L’Innovatore da convegno

La new economy ed internet hanno sicuramente cambiato il mondo, ma fra i molti danni collaterali che hanno causato c’è stato il diffondersi di nuovi personaggi che ormai costituiscono un bestiario a sé. Il primo e più facile da incontrare è l’ “Innovatore da convegno”.

Questo personaggio è riconoscibile per la sua costante e spesso incomprensibile presenza in ogni convegno, seminario, incontro, ma anche cappuccino al bar in cui si parli vagamente di internet e di rete, purché nel suddetto incontro, convegno, seminario o cappuccino al bar vi siano, beninteso, almeno un paio di amministratori delegati e qualche politico. L’innovatore da convegno arpiona i suddetti, da cui si è fatto invitare dopo aver accuratamente appurato che di internet e rete se ne intendono quanto una top model intronata s’intende di giunti per le macchine agricole, e inizia a illustrare le sue meravigliose e brillanti idee per il futuro, che sono innovative per forza, in quanto lui è “innovatore”, come testimonia il fatto che lo hanno invitato lì proprio loro.

Le sue sfolgoranti idee hanno di solito due caratteristiche: richiedono uno spropositato numero di soldi  come investimento iniziale per essere non dico realizzate ma solo messe in cantiere e, soprattutto, non sono mai state testate per provare se funzionino veramente o abbiano qualche remota probabilità di funzionare. Del resto, l’innovatore non è noto per aver mai realizzato una cippa, perché se avesse già realizzato anche solo una delle sue sfolgoranti idee, essa non sarebbe più una innovazione, ma una cosa del passato. Quindi l’innovatore è in una botte di ferro.

Più che indagare il personaggio dell’innovatore, però, lo studio andrebbe fatto sugli altri, quelli che lo invitano ai convegni e, di solito, gli danno pure i soldi per mettere in piedi i suoi
sballatissimi baracconi invece di mettersi a ridere e cacciarlo – o meglio farlo cacciare, visto che sono amministratori delegati e politici di spicco – dai propri bodyguard a pedatoni sul sedere.

Perché? Perché in genere politici e amministratori delegati della vecchia generazione sono rimasti fermi al concetto che qualsiasi idea buona, o anche solo passabile, o anche solo idea, richieda sempre e comunque degli investimenti cospicui. Son gente nata negli anni in cui
per fare qualcosa di nuovo si costruivano fabbriche, ponti, capannoni, strutture: se viene davanti a loro un tizio a dire che per costruire un portale web funzionante e che fa milioni di visitatori al giorno ce la si può cavare con meno di mille euro (e a starci larghi) non lo prendono nemmeno in considerazione, anche perché nel loro intimo sono convinti che da qualche parte anche i portali web vengano costruiti con cazzuole e mattoni. Di conseguenza, tendono a considerare più credibile l”innovatore” farlocco che gli presenta un progetto richiedente 100.000 euro di investimento (iniziale, e poi si vedrà) piuttosto che il giovane veramente innovativo che dice loro di aver bisogno solo di 3.000 euro di finanziamento (poi rimborsabile). Tendono anche a considerare l’innovatore farlocco più credibile perché quel poco che sanno di internet è che è un mondo dove bisogna essere “visibili” e contano i “contatti”, gli “amici”, i “followers” e l’innovatore da convegno di quelli ne ha millemila, se non altro perché a furia di stare sempre in rete e passare da un convegno all’altro, raccatta seguaci a manate.

Mentre il giovane che si presenta con una buona idea, per pensarla e limarla non ha avuto tempo, soprattutto se è alle prime armi, di costruirsi una gran platea di followers e di amici virtuali, per cui non ne ha milioni da mettere sul piatto, ne ha forse qualche migliaio, quando va bene. Gli amministratori delegati bravi e i politici intelligenti queste cose dovrebbero saperle valutare di loro, ma spesso no, sempre perché di rete sanno pochissimo, e sono ancora fermi alle cose costruite con i mattoni, la malta e le cazzuole, per cui capire questo nuovo mondo per loro è difficile, e spesso si fidano di innovatori che sono solo la riedizione 2.0 degli antichi venditori di fumo.

Quindi per stroncare o limitare i danni degli innovatori da convegno (che sono enormi, perché dirottano sulle loro idee sballate e irrealizzabili ma costose fondi che invece dovrebbero andare ai giovani innovatori veri) non bisogna partire in quarta cercando di sterminare loro, ma di informare e formare gli amministratori delegati e politici, far capire loro cosa è la rete, come funziona, e come ci si deve imparare a difendere da quelli che innovano un solo campo: la
fuffa.

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