ETNO: meno regole e più fondi pubblici per lo sviluppo delle reti

La Commissione europea e i regolatori nazionali dovrebbero favorire nuovi investimenti e nuovi modelli di business per contrastare il calo dei ricavi nel settore delle telecomunicazioni. È la richiesta formulata dagli operatori europei delle telecomunicazioni nel corso di una conferenza organizzata a Bruxelles dall’associazione di settore Etno (European Telecommunications Network Operators).

Luigi Gambardella, presidente di Etno, ritiene necessario rivedere la normativa. “Una normativa più leggera incentiverebbe gli operatori ad investire di più nella fibra“. “In Asia e negli Stati Uniti la concorrenza avviene sulla base dell’innovazione. In Europa, la regolamentazione troppo intrusiva, spesso, blocca l’innovazione e così viene limitata la concorrenza“.

La normativa europea, inoltre, secondo Gambardella, non tiene conto delle reali condizioni di mercato e dei probabili sviluppi futuri di questo. “I profondi cambiamenti nell’industria dovrebbero comportare cambiamenti nella regolamentazione del settore.” “L’industria conferma il proprio impegno ad  investire, ma si aspetta dalla Commissione Europea e dalle autorità nazionali di regolamentazione un impegno nella revisione delle loro politiche che tenga conto delle condizioni di mercato attuali e previste.”

Il presidente di Etno, a sostegno delle proprie tesi, ha sottolineato il trend negativo per l’intero settore TLC europeo, che ha visto i ricavi complessivi diminuire dell’1,4% nel 2010 e del 2% nel 2011.

La necessità di revisionare la normativa vigente è stato uno degli argomenti più dibattuti durante la conferenza.  Georg Serentschy, presidente del Berec, l’organo comunitario che riunisce tutte le autorità nel settore delle comunicazioni elettroniche, ha concordato sulla necessità di ridiscutere “La regolamentazione 2.0 (del settore)”, precisando che “le sole norme non riescono a promuovere gli investimenti, c’è bisogno di più chiarezza.

L’associazione di settore ritiene, inoltre, necessario un maggiore impegno economico delle autorità per lo sviluppo delle infrastrutture di rete. “I governi dovrebbero sfruttare le molte possibilità che esistono per costruire network o infrastrutture passive dove il settore privato non può arrivare, usando i fondi strutturali europei.” Ha spiegato Gambardella, parlando anche di possibili partnership tra settore pubblico e privato per lo sviluppo delle reti, soprattutto visti gli obiettivi che le autorità europee si pongono. L’Unione Europa vorrebbe, infatti, che tutti i cittadini potessero accedere alle connessioni broadband entro il 2013 e almeno il 50% delle famiglie europee a reti di nuova generazione (superiori a 100 Mbps) entro il 2020.

Daniel Pataki, direttore di Etno, ha aggiunto che è necessario per gli operatori rivedere i propri modelli di business, valorizzando maggiormente il settore dati, e dar vita a collaborazioni per supportare i grossi investimenti necessari. “E’ il momento per gli operatori del settore di collaborare valorizzando ciò che abbiamo in comune piuttosto che ciò che ci differenzia. Queste sono le condizioni per rendere il nostro settore più forte e competitivo sulla scena mondiale“.

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