Utenti più attenti alla sicurezza delle proprie password online, soprattutto dopo il caso Heartbleed, ma una gestione nel complesso ancora non sufficientemente sicura. E’ questo il quadro descritto da una recente indagine condotta da F-Secure.
Il 57% dei partecipanti a un sondaggio promosso tramite Facebook, Twitter, Google Plus e il blog di F-Secure Safe and Savvy nel Maggio 2014, ha risposto di aver cambiato le proprie password dopo aver sentito le notizie su Heartbleed. Tra le cattive abitudini nell’uso e nella scelta delle password, la più comune è usare il nome di un membro della famiglia oppure quella di usare il nome del proprio animale domestico o usare password generiche come “Password” o “123456”.
Ma la gestione delle password è un problema anche per gli utenti più inclini all’uso della tecnologia: nel sondaggio il 43% di chi ha risposto dichiara di usare la stessa password per più di un account – un esempio assolutamente negativo di gestione delle password e il 58% dichiara di avere oltre 20 account protetti da password o semplicemente troppi per poterne tenere traccia. Il 27% ha tra 11 e 20 account protetti da password e il 15% ne ha meno di 10. Nonostante tutti questi account, solo il 40% usa una soluzione di gestione delle password.
Cosa possiamo fare per tutelarci? Secondo Sean Sullivan, Security Advisor in F-Secure, bisogna: “Identificate gli account più critici che devono essere protetti e fate in modo di essere certi che le password per quegli account siano univoche e forti”. “Se avete creato un account su qualche sito che contiene solo username e password, significa che quell’account non è critico” spiega Sullivan. “Ma il vostro account Amazon con le informazioni sulla vostra carta di credito, il vostro account di banking online, quello della vostra email primaria o di Facebook dove c’è la vostra storia personale, questi sono tutti esempi di account critici. Se non avete il tempo o l’abitudine di tenere sotto controllo ogni cosa, prendetevi cura almeno di questi”.
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