Casa “hi-tech” casa

La casa… una parola che in sé fa già “da tetto”, a tutta una serie di sensazioni e di vissuti che accompagnano già la parola stessa e il suo archetipo. Spesso è il luogo rifugio, lo spazio delle nostre relazioni più care, il posto da cui si parte e in cui si desidera tornare a fine giornata e nessun altro ambiente come la casa vive di rispecchiamento con chi la abita. Funzionalità, comodità, colori, arredi e suddivisione degli spazi: tutto discende da una propria visione, da un personale modo di volere il proprio “spazio-casa”.

smar homeQuanto più questa esigenza di avere “una casa su misura” emerge ed è ben presente per le persone con disabilità che della casa fanno il luogo privilegiato della possibilità di stare a proprio agio, di sentirsi fisicamente e relazionalmente liberi. La psicologia ne parlerebbe come “luogo protetto” e in qualche modo lo è. Proprio da questa esigenza ed intorno a tale esigenza la progettazione ambientale – architettonica e non solo – si è mossa negli ultimi anni al fine di trovare soluzioni che pensate inizialmente per le esigenze di qualcuno in realtà si sono via via rivelate come strategie di comodità per tutti potenziando il mercato e i possibili pubblici target della “domotica”. L’automazione della casa e dei suo spazi è divenuta infatti un’aspirazione di molti e anche in questo caso la disabilità, dal punto di vista progettuale e di ideazione di prodotti – si è fatta driver di innovazione verso un mercato che vede sempre più richieste e un crescere di piccole-medie aziende che su questo focus si stanno orientando.

IoE, l’Internet of Everything non ha fatto che aumentare la possibilità e le reali opportunità dell’automazione e del controllo a distanza lasciando che i nostri device digitali iniziassero a interagire con gli elettrodomestici, la rete elettrica e idraulica e che un comando da remoto o l’attivazione di un “clic” in loco – come l’uso della voce o il battito delle mani – portasse a cambiare assetti, alzare e abbassare serrande, chiudere porte, accendere/spegnere luci  fino ad arrivare alla rimodulazione degli ambienti stessi tramite pochi e semplici gesti attuabili in autonomia. Una rivoluzione per molte e molte persone e una chance per promuovere la vita indipendente giungendo a soluzioni altamente personalizzate.

Con la domotica l’ambiente della casa si fa senziente e, di più, consenziente nel senso che risponde a precisi comandi dati grazie a spazi a forte progettazione tecnologica che consentono automazioni di funzioni quasi autonome  e comunque svincolate dai tradizionali gesti dell’uomo rispetto all’ambiente: “Le strutture edili con cui l’utente entra in contatto devono poter interagire e permettere un grado di autonomia alla persona disabile.”

Se ne parla come di “case intelligenti”, “case del futuro” ma in realtà sono già in mezzo a noi e di certo già abitate! Solitamente sono percorse da sensori intercettabili come punti di comando attivabili anche tramite un ausilio informatico utilizzato dalla persona con disabilità, anche molto severa tale da non consentire uso delle articolazioni superiori. Ogni potenzialità della domotica è aumentata dalla connessione alla rete Internet proprio per le chance di controllo remoto che ne discendono e il mercato è progressivamente e rapidamente passato dall’essere potenziale ad essere una certezza: c’è un segmento ampio e diversificato di acquirenti e interessati e dal 2005 al 2013 Assodomotica ha stimato un incremento del settore costante e una ricerca di due anni fa ne stima una crescita che si assesterà intorno al 30% anche nei prossimi anni. In questa nicchia di mercato – dal punto di vista progettuale e di prodotti ma quasi non più dal punto di vista dell’utenza raggiungibile e pronta ad investire il proprio denaro – l’Italia risulta dalla stessa ricerca collocarsi al terzo posto in Europa “dietro Gran Bretagna e Germania con una quota di mercato pari all’11% e circa 18,5 milioni di euro di fatturato”. ; i diversi livelli di automazione installati in casa corrispondono a classi di efficienza (Classe A Alta efficienza, Classe B Automazione avanzata, Classe C (Automazione standard), Classe D (Senza automazione).che si traducono anche in risparmio energetico.

smart-homePer le persone con disabilità è intuitivo quanto sia fondamentale vivere la propria casa in modo agevole, comodo e in autonomia: gesti quotidiani talvolta difficili – per quanto ai più sembrino scontati tipo quelli che compiamo con le mani per chiudere/aprire qualsiasi sportello o porte o finestre o pomelli o miscelatori fino al controllo di spegnimento/accensione delle luci fino a poter variare in modo automatizzato l’altezza de letto per sdraiarsi senza doversi “arrampicare” e poi tanto altro significa contribuire a far sì che la casa sia vissuta davvero come dolce casa. Per persone con disabilità motoria severa – che dunque non hanno o hanno perso la possibilità del movimento e del controllo del movimento degli arti superiori, esistono anche sistemi a scansione in cui le opzioni da selezionare scorrono in modo consequenziale su uno schermo e lì possono venir scelte cliccando con un sensore; in altre situazioni si possono invece usare joystick, emulatori di mouse, comando vocale lì dove per alcuni sia  il canale preferenziale del proprio funzionamento: in questa direzione già diverse sono le soluzioni offerte dalla domotica. Solitamente la tecnologia di trasmissione di un “comando domotico” è quella dei raggi infrarossi ed esistono telecomandi programmabili ad hoc che riproducono i codici di comunicazione a infrarossi degli elettrodomestici o degli strumenti audiovisivi associandone l’input di attivazione a dei tasti da attivare con diversi ausili informatici o di comunicazione. Altri sono installabili e interfacciabili con ausili per la mobilità o per il riposo, come sedie a ruote o letti – e da lì consentono una sorta di “stazione di controllo” dell’ambiente in cui la persona con disabilità dovesse trovarsi.

Per dovere di cronaca, va detto che molti anni fa ci fu un primo progetto-prototipo di ambiente domestico accessibile: si trattava della “Casa agevole”, progettata e ideata dall’Architetto Roberto Vescovo, e situata all’interno dell’IRCSS Santa Lucia di Roma: circa 60 metri quadrati che dimostravano la possibilità di rendere accessibile una casa predisponendola di tutto quanto la domotica avrebbe potuto automatizzare. Con il progetto europeo SM4All dal 2008 al 2011 un altro team dell’Istituto, coordinato dal Professor Roberto Baldoni della Sapienza Università di Roma, ha lavorato all’ampliamento di quella idea iniziale introducendo anche i comandi dati tremite un’interfaccia cerebrale. Era futuro e per ora lo resta. Mentre è presente e acqusibile tutta una serie di soluzioni che convergono verso la necessità – spiccata talvolta per una persona con disabilità – di avere a disposizione un sistema unico dal quale gestire in autonomia le proprie esigenze di vita in casa. La progettazione richiede una valutazione ambientale e la precisa ricognizione delle esigenze dell’utente e delle sue potenziaili autonomie così da far sinergia con le tecnologie implementabili; varie le aziende che sono sul mercato; in ambito pubblico, l’Inail dispone di un “Servizio di consulenza e fornitura” del proprio Centro Protesi che offre consulenza anche sui sistemi di automazione e controllo ambientale.

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