Tutti i dipendenti sono dipendenti “digitali”: ed ecco perchè sono una risorsa per l’IT

Ogni impiegato oggi è un impiegato digitale grazie all’accresciuto livello di “dimistichezza” con le tecnologie che le persone sperimentano nella vita quotidiana e che portano sul lavoro. E’ quanto spiega Gartner secondo cui: i dipendenti di oggi sono in possesso di un maggior grado di destrezza digitale“, sostiene Matt Cain, research vice president di Gartner. “gestiscono le proprie reti wireless a casa, collegano e usano diversi dispositivi e hanno familiarità con applicazioni e servizi web in quasi ogni aspetto della loro vita personale.” Non ultimo, partecipano e beneficiano dei servizi della sharing economy.

Ciò si traduce, per le imprese, nella grande potenzialità di avere al loro interno un numero senza precedenti di lavoratori che, non solo usano correntemente le tecnologie, ma che riconoscono l’importanza della digitalizzazione in diversi modelli di business. Considerando questo scenario Gartner ha delineato diversi modi in cui l’organizzazione IT può beneficiare dei vantaggi di tale dimistichezza digitale.

Attuare una strategia per il digital workplace
Il posto di lavoro digitale è una strategia di business che promuove l’agilità e l’impegno dei dipendenti attraverso un ambiente di elaborazione più consumer-like. La maggior parte delle organizzazioni si avvicinano alla consumerizzazione dell’IT in modo sconnesso, con iniziative tecnologiche specifiche, come mobile o i social. Pochissimi hanno una visione strategica in cui i vantaggi della consumerizzazione sono accuratamente analizzati e attuati in modo metodico in sinergica con le unità di business.

Rendere più accessibili le risorse di elaborazione in modo da soddisfare le preferenze dei dipendenti ne promuoverà l’impegno.

Abbracciare lo shadow IT
Nel corso dei prossimi anni, Gartner prevede che la spesa IT si presenterà sempre di più al di fuori del budget IT tradizionale. “Shadow IT” è il termine talvolta usato per descrivere tale situazione in cui le unità di business acquistano, possiedono e gestiscono le risorse IT con poca o nessuna assistenza da parte del gruppo IT. Molti reparti IT considerano i meccanismi shadow inefficienti e una fonte di rischio. Ma questo approccio non è solo inutile, dice Gartner, quanto uno spreco di prezioso talento nel mondo del lavoro.

Gli investimenti shadow spesso superano il 30% del totale della spesa IT”, ha dichiarato Cain. Ed è un fenomeno che è destinato ad aumentare perché la domanda di nuove applicazioni e servizi  proseguirà, anche per effetto di quella accresciuta dimistichezza digitale di cui si parlava, e con un IT che non riuscirà a soddisfare per tempo tutte le richieste. I tempi lungi dell’IT, insomma, mal si sposeranno con l’accresciuta capacità dei dipendenti di pensare, e realizzare, soluzioni tecnologiche autonome.

Piuttosto che cercare di combattere la marea, dice Gartner, l’organizzazione IT dovrà sviluppare un quadro di possibilità e norme con cui stabilire quando è appropriato per le unità di business e gli individui utilizzare le proprie soluzioni tecnologiche e quando, invece, dovranno lasciare all’IT l’iniziativa. L’ IT, insomma, dovrebbe posizionarsi come un partner commerciale e consulente che non controlla tutte le decisioni tecnologiche nel settore.

Utilizzare un approccio bimodale
In questo contesto Gartner suggerisce che le organizzazioni adottino un approccio bimodale alle operazioni IT. Si intende, con questo concetto, la capacità di gestire l’It con modelli separati, uno focalizzato sulla stabilità e l’altro sull’agilità. Il primo è più tradizionale, attento alle esigenze di sicurezza dei reparti IT, il secondo più veloce e capace di rispondere ai bisogni contingenti anche grazie alle accresciute competenze tecnologiche del personale.

“Le organizzazioni che formalmente andranno in contro e sfrutteranno le competenze digitali dei loro dipendenti potranno sperimentare un miglioramento dei risultati di business e ottenere un vantaggio competitivo”, ha dichiarato Cain. “Il trucco, però, sarà quello di garantire che i dipendenti abbraccino volentieri le nuove tecnologie, piuttosto che si sentano minacciati da esse.”

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