La cinese WeChat batte tutti: app più usata di Twitter e Skype

Mentre Skype e Twitter sembrano subire una leggera battuta d’arresto, il vero boom di questi ultimi mesi è rappresentato da WeChat, applicazione cinese conosciuta come weixin nel paese del dragone. In Cina è usata da tutti: si formano gruppi di amici sempre più allargati che comunicano così fra loro. E si scambiano messaggi disparati, anche denunce e accuse nei confronti di mandarini del regime (ovviamente criptati), foto di cose che non vanno, convocazioni per manifestazioni o riunioni. Qualche settimana fa la frase “ora è il momento” è girata tra più di un gruppo. Creata dalla Tencent, l’azienda più grande del paese in materia di servizi internet (già leader con la messaggistica per computer QQ, quella che conta il maggior numero di iscritti al mondo), WeChat è diventata la quinta applicazione per smartphone più usata al mondo, battendo giganti Usa come Skype e Twitter. Secondo una ricerca della Global Web Index, agenzia che si occupa di ricerche di mercato, WeChat sarebbe installato sul 27% degli smartphone nel mondo, contro il 22% di Skype e di Twitter. A farla da padroni, in cima alla classifica, restano comunque ancora Google – con il programma Google Maps, presente sul 54% di tutti i telefoni – e Facebook (44%).

Il successo di WeChat, secondo gli esperti, deriva principalmente dal fatto che si tratta di più che una semplice applicazione per la messaggistica: prevede anche, ad esempio, una funzione di ascolto e invio di messaggi vocali, sorta di walky-talky moderno, che  la concorrente WhatsApp ha lanciato proprio ieri.  Senza contare che, a differenza di quest’ultima, a pagamento, è del tutto gratuita. È inoltre una piattaforma su cui postare foto e commenti, un pò come Facebook. Complice anche una ottima operazione di marketing, WeChat, lanciata nel 2011, ha ormai travalicato i confini nazionali del paese (dove comunque conta oltre 300 milioni di utenti, 400 secondo le ultime stime). Ma, un pò come già era successo per Skype, l’aumento esponenziale dell’uso di WeChat non piace inevitabilmente alle compagnie telefoniche, che hanno visto calare in modo vertiginoso il numero degli sms inviati con metodo tradizionale. E che pertanto, invocando regole di correttezza e lealtà sul mercato, vorrebbero che WeChat non fosse gratuito ma prevedesse almeno un abbonamento. Ovviamente l’ipotesi ha subito scatenato le ire degli utenti cinesi. Tencent almeno per ora sembra non volerli deludere anche se, per dare forse un colpo al cerchio e uno alla botte, ha fatto sapere che cercherà altre forme di cooperazione con le aziende di telefonia. WeChat è ora disponibile in 18 lingue.

A luglio Tencent ha annunciato che all’estero WeChat ha raggiunto i 70 milioni di utenti, un balzo in avanti enorme se si pensa che solo tre mesi prima erano 40 milioni. Per consolidare le posizioni, si è di recente anche affidata alla pubblicità. Uno spot che ha come protagonista la star del calcio internazionale Lionel Messi è in onda da qualche tempo in 15 paesi nel mondo, Italia compresa. Il muro da valicare resta tuttavia quello frapposto dagli Stati Uniti, dove WeChat ha ancora un impatto piuttosto limitato (circa 100.000 utenti). Muro innalzato – ancora una volta – per ragioni di “sicurezza nazionale”.

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