Bernabè: nuove regole per una nuova rete Internet

Foto: Vincenzo Cosenza

”Internet è il nostro futuro, ma deve svilupparsi in modo diverso, senza pericoli per i minori, senza rischi per il commercio elettronico, senza che il 90% delle mail sia spam, senza furti di identità. Un’Internet diversa, in cui l’Europa deve far sentire la sua voce. L’Europa deve porsi con molta più attenzione il tema di come deve essere governata quella è che la principale infrastruttura dei prossimi 50 anni”. È quanto sostenuto dal presidente di Telecom Italia in occasione della presentazione del suo nuovo libro “Libertà vigilata”.

In Europa per Franco Bernabè, rispetto agli Usa, sussistono “condizioni asimmetriche fortemente penalizzanti dal punto di vista industriale e dal punto di vista del rispetto dei diritti di cittadinanza”, Per questa ragione sarebbe necessario un nuovo quadro normativo, un riequilibrio della governance della rete, attualmente troppo sbilanciato a favore degli USA e di poche multinazionali con sede nel paese,  i cosiddetti ‘over the top’ (OTT ).

Il presidente dell’ex monopolista di stato sottolinea le forti differenze nei quadri normativi applicati alle ICT “L’interconnessione Ip negli Usa” è “totalmente deregolamentata”; diversamente dall’Europa. Nel paese nord americano “due società si dividono un mercato grande come l’Europa, dove invece operano centinaia e centinaia di società”. Una simile asimmetria, secondo Bernabè, “sta creando dei danni” alle aziende europee.

Il manager solleva il tema proprio mentre sono in corso i lavori della Conferenza di Dubai, dove si discute proprio di governance di Internet. I lavori sono attualmente in una fase di sostanziale stallo. Franco Bernabè  sostiene che la conferenza “è stata oggetto di una delle più grandi operazioni di contro-informazione, o mala-informazione che abbia mai sperimentato nella mia vita, perché’ Google l’ha presentata come il tentativo di privare Internet della libertà”. La conferenza “è in stallo totale” per volontà degli Usa, che “devono difendere le loro società Internet e che hanno una potenza finanziaria e lobbistica straordinaria”.

E l’attacco di Bernabè all’Europa è netto, le autorità delle continente sarebbero state ingenue e avrebbero delegato la governance della rete agli USA. “Servono regole simmetriche perché non basta il dipartimento del Commercio Usa. Il Parlamento europeo avrebbe dovuto fare un’analisi più approfondita prima di prendere certe decisioni con una posizione ingenua che contrasta con gli interessi dell’Europa”. Altrettanto drastico il manager lo è verso gli OTT. Google, Apple Facebook, Amazon, secondo il manager, avrebbero “una capitalizzazione di 700 miliardi di euro e disponibilità liquide pari a 120 miliardi, pari alla capitalizzazione delle 4 principali società europee di tlc. Queste ultime però impiegano 1,2 milioni di persone, pagano 40 miliardi di tasse e fanno investimenti per 40 miliardi di euro, danno quindi un contributo sociale enorme all’Europa, mentre i 4 over the top non fanno assolutamente nulla“. Rappresenterebbero 4 sostanziali monopoli che in Europa realizzano  “investimenti vicini allo zero e danno occupazione solo a qualche decina di ragazzi in Irlanda

I temi centrali per lo sviluppo di una rete più equilibrata, sicura e capace di affrontare le sfide del domani sono, secondo il presidente di Telecom: privacy, sicurezza e mercato nella rete. “Internet è troppo importante per essere lasciata nelle condizioni in cui è oggi. Ci vogliono regole definite”.

Gli fa eco Giulio Anselmi, presidente della Fieg e dell’ANSA, presente alla presentazione. “Le regole sono importanti e un’intesa è nell’interesse di tutti. Nella doppia veste di giornalista ed editore mi chiedo cosa significhi una rete libera. Senza regole o gratis? È opinabile pensare che avere più informazione e meno giornalisti sia positivo. Tra gratuità e qualità c’è differenza“. Anselmi continua poi ribadendo il concetto con una metafora molto drastica. “gli editori come dinosauri sotto i meteoriti, e il meteorite è Internet. Forse, ma dalla prima pietra all’estinzione ne è passato di tempo. Quello lanciato da Bernabè è un allarme politico, economico, sociale e culturale“.

Sostanzialmente unanime tra i presenti il riconoscimento dell’importanza dei temi sollevati da Bernabè. Il commissario dell’Agcom Antonio Preto ha dichiarato, ad esempio: “È importante trovare un equilibrio tra i vari interessi in gioco. Un equilibrio che è e deve essere globale e non solo italiano o europeo, perché internet è globale“. Il direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale Agostino Ragosa rincara la dose: “C’è troppa asimmetria: noi regolamentiamo troppo, gli Stati Uniti per nulla, ma servono regole, le più chiare possibili“.

Meno concorde il blogger Stefano Quintarelli che sottolinea: “Non è vero che non ci siano regole. Il problema è che non si possono applicare le regole del mondo fisico alla rete“.

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