Quello che non sa niente di web (e perciò sa tutto)

Lo vedi subito, da come ti guarda. Come un padreterno in incognito, che però ha una gran voglia di farsi riconoscere subito. E’ lui, Quello che non sa niente di web, e ne va fiero.

Non è che sia stupido. Anzi, più è intelligente, di solito, peggio è. Perché proprio perché non è stupido, è convinto che la sua superiore intelligenza e cultura dipendano imprescindibilmente dal fatto di non sapere un caspita di internet, anzi, neanche di computer, anzi, neanche di dattilografia, e prova ne è che nella sua vita a stento ha mai usato una macchina da scrivere, perché quella al massimo ce l’aveva la sua segretaria, e lui si è sempre limitato a firmare contratti e relazioni con una penna a stilo di gran marca.

aimieitempi-Ti guarda, con l’occhio pregno di quel paternalismo d’accatto tipico di chi vuol essere educato senza essere gentile, e comincia a dirti, con un sorrisetto di sufficienza, che “Ai tempi suoi” quelle cose non si usavano, e sono sopravvissuti lo stesso. E a te, che sei là buono e cerchi di essere cortese, verrebbe da rispondere che “ai tempi suoi” per essere precisi, non si usavano manco gli antibiotici, e certo lui è sopravvissuto lo stesso, ma solo in virtù del principio che l’erba cattiva non muore mai.

Poi aggiunge che tanto tutto quello che si deve sapere lui lo sa già, perché lo ha imparato dai libri, quegli strani oggetti che tu, che fai parte della generazione del web, di certo non sai che cosa sono. E a te, che sempre ti sforzi di essere cortese, verrebbe da aprirgli sotto il naso l’app del tuo tablet, e fargli vedere che lì dentro hai immagazzinato e ti porti sempre dietro una intera biblioteca, forse molto più pingue di quella che ha lui a casa, confinata nelle due mensole del salotto appese sopra il tinello marròn di contiana memoria.

Poi inizia un gran discorso, di solito incentrato sul fatto che tu, come tutti questi “giovani” (giovani, nella sua idea molto italiana, è una fascia di esseri umani al di sotto dei 70 anni), non hai l’idea della gavetta lunga, di cosa voglia dire studiare e imparare per anni, perché per la tua generazione è stato tutto veloce, improvviso, un giorno avevate il pc e il giorno dopo maghi della rete. E a te, che sempre tenti di frenarti, verrebbe da dire che certo, per te non c’è stata gavetta, e soprattutto hai imparato tutto subito: è per questo che smanetti pc da quando avevi 14 anni e sulla rete ci stai da almeno una decina, facendo gavetta nei forum, poi nei blog, poi passando a Facebook e Twitter.

Poi comincia a lodare il fatto che ai suoi tempi si facevano esperienze internazionali, si andava in giro, mica come adesso che si sta fermi a casa, piantati dietro lo schermo del computer. E tu taci e ti mordi la lingua, perché pensi che in tutti questi anni hai fatto la trottola per convegni, incontri, camp, ti sei tenuto aggiornato leggendo e avendo contatti con gente di tutto il mondo.

Poi, infine, serafico, afferma: «Eh, quelli della vostra generazione, con questa cosa della rete, volete avere la pappa pronta, pensate di sapere tutto, ma noi della vecchia scuola che abbiamo fatto carriera con il sudore, scarpinando, stando a contatto con la dura realtà, venendo su dal niente…»

E a questo punto non ti tieni più e dici: «Ah, strano, io avevo sempre saputo che lei ha fatto carriera perché ha sposato all’epoca l’unica figlia del titolare dell’azienda, anche se aveva a stento un diploma, non sa parlare una parola di inglese e non era in grado neanche di usare una Olivetti.»

E a quel punto ti sei giocato il contratto. Ma vuoi mettere la soddisfazione?

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2 COMMENTS

  1. Un grosso applauso a te, che hai avuto il coraggio di dirgliene 4.

    Forse un contratto in meno, ma almeno 10 anni di salute in più!
    Quest’ultimi, forse, lui non ne ha…..10 anni son tanti per chi sente il ticchettio della propria ora.

    Ancora una volta: applausone!!!!!!!

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