Telecom Italia: respinto il ricorso in Brasile

Il ricorso di Telecom Italia contro al decisione dell’autority brasiliana, Anatel, di bloccare le vendite di nuove SIM da parte della controllata TIM Brasil in 19 stati, è stato respinto dalla Quarta corte del distretto federale di Brasilia, che ha confermato il divieto di apertura di nuovi contratti mobili.

La corte ha precisato, però, che il blocco non può durare a tempo indeterminato perché la telefonia mobile è un servizio pubblico e la decisione di Anatel potrebbe finire per danneggiare gli interessi dei consumatori. Pur confermando il divieto il giudice, Tales Krauss Queiroz, ha, inoltre, riscontrato mancanze anche proprio da parte delle autorità brasiliane. L’eccessiva burocrazia avrebbe rallentato lo sviluppo delle reti.

Il blocco delle vendite, però, resta perché secondo la corte Tim Brazil ha attivato un numero di contratti superiore a quello che la rete era in grado di sopportare. E perché la qualità dei servizi non sarebbe, complessivamente, adeguata alle esigenze del mercato e ai bisogni dei clienti della società.

La corte ritiene quindi la decisione di Anatel appropriata in quanto una multa non sarebbe stata efficace, ma considererebbe inappropriato un blocco a tempo indeterminato perché: “una sospensione a tempo indeterminato violerebbe i principi di razionalità e proporzionalità, che devono reggere la condotta di un’autorità amministrativa”.

Il giudice ha così rigettato il ricorso di TIM Brazil che si fondava su indici di qualità ritenuti a norma e il principio di libera concorrenza, che sarebbe stato violato arbitrariamente dall’Autority. Il giudice ha ritenuto, però, appurati e noti i disservizi e che la telefonia mobile sia un “servizio pubblico”, tenuto quindi a rispettare standard di qualità, in mancanza dei quali l’essere servizio pubblico prevale sul principio di mercato.

Il giudice, pertanto, invita al compromesso equilibrato tra le parti, sottolineando però che tutto dipende dall’operatore telefonico e dal piano di investimento e sviluppo che presenterà all’Autority, la quale in caso fosse soddisfatta potrebbe eliminare gradualmente il blocco.

Intanto gli incontri tra un altro degli operatori sottoposti alla decisione e Anatel non si sono conclusi nel migliore dei modi. L’Autority ha infatti confermato il blocco per l’operatore in questione, Claro, controllato dal magnate delle telecomunicazioni messicano Carlos Slim. Bruno Ramos, sovraintendente di Anatel, ha spiegato: “L’incontro è stato positivo, ma i programmi di miglioramento dei servizi prestati hanno bisogno di altri approfondimenti”.

La forte presa di posizione dell’Autority brasiliana potrebbe avere effetti molto vasti e globali, qualora altri organismi simili assumano a loro volta un atteggiamento più severo in materia di qualità dei servizi ed investimenti pretendibili dagli operatori di rete privati.

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