Come lo smart working aiuta l’occupazione

Per chi ha un impiego stabile, la sensazione che si prova il lunedì mattina al ritorno in ufficio è qualcosa di scontato, ma per chi ha difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro può addirittura diventare un sogno irraggiungibile. La mancanza di occupazione ha conseguenze a livello sia individuale (condizionando la salute, il reddito o le relazioni), sia per la società nel suo complesso (arrivando a influenzare il PIL1 di una nazione laddove un numero significativo di persone non riesca ad accedere ai posti di lavoro). Per far fronte a questo problema, l’attuazione di pratiche di lavoro flessibile può rivelarsi estremamente efficace.

Come? Lo spiega IWG, uno dei maggiori fornitori di spazi di lavoro flessibile: basti pensare, per esempio, a chi si prende cura di familiari in difficoltà, ai genitori single, a lavoratori non più giovani o alle persone con disabilità.

Caregiver

Sono coloro che si prendono cura di familiari che necessitano di attenzioni particolari a causa di malattie o disabilità: spesso costretti a destreggiarsi tra la gestione del lavoro e della famiglia2 , possono arrivare a rinunciare ad occupazioni stabili per far fronte alle responsabilità a casa. Per ovviare a questo problema, il Regno Unito ha ad esempio disposto una serie di normative sul lavoro flessibile3 che prevedono orari flessibili, la condivisione dei posti di lavoro e lo smart working. Tali norme consentono di rispettare le proprie responsabilità senza dover abbandonare il lavoro4 , che può essere gestito da remoto restando vicino a chi ha bisogno di cure. O ancora, gli spazi di lavoro flessibile possono offrire il giusto compromesso tra la vicinanza a casa e la necessità di lavorare in un ambiente lontano dalle distrazioni domestiche. Orari e sedi di lavoro flessibili rappresentano quindi la soluzione per mantenere elevati livelli di produttività prendendosi al contempo cura dei propri cari in modo appropriato. In un simile contesto, rinunciare alla carriera per seguire la propria famiglia diventa così una scelta, non più una necessità.

Genitori single

Allo stesso modo i genitori, e in particolare i genitori single, si trovano ad affrontare una serie di difficoltà quando tornano al lavoro o ne cercano uno. I servizi per l’infanzia come gli asili nido sono spesso costosi e, specialmente quando si può contare su un solo reddito come nel caso di famiglie con un solo genitore, possono diventare inaccessibili5. Conciliare le esigenze dei figli con l’orario lavorativo tradizionale e con il tragitto casa-lavoro è complicato. In alcune realtà come quella di IWG, invece, il lavoro flessibile è visto come un valore da offrire ai genitori che lavorano, e in particolar modo ai genitori single6. Lavorare vicino a casa o a scuola significa infatti eliminare quelle preoccupazioni legate al pendolarismo come il traffico o un treno in ritardo, aspetti che per un genitore possono davvero fare la differenza.

Lavoratori anziani

Anche i lavoratori anziani rappresentano una categoria con difficoltà a trovare o mantenere un posto di lavoro, soprattutto per fattori tra cui la salute, la discriminazione o la mancanza di formazione e aggiornamenti7. Con l’aumento dell’età pensionabile in tutto il mondo, è importante trovare soluzioni che possano migliorare la qualità della vita negli ultimi anni prima della pensione. Il lavoro flessibile non risolve tutte queste difficoltà, ma dà la possibilità di lavorare a chi si trova alle prese con problemi di salute, mobilità limitata o deve prendersi cura di qualcun altro.

Secondo un rapporto di The Resolution Foundation, un numero sempre più significativo di lavoratori anziani afferma che lavorerebbe più a lungo se potesse beneficiare di opzioni di lavoro flessibile. Gli spazi di lavoro flessibili possono rappresentare la soluzione per chi non vuole lavorare da casa ma non è in grado di affrontare lunghi spostamenti o necessiti di tecnologie di cui non dispone nella propria abitazione, o per chi abbia bisogno di lavorare vicino a strutture mediche.

Disabilità

Le questioni riguardanti la salute e la mobilità possono rappresentare un altro grosso ostacolo all’ingresso nel mondo del lavoro per persone, di ogni fascia d’età, affette da disabilità. Secondo uno studio pubblicato su American Behavioural Scientist, nonostante gli sforzi per migliorare l’accessibilità ai posti di lavoro, solo il 17,2% dei disabili risulta occupato8.

Ancora una volta, il lavoro flessibile può offrire la soluzione ad alcune delle sfide che le persone con disabilità devono affrontare quando entrano nel mondo del lavoro. Spazi di lavoro e orari flessibili possono essere strategici, ad esempio, per riuscire a programmare le visite mediche o per facilitare gli spostamenti: lavorare vicino a casa, in un ufficio attrezzato per i disabili e con orari che consentano di viaggiare fuori da quelli di punta, possono semplificare in modo significativo le sfide fisiche del recarsi al lavoro e possono diventare fondamentali per trovare e mantenere un’occupazione.

Accesso al lavoro: oltre il lavoro flessibile

Le conseguenze della mancanza di occupazione sono negative per tutti e Governo, aziende e comunità hanno la responsabilità condivisa di porre rimedio a tali problemi. Senza dimenticare gli spazi di lavoro flessibili, che giocano un ruolo chiave nell’offrire soluzioni a chiunque faccia parte della popolazione lavorativa.

 

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