Brasile: bloccate le vendite di nuove SIM Tim

L’autorità brasiliana di vigilanza sulle telecomunicazioni (Anatel) ha vietato a tre dei maggiori operatori del paese la vendita di nuovi contratti di telefonia mobile in alcuni stati, in risposta alle crescenti lamentele dei consumatori sulla qualità del servizio e della copertura.

I tre operatori, che rappresentano il 70% del mercato mobile, non potranno attivare nuove SIM telefoniche. Tra le società accusate di scarsa qualità del servizio c’è Tim Brasil, controllata da Telecom Italia, oltre all’azienda brasiliana Oi e a Claro del magnate messicano delle telecomunicazioni Carlos Slim. Telefonica Brasil, sussidiaria dalla spagnola Telefonica, non subisce un analogo provvedimento ma dovrà presentare un piano di miglioramento del servizio entro 30 giorni, pena sanzioni di natura non specificata.

Anatel ha stabilito che, in ciascuno dei 26 stati del Brasile più il distretto federale di Brasilia, la società che offre il peggiore servizio non potrà attivare nuove utenze; ciò dovrebbe significare che il provvedimento riguarderà Tim in 19 stati, Oi in 5 e Claro in 3. La controllata di Telecom Italia sembra l’operatore accusato di offrire in assoluto il peggior servizio ai propri clienti.

La sospensione delle vendite scatterà Lunedì e sarà prolungata fino a quando gli operatori non presentarono un piano di investimenti adeguato per migliorare il servizio. João Batista de Resende, numero uno di Anatel, ha spiegato il provvedimento dichiarando: “Una base clienti in crescita deve essere accompagnata da più investimenti“; e precisando che l’indagine, partita da lamentele dei consumatori, è durata più di un anno. Paulo Bernardo, ministro delle Comunicazioni del paese, ha dichiarato a sua volta che sono necessari maggiori investimenti, almeno per  24 miliardi di reais (12 miliardi di dollari) l’anno, contro gli attuali 17 miliardi.

Tim ha commentato il provvedimento dicendosi “piuttosto sorpresa per una misura tanto estrema“, definita “sproporzionata” e “anticonpetitiva“. Precisando di aver investito 3 miliardi di dollari l’anno negli ultimi 4 anni e che secondo gli stessi dati della autorità di controllo la qualità dei servizi Tim sarebbe elevata e la società “è l’unico operatore a fornire una riduzione del tasso di crescita nelle denunce“. E aggiungendo che prenderà “tutte le misure necessarie per ripristinare al più presto la normalità delle sue attività“.

Oi ha, a sua volta, commentato duramente la decisione, definendola “anacronistica” al fronte di un piano di investimenti di 6 miliardi di reais per quest’anno rispetto ai 5 del precedente e ai 3 del 2010.

Claro attribuisce il provvedimento ad un temporaneo e già risolto malfunzionamento del call center.

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