La partita dell’IT si gioca là dove vengono generati i dati

Nella nuova normalità dettata dall’economia digitale, e resa più urgente dall’emergenza sanitaria, il grado di competitività delle imprese dipenderà da quello che IDC definisce il “digital reach”, ovvero la capacità di gestire servizi digitali ovunque il business lo richieda. Un requisito fondamentale per garantire il digital reach riguarda l’estensione dell’infrastruttura IT dal core all’edge. Tutte le aziende dovranno sviluppare la capacità di distribuire rapidamente le risorse IT in prossimità di dove vengono generati i dati.

Entro il 2023, IDC prevede che oltre il 50% delle nuove infrastrutture IT che le imprese andranno a installare riguarderà i siti edge piuttosto che i data center, rispetto a meno del 10% di oggi.

Le imprese hanno oggi l’opportunità di fornire prodotti e/o servizi più personalizzati, aumentare l’efficienza e abilitare migliori esperienze in generale. Questo enorme potenziale dipende però dall’infrastruttura IT, che sempre più dovrà estendersi al di fuori dei data center per arrivare all’interno, o vicino, ai punti periferici in cui prende vita l’innovazione.

La necessità di ridurre la latenza, garantire la resilienza locale e la sovranità dei dati sono i motivi principali alla base della distribuzione dell’infrastruttura IT in aree critiche.

Le ragioni per implementare servizi IT all’edge si stanno rapidamente spostando dal soddisfare le aspettative e la convenienza dei clienti (si pensi a Netflix e al rilascio di contenuti) al supportare risorse critiche (si pensi alla chirurgia assistita dalla realtà aumentata o ai veicoli autonomi). L’infusione dell’IT in tutti gli aspetti della nostra vita, in cui la latenza e la capacità di elaborare i dati influiscono persino sulle situazioni di vita o di morte, aumenterà la necessità di siti edge resilienti e sicuri.

Il successo nell’era della trasformazione digitale richiede nuove riflessioni sul consumo di risorse IT in siti sempre più “intelligenti”. Questi siti sono i nuclei urbani, gli ospedali, le fabbriche, i centri di trasporto e una vasta gamma di spazi in cui potrebbero transitare persone connesse o cose “intelligenti”.

Molti CIO, nel corso della loro vita lavorativa, hanno visto il pendolo dell’IT oscillare più volte tra il modello centralizzato e quello decentralizzato. Quel che oggi è diverso è il focus dell’attenzione, che è passato dalla gestione dei device alla gestione dei servizi e dei risultati. Le scelte del modo in cui le infrastrutture vengono acquisite e distribuite, nonché gestite e mantenute, stanno trasformando il ruolo delle organizzazioni IT. Prepararsi a gestire l’IT all’edge sarà la chiave per aumentare la velocità aziendale, consentire un ridimensionamento dinamico del business e garantire una maggiore flessibilità operativa anche in situazioni di grave emergenza.

L’evoluzione dei data center e soprattutto delle infrastrutture aziendali sarà al centro dell’IDC Digital Forum: Future of Infrastructure 2020, il nuovo evento digitale che sarà trasmesso in diretta streaming il 23 giugno dalle 9:30 alle 13:15.

Con la partecipazione degli analisti IDC, dei maggiori esperti del settore e dei leader di aziende italiane che porteranno la loro esperienza, l’evento costituirà l’occasione per i CIO e i dipartimenti IT aziendali per comprendere la portata dei cambiamenti in atto, i possibili impatti sulle scelte IT infrastrutturali attuali e le direzioni da prendere per affrontare il futuro.

Per maggiori informazioni e l’agenda dell’evento: IDC Digital Forum: Future of Infrastructure 2020. 

Copia & Incolla: perché questo titolo? Perché i contenuti di questa categoria sono stati pubblicati SENZA ALCUN INTERVENTO DELLA REDAZIONE. Sono comunicati stampa che abbiamo ritenuto in qualche modo interessanti, ma che NON SONO PASSATI PER ALCUNA ATTIVITÀ REDAZIONALE e per la pubblicazione dei quali Tech Economy 2030 NON RICEVE ALCUN COMPENSO. Qualche giornale li avrebbe pubblicati tra gli articoli senza dire nulla, ma noi riteniamo che non sia corretto, perché fare informazione è un’altra cosa, e li copiamo ed incolliamo (appunto) qui per voi.

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