Fritto misto estivo

7 agosto. Accadde tutto la notte prima dell’esodo estivo. Tre eventi in uno e l’onore delle prime pagine dei quotidiani. Banda ultra larga priorità nazionale, miliardi di fondi pubblici che trainano altri miliardi di fondi privati. La concentrazione del settore della telefonia mobile tanto agognata si concretizza e nasce il primo operatore mobile nazionale (per numero di SIM).  Telecom Italia, specchio delle telecomunicazioni italiche, annuncia un rinnovato impegno negli investimenti per il Belpaese e contiene il calo del fatturato. Tanta roba in un colpo solo.

Il Piano Strategico Banda Ultra Larga. Come recita il comunicato stampa del Governo: “il Cipe ha approvato il programma operativo del Piano Banda Ultra Larga, a cui vengono assegnati  da subito 2,2 miliardi di euro, che consentiranno di partire immediatamente con la fase attuativa. Altre risorse, per un ammontare di 1,4 miliardi, saranno conferite al Piano con successivi provvedimenti normativi. Complessivamente è previsto l’impiego di risorse per ben 4,9 miliardi di euro” Risorse che integrano 2,1 miliardi di fondi strutturali regionali. A prescindere dal Decreto tanto atteso e del benestare della Commissione europea sul Piano strategico e sulle sue parti più contrastate (le misure più innovative e, soprattutto, gli interventi nelle aree dove sono già in corso interventi privati), la macchina pubblica si mette in modo, partendo dalle aree più remote del Paese (l’ultimo 35% del Paese, 6.800 comuni). Il modello è quello già sperimentato per Eurosud, rivisto e corretto in funzione dell’osservazioni di Bruxelles a valle della valutazione di impatto appena completata. Tre anni per diventare leader in Europa, scambiando il colore nero con il bianco, ma è colpa degli astrusi codici cromatici dei burocratici comunitari. Alpeggi e pascoli di pianura, stiamo arrivando.

La fusione Wind-3Italia. Mentre Roma ride, Mosca non piange. Dopo anni di ipotesi più o meno fantasiose sul necessario consolidamento del settore delle telecomunicazioni in Italia, è stato trovato l’accordo sul più logico matrimonio tra il terzo (Wind, controllata da VimpelCom) e il quarto operatore mobile (3 Italia di Hutchinson). Il risultato è un soggetto (quote paritetiche) che conquista la leadership in termini di SIM e si candida per garantire una situazione reddituale che deve sostenere nuovi investimenti e innovazione. 6,4 miliardi il fatturato cumulato nel 2014, 31 milioni di SIM, 2,8 milioni di accessi fissi (di cui 2,2 milioni di accessi broadband), è il biglietto da visita del nuovo attore. Dodici mesi per mettere la macchina a regime e fare in modo che la somma delle parti faccia il totale. Nel frattempo un altro gruppo russo, proprietario di Aria,  acquisisce la maggioranza di Tiscali, ultimo baluardo totalmente italiano delle telecomunicazioni nazionali. Tre il numero magico di operatori all’interno di un paese europeo. Oligopolio concorrenziale, recita la letteratura.

Telecom Italia e la semestrale. All’inizio di agosto vengono comunicati i dati della semestrale di Telecom Italia, che continua a rappresentare lo specchio di un settore che mantiene un elevato livello di investimenti e rimane centrale nella costruzione dell’economia digitale, ma subisce contemporaneamente una forte deflazione e ricavi in calo, a fronte di volumi e prestazioni in crescita esponenziale. In questo scenario, continua a prevalere il segno meno, ma in sensibilmente miglioramento. Rispetto al -6.6% di fine anno, il secondo trimestre 2015 si chiude a -1,6% rispetto allo stesso trimestre 2014, con le dinamiche della componente fissa e mobile che tendono ad allinearsi e le componenti più virtuose (banda larga e ultralarga), che guidano la ripresa, come dimostra la crescita del 22% della componente Internet sul mobile. Allo stesso tempo, gli investimenti nel trimestre sono cresciuti del 22% rispetto all’anno precedente, a dimostrazione dello sforzo per la realizzazione delle reti di nuova generazione, che coprono il 37% della popolazione con il fisso e l’83% con il mobile. In questo scenario, i clienti della banda ultralarga fissa sono cresciuti da 290.000 unità a 384.000 in un unico trimestre. 10,8 milioni le SIM broadband mobili e 2,7 milioni quelle LTE.

Speriamo che non sia solo un colpo di sole estivo.

 

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