Nel corso dell’Autodesk University che si è tenuta negli scorsi giorni a Londra, Lisa Campbell, CMO di Autodesk ha illustrato l’impegno dell’azienda volto a migliorare e rendere più positivo il futuro del lavoro nell’era dell’automazione.
Il gap di competenze è un problema globale: ci sono milioni di ruoli vacanti che i datori di lavoro non riescono a coprire, eppure ci sono milioni di persone in cerca di lavoro. E anche se l’automazione sostituirà 75 milioni di posti di lavoro entro il 2022, 133 milioni di nuovi ruoli saranno creati, con un guadagno netto di 58 milioni di posti di lavoro a livello globale, secondo il World Economic Forum.
Ciò significa che ci sono maggiori probabilità di dover affrontare una carenza di competenze piuttosto che una carenza di posti di lavoro. I professionisti dovranno adattarsi a un ambiente di lavoro più sofisticato dal punto di vista digitale. Collaboreranno più da vicino con le macchine per creare risultati migliori.
Intelligenza Artificiale, robotica e automazione sono spesso descritte come “i cattivi” in questo scenario – ed è vero – hanno il potenziale per aggravare il problema se non sappiamo come sfruttare l’automazione per creare più opportunità, non meno.
La convergenza dei settori della progettazione e della produzione è un punto di svolta fondamentale per l’innovazione in questo ambito. Dobbiamo ampliare i nostri orizzonti passando da una visione della “produzione avanzata” ad una che abbracci entrambi i settori. Nel Regno Unito, la produzione rappresenta il 44% delle esportazioni totali, il 70% delle attività di R&D delle imprese e dà lavoro diretto a 2,6 milioni di persone. Se si combinano le due industrie – con 1,5 milioni di addetti nel settore della progettazione – questo numero cresce fino a 4 milioni. La creazione di un’unica disciplina connessa, porta la ‘produzione avanzata’ al livello successivo: questa è la nuova era della progettazione e della produzione agile.
Una migliore collaborazione tra gli addetti alla progettazione e alla produzione e i robot può sia aumentare la qualità della produzione e la produttività nei reparti produttivi, sia sottrarre i dipendenti da lavori monotoni e spesso pericolosi.
I piccoli e medi produttori rappresentano una parte significativa del settore nel Regno Unito. Con meno risorse e possibilità di dedicarsi alla ricerca di nuovi talenti e all’adozione di nuove tecnologie, si sta raggiungendo un punto di svolta cruciale. Solo l’anno scorso, nel Regno Unito, ci sono state 59.000 offerte di lavoro nel settore manifatturiero ma solo 34.000 studenti erano iscritti a corsi di laurea in ambito manifatturiero. Il successo dei produttori britannici dipende da una trasformazione digitale che un “catalizzatore digitale” potrebbe essere in grado di innescare.
Asif Moghal, senior industry manager for design and manufacturing di Autodesk, ha lavorato a stretto contatto con le PMI britanniche del settore per affrontare la questione. La nuova generazione di nativi digitali che entrano a far parte del mondo del lavoro fornisce una valida soluzione alla carenza di competenze. Il loro potenziale per stimolare la trasformazione digitale del settore è alla base del programma Digital Catalyst, recentemente avviato da Autodesk, e che fa parte dell’iniziativa FoBMi (Future of British Manufacturing Initiative) di Autodesk. Moghal commenta così: “Ci sono ampie opportunità per le aziende di affrontare la carenza di competenze, ma è necessario adottare un nuovo approccio, in cui gli educatori e l’industria lavorano insieme per abbinare i talenti alle organizzazioni che ne hanno più bisogno. Con il programma Digital Catalyst, puntiamo a colmare il gap di competenze, collocando gli studenti nelle PMI che si occupano di progettazione e produzione, accelerando la collaborazione tra istruzione e industria“.
Dopo aver sperimentato con successo questo approccio negli ultimi 12 mesi, il programma viene ora lanciato a livello nazionale. L’obiettivo è di collocare 50 studenti in 50 PMI in tutto il Regno Unito. Umar Hossain, uno studente all’Imperial College, è stato inserito l’anno scorso in CP Cases come Digital Catalyst. L’azienda stava esplorando la produzione additiva per le sue custodie protettive su misura e gli scaffali per uso commerciale e militare. Hossain è stato in grado di ridurre uno dei loro processi digitali da 180 minuti a soli 15 minuti.
“Scavando” nei dati
Autodesk ha inoltre collaborato alla realizzazione di uno studio con il Monitor Institute, una divisione di Deloitte dedicata alla comprensione delle sfide alla base del gap di competenze e alle modalità per aiutare i lavoratori ad adattarsi e prosperare nell’era dell’automazione. Dettagli sui risultati della ricerca sono disponibili qui.
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