Cloud ibrido: quante aziende sanno cos’è e lo usano?

Cloud

In inglese si scrive hybrid cloud e indica la combinazione di due o più servizi cloud (public, private o community) che, pur rimanendo entità distinte, sono legati insieme, permettendo di sfruttare i vantaggi propri di ogni modello. Una tecnologia già molto diffusa visto che, secondo uno studio condotto da IDC a livello mondiale su un campione di oltre 6.000 rispondenti, il 73% delle aziende avrebbe già adottato una strategia di questo tipo per l’erogazione di servizi IT.

Tuttavia, a fronte di questa alta percentuale di adozione, la ricerca ha dimostrato un basso grado di consapevolezza nella definizione di cloud ibrido:

  • per il 20% delle aziende mondiali, l’hybrid cloud equivale all’utilizzo congiunto di risorse cloud pubbliche e private per il medesimo workload;
  • il 18% dichiara che questo utilizzo congiunto non è necessariamente limitato al medesimo workload;
  • per il 16% cloud ibrido significa poter facilmente passare da un service provider all’altro;
  • il 18% sostiene che hybrid cloud è poter utilizzare una varietà di servizi cloud pubblici dello stesso service provider o di più service provider;
  • per il 22% è poter usare una varietà di risorse cloud dello stesso service provider o di più service provider;
  • il 6% non risponde o indica altri utilizzi.

Pertanto, ciò che emerge è una netta discrepanza tra il grado di adozione del cloud ibrido e l’effettiva consapevolezza circa l’utilizzo di tale tecnologia. A tal fine, IDC ha elaborato l’elenco delle caratteristiche di un’hybrid cloud affinché possa essere definito come tale:

  • la sottoscrizione a più servizi cloud esterni;
  • l’utilizzo congiunto di servizi cloud pubblici e asset IT dedicati;
  • un’architettura IT in grado di unire la configurazione, l’approvvigionamento e la gestione delle risorse cloud;
  • il supporto di workload altamente portabili e del bursting automatico (il passaggio dell’esecuzione di un picco da una private cloud, o un data center interno, a una public cloud);
  • l’utilizzo di due o più workload in configurazione automatica;
  • la gestione di tutte le risorse IT con lo stesso service catalog, gli stessi SLA ecc.

Tra i principali vantaggi del cloud ibrido individuati nella ricerca la possibilità di utilizzare la piattaforma più adatta ai carichi di lavoro e scalare le risorse in base alle esigenze. Se le aziende saranno in grado di scegliere in futuro in modo più consapevole lo potrà dire solo il tempo.

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