Uber: sospese le attività in Nevada

Uber ha sospeso le sue operazioni nello stato americano del Nevada. Da ieri la battuta d’arresto avrebbe bruciato quasi 1.000 posti di lavoro. All’indomani della notizia del nuovo round di finanziamento che valuterebbe l’azienda fino a 40 miliardi di dollari, non si fermano le polemiche tra la società e gli enti pubblici di diversi stati americani che da tempo cercano di fermare a livello legale l’avanzata della app.

La popolarità di Uber, infatti, guadagnata a ritmi costanti in decine di città degli Stati Uniti negli ultimi anni, sembra essere in pericolo non solo a causa dell’opposizione delle compagnie di taxi e di alcuni enti pubblici – che sostengono la validità degli stessi regolamenti severi applicati ai taxi tradizionali – ma soprattutto delle compagnie di assicurazione che desiderano applicare ai conducenti polizze assicurative più costose.

Nel caso della sospensione in Nevada, la decisione è arrivata dopo una diatriba legale e dopo le richieste avanzate dalla Nevada Taxicab Authority e dalla Nevada Transportation Authority in merito all’applicazione di norme più stringenti sulla sicurezza dei veicoli utilizzati, della preparazione dei conducenti e sulle modalità di ispezione delle vetture.

Martedì scorso, infatti, un tribunale distrettuale di Washoe County ha emesso un’ingiunzione preliminare che impedisce ogni sorta di attività ad Uber in tutto lo stato, schierandosi con gli enti pubblici del Nevada sul fronte della richiesta di una maggiore regolamentazione in questo settore. “È un peccato che sia proprio il Nevada il primo stato della nazione a sospendere temporaneamente Uber” ha detto la portavoce Eva Behrend in un comunicato, aggiungendo che l’arresto delle attività della società costerebbe quasi 1.000 posti di lavoro, e proprio in occasione della Festa del Ringraziamento.

Ci siamo comunque impegnati a lavorare con i leader del Nevada per creare un quadro normativo stabile che offra ai cittadini dello stato la flessibilità e l’innovazione offerta da Uber” Behrend ha detto. Al momento non è arrivata nessuna replica dall’ufficio del procuratore generale del Nevada.

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