Adiconsum: su e-commerce in Italia servono formazione, informazione e collaborazione

Formazione, informazione e collaborazione. In queste parole risiede l’unica chiave possibile per le imprese e per i cittadini italiani, di aprirsi con successo, e in sicurezza, all’e-commerce stando a quanto è emerso dal Convegno Un E-commerce uguale per tutti, svoltosi oggi a Roma e organizzato da Adiconsum. Vi hanno partecipato esponenti di diversi attori del comparto: associazioni di consumatori, imprese, forze dell’ordine, e Autorità di controllo nazionali ed europee.

Il dibattito ha evidenziato come in Italia nel 2012, l’e-commerce sia cresciuto significativamente fino a raggiungere un valore complessivo di vendite di 21 miliardi di euro, con un incremento del 12% rispetto al 2011. Ma i numeri del Belpaese sono ancora significativamente più bassi del resto d’Europa: solo il 34% dei cittadini italiani acquista online, a fronte del 90% degli utenti nel Regno Unito, l’87% in Germania, il 79% in Francia e il 50 in Spagna. Anche le imprese non sfruttano appieno le capacità della rete e questo innesca una serie di “paradossi”, come li ha definiti il segretario nazionale Adiconsum, Renato Calì: “l’e-commerce è uno strumento virtuale e senza barrire ma nel Mercato Unico, invece, ci sono barriere di adozione molto forti”. Alla base di tale “barriere” vi è un secondo paradosso: “la diffidenza verso l’e-commerce, accomuna consumatori e imprese: problemi di tutela della privacy, dubbi e rischi per la sicurezza delle transazioni, mancanza di regole comuni su diritto di recesso” sono le problematiche che più spesso frenano o scoraggiano le imprese dall’aprire tali nuovi canali di vendita, e i cittadini ad utilizzarli.

Andrea Spedale, Presidente dell’Associazione italiana Commercio Elettronico, si colloca sulla stessa lunghezza d’onda: “Colui che vende online, non ha ragione di esistere senza un consumatore online”, ed è altrettanto vero che un merchant affidabile non solo fa bene al suo business ma a quello del comparto tutto. Il che vuol dire che sia imprese che cittadini devono conoscere bene il terreno su cui si muovono, proprio per rendere sicuro e profittevole il rapporto commerciale online. Sicurezza, dunque, ma anche regole certe per tutti gli attori.

Sfatiamo l’idea che e-commerce sia pericoloso” ha detto Pietro Giordano Presidente Nazionale Adiconsum. Ma servono regole certe per tutti: “In Italia servono norma specifiche per il commercio online. Oggi, in mancanza di norme ad hoc, si applicano spesso le regole del commercio tradizionale, ma non è corretto”. E lancia un manifesto di intenti, affermando che l’Associazione si  batterà per la creazione diuna: “centrale rischi che sfrutti le sinergie tra associazioni, forze dell’ordine, gli organismi istituzionali, le forse sociali e anche le autorità, per informare e allertare al meglio i consumatori”.

L’unico modo per sfruttare le potenzialità dell’e-commerce, secondo Giordano, risiede proprio in questo: fare rete e sinergie con gli altri attori istituzionali e non, per informare, educare e promuovere, su regole certe, l’uso del commercio online da parte di imprese e cittadini.

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