Commenti diffamanti su un forum: responsabile l’amministratore!

Una giovane blogger è stata condannata dal Tribunale di Varese per diffamazione aggravata a causa di commenti offensivi postati da alcuni utenti sul suo blog che si occupa di scrittura ed editoria.

La denuncia è partita dalla destinataria degli epiteti poco lusinghieri, proprietaria di una casa editrice, la quale, vedendosi presa di mira in molti commenti, ha sporto querela presso la Procura. Il GUP, non ha ritenuto responsabili i singoli soggetti che hanno pubblicato i contenuti offensivi ma la stessa amministratrice del forum, in quanto – si legge nella sentenza – responsabile di tutti i contenuti presenti sul portale da lei amministrato. La giovane ragazza è stata pertanto condannata in primo grado al pagamento di una multa di mille euro e cinque mila euro di risarcimento danni in favore della diffamata.

rassegna-stampaLa vicenda ha portato ancora una volta alla ribalta la questione (che sembrava ormai chiusa) relativa all’applicazione della legge sulla stampa ai blog. Infatti, l’orientamento dei giudici fino ad ora era stato ben diverso, come nel caso riguardante il blogger Carlo Ruta, assolto dalla Corte di Cassazione dall’accusa di stampa clandestina. La Suprema Corte, in tale circostanza, aveva circoscritto in senso restrittivo l’applicazione della legge sulla stampa, escludendone i blog perché non soggetti all’obbligo di registrazione presso il tribunale come testata giornalistica, a meno che non volessero ricevere finanziamenti pubblici.

In questo caso, invece, il giudice ha sancito la responsabilità diretta della giovane blogger sui commenti inseriti nelle discussioni (postati con nickname dai quali non si riuscirebbe a risalire agli autori reali), attribuendo al forum stesso la natura di “stampa”. L’orientamento delineato dal Tribunale di Varese potrebbe innescare conseguenze paradossali, compromettendo la sicurezza di tutti i blogger, amministratori di forum, siti et similia da possibili responsabilità legate alla commissione di illeciti da parte di terzi.

È opportuno ricordare che il provvedimento in questione non arriva come un fulmine a ciel sereno, ma a distanza di poco tempo dalle vicende Boldrini e Mentana e le relative polemiche legate alla “regolamentazione del web” e, non da ultimo – notizia di qualche giorno fa – dalla condanna a 9 mesi di reclusione per “istigazione a delinquere e apologia di reato” dell’amministratore della pagina Facebook “Cartellopoli”, pagina di riferimento contro i cartelloni abusivi della Capitale.

Insomma, tutti questi avvenimenti hanno posto più che mai l’attenzione sull’esigenza di trovare un orientamento univoco su tali condotte, da sempre esistenti sul web. A parere di chi scrive non è necessario – come sostenuto da qualcuno – procedere ad una regolamentazione (le norme ci sono già!) ma applicare ragionevolmente le norme di diritto esistenti agli illeciti commessi su internet.

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Classe ’86. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e un Master in Management dei Sistemi Informativi, coltivando sempre la passione per la tecnologia, i social media e la grafica. Nel 2013 ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione forense e ha lavorato come avvocato occupandosi di diritto delle nuove tecnologie e pubblica amministrazione digitale. Attualmente fornisce consulenza a startup e aziende in materia di diritto di internet, privacy, diritto d'autore e social media.

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