“Backdoor” per accedere ai dati degli utenti: Google ed Apple contro le norme Usa

I colossi della rete uniti contro i provvedimenti che l’America starebbe studiando per bypassare i sistemi di sicurezza su smartphone e dispositivi di comunicazione, sistemi che darebbero accesso ai dati criptati degli utenti in caso di indagini per motivi di sicurezza.

140 aziende tech, tra cui Apple e Google, ma anche organizzazioni della società civile, hanno firmato una lettera indirizzata al Presidente Usa Barack Obama di cui il Washington Post avrebbe ottenuto una copia. “La crittografia forte è la pietra angolare della sicurezza della moderna economia dell’informazione“, si legge nella lettera co-scritta. “Le agenzia governative dovrebbero sostenere pienamente e non compromettere gli sforzi fatti per creare uno standard di crittografia unico”. Il tema molto è molto delicato e ha già determinato forti scontri tra le autorità americane e i colossi che fanno delle fiducia e della protezione dei dati dei clienti, il loro core business. Il rischio di provvedimenti che permettano di accedere ai dati degli utenti sui loro device, anche in caso di indagini, violerebbe la privacy e, aspetto non secondario, tali porte di accesso per gli investigatori potrebbero essere usati anche da hacker e malintenzionati.

La questione della sicurezza online è tornata alla ribalta dopo le rivelazioni di Edward Snowden sul sistema di “ascolto” e spionaggio messo in piedi dalla National Security Agency (NSA) americana. I colossi tech sono stati chiamati in causa come veri e propri complici di un sistema che agiva alle spalle delle persone e questo ha portato gli stessi colossi a correre ai ripari, nei giorni caldi della protesta del Datagate, per dissociarsi da quanto stava emergendo. Anche con azioni forti a tutela dei clienti, inclusi sistemi di crittografia così imponenti da essere stati criticati anche dall’FBI americana. “Verrà un giorno in cui questo sarà di enorme importanza per i cittadini, cioè la possibilità di avere accesso agli smartphone o o altri dispositivi“, spiegava il Direttore James Comey. “Ciò che mi preoccupa è che queste società espressamente enfatizzano qualcosa che dà alle persone la possibilità di tenersi al di là della legge“.

Il Washington Post afferma che la lettera include le firme di tre dei cinque membri di un gruppo di revisione nominato dallo stesso presidente Obama nel 2013 con il Datagate.

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