Niente boom per Facebook: quotazione a 38,23$

Facebook NasdaqLa lunga attesa per la quotazione in Borsa del social network si è conclusa ieri, con il debutto di Facebook al Nasdaq. I primi scambi hanno fatto sospirare perché, a causa di problemi tecnici, l’avvio delle contrattazioni è stato ritardato di mezz’ora. Il titolo della società di Zuckerberg ha registrato un balzo del 13% all’avvio delle contrattazioni raggiungendo una quotazione di 42,05 dollari per poi ripiegare subito dopo a 38 dollari, la cifra fissata per l’Ipo. Al termine delle contrattazioni il titolo Facebook ha chiuso a 38,23 dollari, di poco sopra il prezzo fissato per l’Ipo (+ 0,61%) deludendo quanti si attendevano un balzo più significativo delle quotazioni.

Tra gli addetti ai lavori circola anzi la voce che siano state proprio le banche che si sono occupate del collocamento a sostenere le quotazioni delle azioni Facebook che altrimenti sarebbero scivolate sotto la soglia dei 38 dollari dell’Ipo, in una giornata in cui anche le maggiori società della new economy quotate sul Nasdaq non hanno brillato. Groupon cede il 6,68%, chiudendo a 11,58 dollari per azion, LinkedIn perde il 5,65%, toccando quota 99,02 per azione, e Zynga, infine, crolla al 13,42% arrivando a 7,16 dollari per azione.

Era comunque dal 19 agosto 2004 – da quando cioè Google è sbarcata in borsa –  che non si registrava un’attesa tanto febbrile per una società tecnologica. Con 900 milioni di iscritti, Facebook conquista comunque il record dell’Ipo più scambiata nel primo giorno di contrattazioni (82 milioni di titoli sono passati di mano nella sola prima mezz’ora di contrattazioni).

In diretta da Menlo Park, il quartier generale di Facebook, Mark Zuckerberg, che anche in questa occasione non ha rinunciato alla sua solita felpa, ha dato l’avvio alle contrattazioni suonando la campanella dichiarando che “il debutto in Borsa è una tappa fondamentale della nostra storia, ma la nostra missione non è essere un public company. La nostra missione è rendere il mondo più aperto e connesso”

A rovinare la storica giornata la class action contro Facebook avviata da un gruppo di utenti in California che accusano il social network di aver violato la propria privacy, continuando a registrare la navigazione anche dopo che si erano disconnessi dai loro account sul social network.

Nel frattempo il garante per la privacy, Francesco Pizzetti, nega che il “fatto che Facebook entri in Borsa ponga dei nuovi problemi dal punto di vista dei dati personali”, mentre dalla Germania arriva un nuovo allarme sulla tenuta del modello di business : “Facebook viola la privacy europea. Un intervento delle authority potrebbe far implodere il sistema” ha dichiarato il garante dello stato tedesco del Schleswig-Holstein, Thilo Weichert

Cresce il numero degli scettici sulla quotazione. Su Twitter Donald Trump avvisa “sembra difficile credere che Facebook valga così tanto. Chi investe faccia attenzione”, mentre Bill Gross di Pimco dichiara “quando vedo una bolla la riconosco”. E uno dei vice presidente di Wells Fargo dice: “Credo sia un ottimo titolo per adesso, ma tra 10 anni? Cosa accadrà ai miei investimenti? Facebook non produce nulla”.

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