La partecipazione online non è mai stata così viva in Italia. Capitolo consultazioni nazionali a parte (quella principale, attualmente in corso, riguarda il sistema scolastico, la trovate QUI) è a livello locale che si trovano gli esperimenti più interessanti. Non potrebbe essere diversamente: con un sindaco nel ruolo di Presidente del Consiglio, una lunga serie di tagli ai trasferimenti a favore delle amministrazioni comunali e – contemporaneamente – la necessità di realizzare le promesse fatte in campagna elettorale, la ricerca da parte degli amministratori locali di soluzioni per coinvolgere la popolazione è diventata frenetica, quasi confusionaria a volte.
Una ricerca svolta dall’Istituto per la Competitività (la trovate QUI) dedicata ai rapporti tra imprese e territorio, presentata poche settimane fa a Roma, ha rivelato due aspetti interessanti. Da una parte, I-Com sottolinea le difficoltà dei sindaci nel condurre politiche attive sul territorio, a causa (anche) della diffusa opposizione alla realizzazione delle infrastruttura. Da un’altra parte, I-Com ha sottolineato l’inventiva di molti amministratori per aggirare gli ostacoli burocratici che si frappongono tra loro e la buona riuscita delle iniziative. Tra i tanti casi censiti dal rapporto dell’Istituto i più interessanti sono “Pisa partecipa” e “La darsena che vorrei” (Ravenna).
Un caso che il rapporto non censisce, ma che è perfettamente in linea con le iniziative di partecipazione sviluppate sul territorio, è “Prendo Parte”, piattaforma di partecipazione inaugurata dal Comune di Terni (la trovate QUI). Prendo Parte ha un pregio che altre iniziative di questo tipo non hanno. Vincola cioè l’amministrazione a dare una risposta alle proposte dei cittadini. L’amministrazione si pone un obiettivo ambizioso: 30 giorni di tempo per rispondere. Nel frattempo, promette anche di aggiornare in tempo reale i partecipanti sulle novità in discussione attraverso la pubblicazione dei post di chi commenta le proposte e l’aggiornamento sugli sviluppi del tema oggetto di dibattito. Non è un caso se una sezione della piattaforma si chiama “cosa succede in città” e si preoccupa di informare i cittadini sugli avvenimenti più importanti. Con una precisazione importante: gli aggiornamenti verranno curati dalle associazioni civiche operanti sul territorio, circostanze che dovrebbe garantire l’imparzialità delle informazioni.
Buona fortuna a “Prendo Parte” allora. Un augurio che si accompagna a due raccomandazioni. La prima – e più importante – riguarda la durata. Molte delle iniziative di questo tipo soffrono di vita breve. Muoiono con la fine di una giunta, talora anche prima, quando mancano i soldi per realizzarle. Basterebbe un minimo di programmazione per evitare il secondo degli inconvenienti; mentre per il primo una possibile soluzione è quella di pensare la partecipazione come uno strumento utile a prescindere dal governo locale di turno. È comprensibile che i promotori dell’iniziativa ci tengano a pubblicizzarla. Basterebbe però non sconfinare nella propaganda per garantire qualche opportunità di sopravvivenza al successivo cambio di guardia. Secondo auspicio: presi gli impegni, vanno rispettati. Il che significa che il sito va aggiornato, le risposte vanno date entro il termine concordato, e i cittadini vanno stimolati a partecipare, evitando di coinvolgere il solito – ristretto – manipolo di fanatici. Più facile a dirsi che a farsi. Staremo a vedere.
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