizi e, secondo la definizione di dato personale data dal GDPR si può affermare che qualsiasi informazione che ci appartenga e sia idonea a identificarci è considerata dato personale“. Per questa ragione la parola consapevolezza è centrale ed emerge con forza da tutte le pagine del libro. “C’è stata sicuramente da parte delle istituzioni un’attenzione particolare sia al rispetto della vita privata e familiare sia alla protezione dei dati personali, tanto da riconoscere ai relativi diritti un ruolo primario e fondamentale”. Ciò che manca ed è rimarcato più volte è la cultura del dato da parte delle persone e la comprensione che esso è un valore appartenente alla persona. “C’è bisogno di crescere in questo ambito, ancor prima di qualsiasi altra attività”, sostiene Fabiano.

Privacy VS protezione dei dati personali

Nicola Fabiano ribadisce più volte come sia necessario distinguere concettualmente il diritto alla privacy da quello alla protezione dei dati personali, diritti tutelati rispettivamente dagli articoli 7 e 8 della Carta Europea dei diritti fondamentali. “È utile rammentare – si legge nella prefazione del libro curata da Giovanni Buttarelli, Garante europeo della protezione dei dati come il diritto alla privacy riguardi le più ampie condizioni di esercizio ed estrinsecazione della personalità umana. È ancora più utile sottolineare come anche il diritto alla protezione dei dati, figlio della società dell’informazione, presenti un carattere di strumentalità rispetto al godimento di altri fondamentali diritti e libertà. Si pensi al rapporto che esso presenta con la libertà di espressione e alle preoccupanti implicazioni che lo scandalo Cambridge Analytica ha portato alla luce per ciò che concerne l’integrità dei nostri sistemi e processi democratici. Non vi è momento storicamente e socialmente più adeguato di quello che viviamo oggi per affermare con forza l’esigenza di una protezione che metta l’individuo al centro della sua missione”.

Sicurezza amica della consapevolezza?

Nel capitolo dedicato ai rischi per i dati personali legati a misure non adeguate di sicurezza informatica, si ribadisce come “la consapevolezza dell’esistenza di vulnerabilità è strettamente connessa alla presenza di rischi che si vuole eliminare o quanto meno sensibilmente ridurre“. Non percepire rischi significa non preoccuparsi di adottare meccanismi di difesa.

C’è poi un equivoco di fondo: “Molto spesso si ritiene ceh sicurezza sia sinonimo di protezione dei dati, o addirittura che il rispetto delle norme tecniche  giuridiche sulla sicurezza sia utile alla valutazione di conformità anche alla normativa in materia di protezione dei dati personali. In realtà non è così. La protezione dei dati personali include anche la sicurezza, ma non è vero il contrario“.

Tecnologie emergenti chiamano regolamenti specifici?

IoT, Cloud, Intelligenza Artificiale, BlockChain portano con sé la necessità di adeguamenti normativi? “Ritengo che sia necessaria una disciplina su Intelligenza Artificiale ed Etica, anche alla luce di quanto fatto dalla Commissione europea e dalla recente modernization della Convenzione 108“. Oltre a questo, aggiunge Nicola Fabiano, un regolamento sarebbe necessaria anche per BlockChain. “Per questa tecnologia servirebbe una legislazione ben fatta e articolata che non si limiti alla sola disciplina degli aspetti finanziari, ma anche alla redazione di standard internazionali che possano garantire specifiche tecniche ed interoperabilità“.

Dove stiamo andando?

“C’è la necessità di parlare di etica” – afferma Nicola Fabiano. “La primazia dell’uomo sulle macchine consente di approfondire questo tema complesso, senza lasciare che le persone siano ridotte a meri dati, a bit, oggetto di elaborazioni algoritmiche e dati in pasto a sistemi di intelligenza artificiale”.

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