Quali i dati sui benefici dell’e-learning?

La formazione sta svolgendo sempre più un ruolo chiave all’interno delle aziende, non solo come strumento per supportare lo sviluppo di nuove competenze digitali al proprio interno, ma anche per abilitare i cambiamenti nei modelli di lavoro e per l’impatto positivo che essa può avere sull’engagement e la valorizzazione dei talenti.

Il valore degli investimenti in formazione

I budget degli investimenti aziendali destinati alla formazione non hanno subito particolari variazioni rispetto al 2015, risultando aumentati solo per un 20% delle aziende. Questo è quanto emerge dalla lettura di un recente report elaborato da Osservatori.net: un quinto circa del budget aziendale è destinato alla formazione obbligatoria (22%) mentre la restante parte viene impiegata nello sviluppo manageriale, comportamentale, di linguistica, tecnico e sul digitale ovvero percorsi formativi per sensibilizzare e far comprendere come cogliere le opportunità offerte dagli strumenti digitali per migliorare i processi aziendali e affinare le competenze delle persone.

La formazione manageriale e di leadership – come la capacità di delega, la pianificazione strategica, la gestione dei team – è l’ambito a cui viene destinato da parte delle aziende il maggior aumento di budget nel 2016 (il 46% lo ha incrementato rispetto al 2015), soprattutto nel comparto dei servizi. Seguono, in termini di rilevanza, la formazione sui comportamenti e sulle soft skill il 38% del campione ha aumentato il budget, e quella sul digitale con un budget in crescita nel 35% dei casi.

Sebbene la formazione tradizionale in aula rivesta ancora un peso rilevante nelle modalità di fruizione (su 5 giornate annuali di formazione medie per addetto, 3,32 sono in aula), cresce tuttavia l’interesse verso nuovi canali e approcci alla formazione, con un ripensamento delle attività in chiave digitale per un arricchimento e una migliore integrazione alle attività tradizionali.

Una recente indagine a livello europeo del Brandon Hall group ha evidenziato che il 48% delle aziende utilizzi il digitale per le proprie strategie di formazione e apprendimento. In particolare il 43% del campione utilizza piattaforme collaborative e social come tool formativi, con la maggior parte delle aziende che ricorre a tali strumenti che rileva un alto tasso di soddisfazione ed efficienza nell’apprendimento. Dalla indagine è emerso che, malgrado alcune criticità che talvolta possono manifestarsi nell’utilizzo degli strumenti tecnologici, questa modalità di apprendimento ha una forte correlazione con il miglioramento dei livelli di performance individuali e di produttività.

Come cambia l’apprendimento con il digitale

Parlando del processo formativo rivolto agli adulti – quali sono i lavoratori – non si può prescindere dal modello elaborato da Malcom Knowles, uno tra i più noti studiosi americani dell’andragogia, che considera la peculiarità degli adulti come learner (soggetti in apprendimento), con le specifiche prospettive individuali, tra le quali il bisogno di conoscere il concetto di sé, il ruolo dell’esperienza, la disponibilità ad apprendere, l’orientamento verso l’apprendimento, la motivazione. Questo modello suggerisce e necessita del coinvolgimento diretto dei soggetti destinatari delle iniziative formative (in alcuni casi attribuendo loro anche un potere decisionale) in tutti gli stadi del processo.

Strettamente legato all’approccio andragogico è il costruttivismo, secondo cui il processo di apprendimento per essere veramente efficace deve essere costruito intorno al soggetto che apprende ovvero learning centred.

Gli ambienti di apprendimento per essere efficaci devono essere strutturati favorendo la costruzione attiva della conoscenza, non mera riproduzione di essa; l’esemplificazione pratica dei concetti teorici tramite casi studio; la riflessione e il ragionamento; la collaborazione con gli altri. La centralità dell’esperienza e le necessità del singolo soggetto che apprende hanno determinato lo sviluppo dell’approccio del ‘learning by doing’ in cui non basta il solo «fare» come non basta il solo «pensare»: l’apprendere facendo implica un costante legame tra l’agire e il riflettere, tra la pratica e la teoria.

Quali i vantaggi dell’e-learning

L’eLearning è una delle industrie in rapida e continua crescita: dal 2000 ad oggi il tasso di crescita del mercato è stato del 900%. Secondo lo studio Brandon hall, l’apprendimento attraverso l’e-learning in genere richiede dal 40% al 60% in meno della disponibilità di tempo da parte dei discenti per imparare gli stessi concetti rispetto alla modalità tradizionale in aula. Ciò poiché la formazione può essere eseguita in modo asincrono e solo quando il discente ne ha bisogno; in tal modo il flusso dell’attività lavorativa non viene interrotto. È importante notare che il risparmio di tempo non influenza la qualità di apprendimento, tutt’altro. Dopo l’attuazione di un programma di formazione gestito in modalità e-learning l’azienda IBM ha rilevato che i partecipanti al progetto hanno appreso quasi cinque volte di più, limitando quindi anche i costi per la sostituzione del personale impiegato nella formazione.
L’Istituto di ricerca americano per l’apprendimento ha rilevato come l’e-learning aumenti i valori di efficacia della formazione soprattutto nel mantenimento delle informazioni e competenze acquisite a lungo termine dal 25% al 60%, mentre i valori di ritenzione della formazione tradizionale in aula raggiungono l’8-10%.
Per una gran parte delle aziende intervistate, ovvero il 42%, la formazione e-learning si è tradotta direttamente in ricavi o meglio in un aumento delle entrate. Secondo l’indagine IBM, ogni dollaro investito nei risultati di formazione online equivale a $30 dollari in produttività, soprattutto perché i dipendenti sono in grado di riprendere il proprio lavoro più velocemente applicando immediatamente le nuove competenze acquisite. Questo è particolarmente rilevante per i team dei settori di vendita in cui il tempo trascorso in campo è direttamente correlato ai guadagni e alla produttività.

