Dopo l’annuncio dei prossimi Google Glass sembra che la realtà aumentata sia la nuova frontiera dell’innovazione indossabile e non. A dircelo la kermesse Southwest Interactive Conference (SXSW) di Austin, in Texas, un evento che ha mostrato le molte potenzialità della tecnologia indossabile. La conferenza, costola dell’omonimo festival della cultura digitale ma non solo (si spazia dalla musica al cinema), assume di anno in anno sempre più i contorni dei grandi eventi dell’elettronica come il Ces di Las Vegas.
E in effetti dal palco texano sono nate tante novità digitali: basti pensare che quattro anni fa vi esordì Foursquare con successivo boom per tutte le applicazioni basate sulla localizzazione degli utenti. Quest’anno progetti e prototipi presentati sembrano aprire la strada a oggetti e business sempre più accattivanti. Ad aprire scenari inediti è l’avvento di stampanti tridimensionali che consentono anche al comune utente di realizzare oggetti pure extra-large.
Ultima arrivata, concepita per il mercato consumer, è Gigabot, progettata dalla re:3D. È una stampante 3D in grado di sfornare oggetti che stanno in un cubo dal lato di 60 centimetri, grandi fino al doppio di quelli realizzabili con le stampanti 3D attuali. La start up ha lanciato una raccolta fondi con Kickstarter, sito web specializzato nel crowdfunding, e in due giorni ha già ottenuto quasi il doppio di quanto auspicato (77mila dollari sui 40mila previsti come obiettivo).
È già invece scaricabile gratuitamente per Android e iOS un’app che sfrutta la tecnologia di realtà aumentata e che va in aiuto agli indecisi dello shopping online. Si chiama Augmented e consente di visualizzare direttamente nella propria abitazione l’oggetto che si vuole acquistare, attraverso lo schermo di tablet e smartphone. Sia un divano nel salotto o un poster nella cameretta. Non solo per uso privato ma anche per venditori che hanno uno strumento in più per mostrare la merce.
E poi i famosi Google Glass, che potrebbero arrivare sul mercato fra un anno, per i quali si è avuto un assaggio delle applicazioni dedicate. Non solo ricerche online, foto e video con i comandi vocali: chi inforcherà gli occhiali di Google potrà accedere senza bisogno di smartphone o tablet sicuramente a Gmail, a social network come Path, ma anche alle headlines dei media come il New York Times (che sta sviluppando un’app dedicata), oppure agli appunti di Evernote e Skitch. Eppure già nascono i primi malumori legati alla privacy.
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