Politecnico di Milano: il mobile enterprise crescerà del 46% in tre anni

Il mercato di Mobile Device, Mobile Biz-App ed Enterprise Application Store, i principali elementi alla base delle soluzioni di “Mobile Enterprise”, nel 2013 vale circa 1.860 milioni di euro e crescerà del 46% nei prossimi 3 anni, raggiungendo i 2.700 milioni nel 2016. Sono queste le e stime realizzate dell’Osservatorio Mobile Enterprise della School of Management del Politecnico di Milano.

Il mercato della “Mobile Enterprise”, si spiega in una nota, è dato da tre soluzioni integrate e sistemiche che fanno leva sulle tecnologie Mobile per migliorare la competitività di un’azienda e si suddivide in tre aree: i mobile device, ovvero la componente hardware (Smartphone, Tablet, Notebook usati in prevalenza in ambito business), coprono il 67% del mercato. Il 25% è legato alla componente Mobile Biz-App, che include lo sviluppo e l’acquisto delle soluzioni e l’integrazione delle App con i Sistemi Informativi. Il restante 8% riguarda gli Enterprise Application Store (EAS) che rappresentano le piattaforme di gestione dell’intero ecosistema Mobile aziendale (in questo contesto rientrano anche le piattaforme di Mobile Device Management).

Questo trinomio, in ambito Business”, afferma Andrea Rangone, Coordinatore Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, “rappresenta ormai anche un vero e proprio mercato, che per valore ha superato, nel 2013, la soglia di 1.800 milioni di euro. Cifra che, nei prossimi 2 anni, l’Osservatorio stima in crescita fino a quasi 3 miliardi di euro (a dispetto della crisi). Governare questo contesto può diventare un fattore sostanziale, in grado di rappresentare un importante differenziale competitivo grazie ai benefici di efficacia ed efficienza che le soluzioni Mobile possono portare alle organizzazioni. Benefici che, guardando alla molteplicità dei Mobile Worker presenti nel nostro Paese, non sono rilevanti solo per la singola impresa ma possono rappresentare un importante fonte di recupero di competitività per l’intero Sistema Paese: si attesta infatti su circa 9 Mld €/anno il valore del recupero di produttività stimato dall’Osservatorio per tutti i Mobile Worker già dotati di soluzioni Mobile per le proprie attività professionali”.

Mobile Device
Gli Smartphone sono ormai largamente diffusi nelle imprese analizzate (già presenti nel 91% di esse e in procinto di entrare in un altro 5%) e i Tablet li seguono a ruota (già adottati nel 66% e in procinto di essere introdotti in un altro 18%)”, fa notare Paolo Catti, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Mobile Enterprise “e tra i Device a supporto dei processi di business non stupisce che tra i più diffusi figuri anche la famiglia dei Terminali Industriali, che hanno caratteristiche di robustezza e usabilità studiate appositamente per l’uso in contesti particolari”.

Tra i nuovi Mobile Device, i più diffusi sono gli Ultrabook, dispositivi Notebook “alleggeriti” da periferiche e porte non essenziali, già presenti nel 44% delle imprese analizzate e in procinto di entrare in un altro 12%. A seguire, emergono i PC convertibili e gli Slate PC, presenti nel 22% delle imprese analizzate e in procinto di entrare in un altro 24%. Ancora in un’aura di incertezza figurano i cosiddetti “Phablet” mentre “I nuovi dispositivi Wearable ”hanno un tasso di penetrazione ancora embrionale (2%), anche se non è da sottovalutare la percentuale delle imprese che ha già maturato l’ipotesi di introdurli: il 16%, di cui la stragrande maggioranza con orizzonte di medio periodo”.

Le Mobile Biz-App
La Survey rivela che ben il 51% dei CIO che hanno partecipato alla Ricerca le ha già introdotte, in netta crescita rispetto all’omologo 35% del 2013. Solo il 9% del campione non ha ancora introdotto Mobile Biz-App e per ora non è interessato a farlo, mentre il 40% ha intenzione di introdurle in futuro (nel 12% dei casi si tratta di una decisione già presa).

Sul fronte invece del mobile device management e la gestione della sicurezza, dalla ricerca emerge che una priorità per i CIO si conferma essere la gestione della sicurezza. Tra i CIO che hanno partecipato alla Ricerca, circa il 90% ha già introdotto (oppure lo farà nel prossimo futuro) sistemi di Mobile Device Management; tra questi, chi li ha già introdotti (59%), nella maggior parte dei casi (36%) li ha istallati in house, mentre gli altri (23%) ne fruiscono secondo logiche ‘as a Service’. I CIO che ancora non hanno considerato puntualmente le tematiche legate alla sicurezza dei dati è attorno al 17% del campione.

Oltre al tema della sicurezza”, aggiunge Christian Mondini, Senior Research Analyst dell’Osservatorio Mobile Enterprise, “grande attenzione viene posta anche al paradigma ‘Bring Your Own Device’, che prevede di far leva su dispositivi Mobile scelti e acquistati direttamente dall’utente, che vanno poi non solo integrati con i Sistemi Informativi Aziendali e popolati con le corrette Mobile Biz-App a supporto dei processi, ma anche gestiti e tutelati, in particolare a difesa dei dati aziendali che risiedono (o transitano) su ciascun Mobile Device. Il numero dei CIO che permettono l’utilizzo dei Device personali a scopo lavorativo è decisamente cresciuto: dal 20% del 2012 al 49% del 2014 e si è ridotta sensibilmente la percentuale di chi si dichiara assolutamente contrario, dal 44% del 2012 al 19% del 2014”.

I trend del futuro
Tra le soluzioni emergenti per la Mobile Enterprise la ricerca trova quelle di Digital Signage, sistemi di comunicazione multimediale per la diffusione, principalmente all’interno di Punti Vendita, di messaggi attraverso l’utilizzo di monitor, videowall, totem interattivi, ecc. che permettono una maggiore interazione con il consumatore. Un altro trend è rappresentato dai Mobile POS che permettono, attraverso un dispositivo hardware collegato a uno Smartphone o Tablet, di accettare pagamenti tramite transazioni con bancomat e carte di credito, eliminando il contante dalle attività sul campo. Le soluzioni di Firma Grafometrica permettono l’acquisizione, in formato “nativo digitale”, di una firma elettronica in grado di conservare il valore legale della firma autografa (a patto di rispettare specifici requisiti normativi) e consentendo alle organizzazioni una completa digitalizzazione di tutti i processi che prevedono la raccolta di firme e la dematerializzazione dei relativi documenti.

L’universo dell‘Internet of Things, infine, grazie a sensori, attuatori, chip biometrici, ecc., permetterà di ‘rendere intelligenti’ alcuni oggetti, dotandoli di un’identità digitale e della connessione alla rete per comunicare informazioni raccolte o ricevere istruzioni oppure comandi.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here