Secondo i dati pubblicati dal CertifyMe.net sullo stato dell’eLearning nei processi di formazione aziendale, il 72% delle imprese intervistate credono che e-learning aiuti ad aumentare il proprio vantaggio competitivo, dando la possibilità di tenere il passo con i cambiamenti richiesti dal mercato.

Infine i risparmi realizzati dalle aziende per ogni singolo dipendente sono superiori del 26% in quelle aziende che utilizzando strumenti digitali e piattaforme e-learning piuttosto che quelle che utilizzano solo la modalità tradizionale dell’aula. L’e-learning, pertanto, consente alle aziende di formare più spesso.

Engagement: perché coinvolgere i discenti?

Tra gli elementi più significativi connessi all’introduzione delle nuove tecnologie ICT, in relazione alla formazione, l’attenzione si focalizza su qualità/quantità di dati, interazione, spazio/tempo, competenze/ruoli, motivazione. Ed è soprattutto l’engagement uno degli aspetti più interessanti della modalità di apprendimento attraverso l’e-learning.

Il carattere distintivo di questo fenomeno è proprio la socialità intesa come produzione ed elaborazione di contenuti propri e interazione diretta tra gli utenti. Parlare di interazione rispetto ai processi di apprendimento è quasi riduttivo, poiché quello che si tende a organizzare è una vera e propria comunità di apprendimento che “favorisca sia il superamento dell’isolamento del singolo sia la valorizzazione dei suoi rapporti con il gruppo”. L’acquisizione da parte degli individui di conoscenze, abilità o atteggiamenti costituiscono infatti il risultato di un’interazione di gruppo o, più chiaramente, un apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo.

Studi internazionali hanno da tempo rilevato che l’interattività, il supporto peer to peer e i sistemi di verifica immediati favoriscono un processo di apprendimento collaborativo anche nei luoghi di lavoro. Si è evidenziato che i social media, e in particolare gli ambienti virtuali 3D migliorano la collaborazione, l’innovazione e l’apprendimento. Alcuni manager ritengono che tali ambienti favoriscano l’apprendimento di gruppo, lo sviluppo della conoscenza e la collaborazione attraverso la persistenza dei contenuti, la condivisione delle informazioni e l’apprendimento realizzato mediante i giochi di ruolo e le simulazioni. Inoltre la possibilità di memorizzare, accedere e condividere dati e informazioni crea un ambiente in cui i team virtuali si sentono impegnati e in grado di costruire reti sociali e relazioni e possono, mediante i social media, co-creare contenuti, ma anche sviluppare nuove forme di collaborazione e di lavoro.

Una recente ricerca della University of Denver ha avuto modo di dimostrare proprio l’efficacia di quelle che vengono definite “game based learning platforms” (un altro modo per definire le piattaforme gamificate) nel creare coinvolgimento da parte dell’utenza nei processi di apprendimento. In base a questa ricerca emerge chiaramente che chi utilizza una piattaforma gamificata nei processi di e-learning acquisisce in media l’11% in più di conoscenza concreta (banalmente, apprende l’11% in più di informazioni); acquisisce il 14% in più di “abilità” basate sulle conoscenze appena acquisite e riesce a conservare circa il 9% in più di informazioni nel lungo periodo.

I dati dimostrano quindi che chi utilizza la Gamification generalmente acquisisce più informazioni, le “conserva” meglio e soprattutto le elabora in modo più efficace, imparando ad applicarle.

A mio avviso – commenta Emanuele Pucci, AD Teleskillforte dell’esperienza accumulata in anni di supporto all’innovazione digitale delle imprese, tre sono le chiavi del successo in un progetto formativo: la prima è la semplicità. L’utente deve distribuire formazione (se è un docente) o usufruirne (se è un discente) nel modo più semplice e intuitivo possibile. Il suo focus dev’essere la formazione e non deve essere distolto in ciò da eccessivi passaggi o lay out poco usabili. La seconda chiave è la multicanalità, ovvero la possibilità di accedere alla formazione da smartphone o tablet (mobile learning), dall’ufficio o da casa e in qualunque orario. La piattaforma di formazione a distanza deve perciò prevedere di distribuire contenuti adatti a ogni dispositivo (contenuti responsive) e accessibili in ogni momento e da ogni luogo. Il terzo aspetto è la possibilità di condividere il sapere e la social collaboration, e quindi offrire strumenti formativi che possano coinvolgere i gruppi, anche con logiche di gamification o di social learning. In quest’ottica, la scelta di una piattaforma e-learning all-in è premiante perché massimizza la semplicità, favorisce la multicanalità e la social collaboration e tiene traccia di ogni esperienza formativa dell’utente, dato utile sia per la valutazione che per il miglioramento della futura offerta formativa“.

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