“La trasformazione digitale, di cui si parla molto, non è giusto definirla un processo o un progetto: ha più senso parlare di “abitudine al paradigma digitale”. Le aziende devono abituarsi a usare strumenti nuovi ma soprattutto guardare con occhi nuovi il proprio business”. Questo il senso della digital transformation secondo Michele Iurillo esperto di Governance e Founder del Data Management Summit, evento internazionale no profit e vendor-free che cerca di fare cultura presso le aziende, portando a conoscenza casi di uso di Data Governance, Data Virtualization, Machine Learning, IoT e MDM.
Quali le tendenze e gli argomenti a cui prestare attenzione nei prossimi mesi?
La governance dei dati e la gestione dei metadati sono la vera tendenza di molte aziende verso la trasformazione digitale. La virtualizzazione dei dati ci permette di concentrarci realmente su ciò che questi dati significano per l’organizzazione. C’è stato un tempo in cui abbiamo detto alle aziende che dovevano capire i propri dati: è nata così la business intelligence. C’è stato un tempo in cui volevamo democratizzare l’uso dei dati ed è nato il data-driven. Dopo un po’ abbiamo capito che grazie alla virtualizzazione e al cloud non è necessario spostare i dati, ed è nata la virtualizzazione dei dati. Ora grazie alla virtualizzazione dei dati e al cloud, non c’è più il problema dell’elaborazione dei dati per l’analisi in tempo reale, per cui ci rendiamo conto delle potenzialità dell’analisi distribuita. Il Cloud ci fornisce disponibilità e solvibilità. Tutto sembra perfetto, ma adesso dobbiamo governare i dati. L’architettura OLTP basata su file è stata ideata quasi 40 anni fa’, eppure la sua complessità è aumentata esponenzialmente, forse per esigenze reali, o forse per esigenze di marketing di prodotto. I vendor cercano sempre un valore differenziale da sbandierare alla concorrenza. C’è di nuovo che il Cloud e un utilizzo più intenso di piattaforme Open Source stanno cambiando continuamente lo scenario. Il passaggio al Cloud offre una reale opportunità di semplificare o addirittura eliminare l’amministrazione di sistema sui sistemi legacy. Non solo la manutenzione dell’hardware e del sistema operativo, ma anche del database stesso: inizia l’era della gestione del metadato.
Perché si parla tanto di Data Governance?
Quando si parla di Data Governance, quasi sempre l’attenzione si concentra su due aspetti fondamentali: il rispetto della legislazione attuale e futura e la sicurezza. Ma è davvero solo questo? La verità è che c’è un po’ di più. Se seguiamo l’approccio di DAMA alla gestione dei dati, la governance è l’elemento centrale. Non c’è gestione dei dati senza di essa. Non possiamo farne a meno. Ecco perché forse dovremmo conoscerla un po’ meglio. Secondo uno studio di Microsoft e EY la Data Governance è fondamentale per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale: “La governance dei dati non è un compito insignificante. Uno dei maggiori ostacoli per le società di dati è la governance, in particolare, chi possiede i dati, come si accede ai dati, come accedervi e chi può accedervi sono tutte questioni essenziali quando si lavora con l’Intelligenza Artificiale” si legge in Artificial Intelligence in Europe How 277 Major Companies Benefit from AI Outlook for 2019 and Beyond.
Quale il legame tra Data Governance e trasformazione digitale?
Innanzitutto, la Data Governance ci prepara al processo di trasformazione digitale, poiché i dati non sono più chiusi in sistemi proprietari, né in un’unica fonte di dati o data warehouse. La complessità delle organizzazioni moltiplica la quantità di informazioni e i dati rappresentano il business.
Tutte le aziende devono dotarsi di un tool di Data Governance?
Dove c’è l’esigenza di capire e manipolare dati, uno strumento di Data Governance diventa fondamentale. Non stiamo parlando di un tool verticale ma orizzontale. Il settore di appartenenza non c’entra nulla. La Governance si approccia sempre a partire dei MetaDati e quindi non ci sono grosse differenze nelle diverse industrie.
Come si possono standardizzare dati provenienti da una molteplicità di fonti?
Grazie alla virtualizzazione dei dati qualsiasi fonte può essere sempre disponibile. Strumenti come Querona, Birst, Denodo o Talend servono a rendere il dato sempre disponibile senza dover affrontare complessi processi ETL.
Quando un dato si può considerare di valore o qualificato?
E’ esattamente questa la domanda a cui dobbiamo rispondere e per farlo abbiamo bisogno di uno strumento di Governance. La Data Governance ci aiuta a prendere decisioni efficienti, fornendo informazioni credibili e sicure. Che cos’è il margine lordo? Come viene calcolato? Dove trovo questi dati? Quali fonti me li assicurano? Chi ha modificato questa misura? Ma non é tutto: senza un’orchestrazione o uno strumento di Data Governance è davvero difficile essere in grado di rispettare in modo affidabile le normative sempre più restrittive (GDPR, RDA). Non va dimenticato, inoltre, che sta diventando sempre più facile cambiare piattaforme tecnologiche o lavorare con più piattaforme. In entrambi gli scenari, è essenziale controllare gli asset informativi con una visione unificata.
La Data Governance sará protagonista di questa edizione del Data Management Summit?
A parte presentare diversi case history di Governance e Data Virtualization, l’argomento della tavola rotonda e del panel di esperti sarà proprio la governance del dato. Non voglio sostituire l’ottimo lavoro che gli analisti di Gartner fanno con il loro Hype Cycle ma Il 2020 sarà l’anno della gestione del metadato. Il Data Management Summit, che si terrà il 17 settembre presso il Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali dell’Università di Pavia, è un evento gratuito, no-profit, internazionale, pensato proprio per i professionisti del Data Management. Si tratta di un incontro fondamentale per CIO, CTO, CDO, System Director, Business Intelligence Manager e Data Scientist che implementano tecnologie emergenti per risolvere sfide tecnologiche e allinearsi alle nuove opportunità di business. Abbiamo deciso di limitare il numero dei partecipanti, per cui ogni domanda di iscrizione sarà valutata dal comitato organizzativo andando ad analizzare il profilo LinkedIn della persona.
Facebook Comments