SPID semplifica la vita?

Si chiama Sistema Pubblico per l’Identità Digitale, si pronuncia SPID, sembra un neonato ma ha già qualche anno e da oggi, dopo una presentazione presieduta dal Ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Marianna Madia e dal direttore di AgID Antonio Samaritani, dovrebbe iniziare a semplificare la vita dei cittadini.

Cos’è SPID?

SPID riprende un concetto abbastanza basilare dell’informatica: assegnare a ciascun cittadino e ciascuna impresa un codice unico che possa identificarli senza possibilità di errore. Un solo codice e non 2 PIN per fruire di un servizio e altri 3 diversi account e password per accedere ad un altro servizio della PA. Un solo codice per accedere on line a tutti i servizi. La domanda del “Ma non ci si poteva pensare prima?” la lasceremmo in sospeso perché ciascuno di voi potrà dare una propria risposta.
Secondo i piani del Governo, comunque, il PIN unico sarà assegnato a dieci milioni di cittadini e imprese entro il 2017.

È gratis?

Qui le interpretazioni rispetto al gratis annunciato da Agid, almeno al momento, sono da verificare. SPID Poste, infatti, è “riservato ai titolari di una carta Postepay o ai clienti BancoPosta Online o BancoPosta Click in possesso del Lettore BancoPosta” (pertanto diversamente gratis) mentre sia Infocert che TIM specificano che sarà gratis per i primi due anni per chi lo richiede entro il 31/12/2016. Anche in questo caso è preferibile non farsi domande.

Come richiedere SPID?

I provider finora accreditati da Agid sono Poste, Infocert e TIM Trust Technologies. E a loro sarà necessario rivolgersi per ottenere il codice unico, fornendo i propri dati anagrafici. Visitando i siti dei tre gestori, il subito pronto sembra essere PosteID che dalle informazioni presenti oggi dovrebbe essere riservato ai titolari di servizi già attivi e quindi pronto. Sul sito Infocert a fondo pagina c’è un invito a registrarsi per avere una email quando il servizio sarà attivo (forse non lo è ancora?) mentre un “Presto disponibile su Nuvola Store” è il messaggio che compare per TIM ID. Il presto non è dato sapere quanto potrà essere presto.

Quali servizi da oggi?

I servizi attivi saranno circa 300 e si comincerà con un piccolo gruppo di amministrazioni centrali e periferiche che hanno partecipato alla fase sperimentale. Tra queste Agenzia delle Entrate, Inps, Inail e Agenzia per l’Italia Digitale; le regioni Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche. Unico comune quello di Firenze.

E tutti gli altri servizi?

Per poter partire con SPID le PA dovranno adeguare i servizi agli standard indicati da AgID. Sui tempi, pertanto, in pochi saranno in grado di esprimersi nel concreto anche se teoricamente tutti i portali della PA dovranno consentire l’accesso ai propri servizi tramite PIN unico entro 2 anni (il salvo proroghe adesso forse è meglio non dirlo).

Cosa si aspetta la politica da SPID?

Finalmente – afferma l’onorevole Paolo Coppolapossiamo presentare la partenza operativa di un servizio che semplifica il rapporto tra PA e cittadini. Subito dopo l’annuncio ci auguriamo si possa allargare la base di servizi pubblici compatibili SPID e possa aumentare il numero di provider. Ritengo che già a fine 2016 sarà possibile percepire la differenza per i cittadini. E’ chiaro che lo SPID da solo non è sufficiente, ma è la base di partenza per Italia Login”. Tanto che il consigliere per l’innovazione presso la Presidenza del Consiglio, Paolo Barberis, afferma: “Abbiamo lavorato molto su un cambio di prospettiva. Con Italia Login abbiamo voluto immaginare che con il digitale si potesse cambiare il modo in cui storicamente i cittadini interagiscono con la PA e con gli uffici pubblici: non più la logica tradizionale per cui sono le persone a dover cercare uno specifico servizio ma far sì che il servizio stesso arrivi agevolmente al cittadino.” Italia Login, in sostanza, punta a creare online uno spazio “casa” per le persone, in cui “trovare in qualche modo se stessi: i documenti e le interazioni che riguardano ognuno di noi nei nostri vari ruoli di cittadini o di imprenditori. Non è pensabile, oggi, che il cittadino debba fornire ripetutamente alla PA le sue informazioni. Lo si deve poter fare una volta e avere la certezza che quei dati saranno usati e scambiati dagli enti che ne avranno di volta in volta bisogno.

Il parere di un esperto di PA digitale

Cosa dire di SPID? – dice Gianni Dominici, direttore generale di ForumPA – che ci fa molto contenti, seppure sia una cosa di cui si parlava già 20 anni fa con l’avvento dell’e-gov. Facilitare il cittadino nel suo interfacciarsi alla PA è sicuramente un’azione meritoria e necessaria ma ci piacerebbe pensare che il cittadino sempre meno debba farlo perché sempre meno la PA sia ricca di adempimenti burocratici. Sarebbe bello se oggi vedessimo la PA con occhi strabici: con un occhio si guardi all’immediato e quindi alla semplificazione dei rapporti con il cittadino come si sta facendo con SPID ma dall’altro si possa pensare al cittadino come partner e non come utente. Il cittadino deve essere visto come portare di competenze e soluzioni, deve essere coinvolto in processi di co-design. E questo è possibile solo se la PA diventa aperta e se usa le tecnologie per coinvolgerli e non solo per rilasciare certificati”.

Dichiarazioni da parte di AgID non pervenute. Sarà per la prossima presentazione.

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