Privacy: il controllo dei contenuti caricati in rete non spetta a Google

Nel febbraio 2010 il giudice Oscar Magi aveva condannato a 6 mesi (pena sospesa) per violazione della privacy tre manager di Google in relazione a un filmato che riprendeva un minorenne disabile insultato e vessato dai compagni in un istituto tecnico di Torino e che venne caricato su Youtube l’8 settembre 2006. La sentenza all’epoca suscitò molto clamore a livello internazionale perché si trattava del primo processo, a livello mondiale, ai responsabili di un provider di internet per la pubblicazione di contenuti sul web.

Il verdetto della condanna venne duramente criticato dall’ambasciatore americano a Roma, David Thorne, e anche dalla stampa statunitense che aveva ritenuto l’azione come un comportamento da regime.

A distanza di qualche anno arriva una nuova sentenza con cui i giudici della prima sezione penale della Corte d’Appello assolvono i 4 manager “perché il fatto non sussiste”. Nello specifico la sentenza afferma che:

Una verifica preventiva di tutto il materiale immesso dagli utenti non può essere ritenuta doverosa, perché demandare a un internet provider un dovere-potere di verifica è un’opzione non scevra da rischi, poiché potrebbe finire per collidere contro forme di libera manifestazione del pensiero”.

La sentenza ha accolto, in sostanza, la linea difensiva degli avvocati Giulia Bongiorno, Giuseppe Vaciago e Carlo Blengino secondo cui Google non aveva, in base all’ ordinamento, alcun obbligo né di controllo preventivo sui contenuti caricati in Rete né informativo in relazione al trattamento dei dati personali. “Non può essere ravvisata la possibilità effettiva e concreta di esercitare un pieno ed efficace controllo sulla massa dei video caricati da terzi, visto l’enorme afflusso di dati”, scrivono i giudici.

Per quanto riguarda la privacy, invece, la corte si esprime affermando che “va esclusa per il prestatore di servizi su internet, come Google, la possibilità di procedere a una efficace verifica preventiva di tutto il materiale immesso dagli utenti”.

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